download (1)A me francamente viene un po’ da ridere se si parla di Rousseau, non dell’autore del Contratto Sociale ovviamente, ma della omonima piattaforma dei Cinque Stelle che con grande pervicacia e ignoranza informatica viene considerata come usbergo inviolabile della democrazia in rete. Ovviamente così non è: se vi leggete questo articolo e avete qualche cognizione di informatica vi renderete conto che le cose non stanno in questo modo, che Rousseau può essere un colabrodo come centinaia di altri siti che si definiscono inviolabili. Ma non è questo che interessa perché la possibile interferenza esterna è solo il meno: la falla evidente è che tramite la piattaforma una società privata gestisce di fatto un partito politico: è come se, tanto per fare un esempio, la Fiat o l’Eni o magari Mediaset, tramite dei propri rami d’azienda  gestissero le elezioni politiche, una volta informatizzate.

L’ipotesi di broglio informatico fu  avanzata da numerosi esperti al tempo dello scontro fra Bush junior e Al Gore: stranamente la partita fu decisa proprio dal voto meccanizzato sperimentato in Florida e dal contestuale conteggio informatico, una delle ragioni per cui ancora si vota con la scheda e non con un click. La facilità con cui è possibile alterare i risultati con poche righe di programmazione, magari aggiunte all’ultimo minuto prima dalla gara elettorale e cancellate subito dopo – nel caso per esempio che ci siano un certo numero di responsabili che abbiano attentamente esaminato i listati del programma – richiede di inventare meccanismi di sicurezza ben più complessi, rispetto al semplice accesso sicuro dell’elettore o dell’iscritto. Finché ci sono le schede fisiche si può sempre procedere a un riconteggio manuale, ma senza di esse diventa un enorme problema, perché nessuno è in grado di controllare l’effettiva validità dei risultati globali, anche se ciascuno può controllare il proprio voto. Infatti il maggior problema dei_Cinque Stelle, fin dall’inizio è stato appendersi anima e corpo alla Casaleggio associati, azienda che naviga nello stesso contesto culturale e fattuale del Bildelberg, ossia dell’ex nemico numero uno del movimento se proprio vogliamo fare riferimento a una qualche concrezione del neo liberismo. E a suo tempo la cosa fu esplicitamente detta da Enrico Sassoon, uno dei fondatori dell’azienda.

Liberarsi di queste ipoteche che mischiavano la guida del movimento con gli strumenti dello stesso sarebbe stato il primo passo da compiere una volta vinte le elezioni politiche e invece sembra che i “portavoce” non si sa bene se degli elettori o di qualcun altro, non sembrano nemmeno essersi accorti del conflitto di interessi da cui erano investiti. Passi finché la gestione era affidata a Gianroberto Casaleggio  che era considerato il co fondatore del movimento ( ma secondo alcuni il suo vero padre e padrone, altro che Grillo, semplice megafono), ma con la sua morte tutte queste premesse sono saltate e i Cinque Stelle avrebbero dovuto rendersi autonomi, creare una propria piattaforma, cosa peraltro abbastanza semplice e magari cominciare anche a sviluppare dibattiti e relazioni fisiche (absit iniuria verbis) anche per dare maggiore consistenza alla selezione che oggi vediamo quanto sia stata fallimentare.

Quindi affidare a Rousseau il compito di dire sì al nuovo governo è soltanto l’espressione di una politica in cattività che salta come il leone spelacchiato e dopato allo schiocco della frusta del domatore. Nessuno dei numeri riferiti è in qualche modo controllabile nella sua globalità e dunque può darsi che siano reali, inventati o manipolati con metodi informatici o prima ancora con quelli più tradizionali. Così è se vi pare insomma. E d’altra parte loro sono Casaleggio o i parlamentari del movimento e gli elettori sono sono un cazzo. Il marchese del Grillo era  profetico.