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Corbellerie oltre Orwell

CorbelliniIl significato di globalismo, ovvero l’ideologia imperante e le sue vulgate più rozze, lo si misura anche dal cieco fanatismo con cui viene sostenuta a proposito o a sproposito dall’ambiente cortigiano del potere. Un fanatismo che ribalta le sue stesse tesi di partenza per diventare peggiore del suo nemico. E’ il caso per esempio di tale Gilberto Corbellini (nomen omen) , direttore del Dipartimento di scienze sociali e umane e patrimonio culturale del Cnr, una carica squisitamente politica ( in questo caso di origine piddino – radicale) , il quale insegna storia della medicina e, udite udite di bioetica alla Sapienza di Roma. In un articolo su Wired, uno dei fari dell’imperialismo culturale americano da esportazione, egli prospetta una sorta di arancia meccanica proponendo di drogare gli italiani per eradicare la xenofobia che  secondo lui è una delle piaghe del Paese. Insomma propone di iniettare ossitocina, detto anche ormone dell’amore (perché prodotta durante le effusioni sessuali e usata per favorire il parto)  che unito a un’adeguato condizionamento sociale verso il quale si avrebbero meno difese  ci sbarazzerebbe di questo difetto e insieme di Salvini.

Capito come sono umani questi globalisti?  Ci vogliono dare l’ossitocina per rinforzare un’adeguata educazione, adeguata naturalmente alle loro idee. Ammesso che il sistema, studiato da ricercatori tedeschi,  abbia una qualche validità, l’ossitocina potrebbe essere usata per facilitare e indurre qualsiasi tipo di reazione o di giogo psicologico politico, ma queste deve essere al di sopra delle capacità induttive di Corbellini, al quale consigliano di leggere Arancia meccanica, romanzo di ormai 60 anni fa, nel quale viene proposto lo stesso meccanismo sostanziale: chimica più condizionamento per eliminare le pulsioni di violenza con il risultato finale di scardinare quell’ordine sociale che ci si proponeva di rinsaldare e di produrre al posto della violenza episodica, quella istituzionale. E a questo punto val la pena di ricordare il perché del titolo arancia meccanica o ad orologeria (Clockwork Orange) dato al romanzo e al successivo film di Kubrik: esso è tratto dallo slang londinese dove orange non fa riferimento al frutto, ma alla parola malese orang che vuol dire uomo (da cui orang -utan, uomo delle foreste) proponendo un parallelo tra meccanicità e comportamento scimmiesco. E Corbellini è un vero  orang-global, tanto che egli vuole correggere l”egoismo” non accorgendosi nemmeno che su di esso è fondata, l’ideologia neo liberista ossia del globalismo.

Ad ogni modo è chiaro che questa vicenda rivela molto bene, come uno sprazzo di luce nella penombra il desiderio di dominio della cultura e delle persone da parte delle elites di comando, le quali non vogliono perdere la loro egemonia e se necessario rafforzarla con la chimica. Certo Corbellini, quando ha visto riprese le sue corbellerie dette agli “amici” e compari di Wired  su La verità, si è indignato e come di solito fanno le persone prese in castagna e non abbastanza intelligenti da inventarsi ragioni plausibili, ha detto  che le critiche erano espresse da cialtroni. ma nel dirlo ha ribadito le sue tesi e la sua giusta causa, chiamando in causa l’auctoritas  del suo mondo e sostenendo che ” Cameron voleva metterla (l’ossitocina ndr) nell’acquedotto per calmare le rivolte di Londra” svelando come sia in questa maniera che alcuni pensano di poter sopire ogni contraddizione e ogni lotta sociale. Da tutto questo emerge con evidenza solare come sia stata abbandonata ogni idea di libertà che non sia quella miserabile dell’homo consumatore e con essa di democrazia, in favore di una dittatura degli ottimati che poi si rivelano così acuti acuti e intelligenti che sembra d’essere in un locale di periferia con il barista che invoca la pena di morte. Del resto non è l’unico caso di scienza italiota perché pochi giorni prima, l’Huffington post, altra emanazione globalista, ha presentato La stimolazione cerebrale non invasiva contro pregiudizi e stereotipi sociali, adorabile della ricercatrice Maddalena Marini  con la quale essa si propone di manipolare la mente affinché i pregiudizi contro l’altro siano eliminati. Ora si sa che sa, le teste vuote non possono fare a meno di rimbombare e, come dire, fanno naturalmente armonica come se fossero state accordate su la di un direttore d’orchestra invisibile. Ma pensano di suonare in maniera autonoma, invece esse esibiscono xenofobia nei confronti di chi non ha il loro stesso modo di pensare ed per il resto soffrono di una sconcertante banalità e rozzezza pur dentro il soffocante conformismo globale perché i pregiudizi che si vorrebbero cancellare non sono solo quelli relativi a differenze per così dire biologiche dovute al colore della pelle o a determinati tratti, ma anche “ il peso, il genere, l’età, l’orientamento sessuale, politico, o religioso, la disabilità e la malattia fisica o mentale “.  E’ davvero interessante che si faccia confusione tra atteggiamento, pensiero e pregiudizio, mettendo insieme tutto questo senza alcun criterio se non i luoghi comuni   e sarebbe ancor più  interessante sapere quali sarebbero i pregiudizi politici da eliminare perché è del tutto evidente che con le manipolazioni cerebrali la politica non ha più senso

Quando le condizioni di una società raggiungono il loro maggior degrado si rischia di dover difendere persino l’ingiustizia per difendere la libertà di non essere drogati per cambiare idea. Ma in questo caso si deve scegliere tra la xenofobia etnica e quella sociale che sottende queste amabili cure per chi non pensa le stesse cosi . Certo c’è da chiedersi come possa un personaggio del genere dirigere un’intera branca del Cnr pur non essendo specializzato  in nulla  e dedicandosi a fumosi accrocchi interdisciplinari espressi sempre in pubblicazioni divulgative. Certo essendo un dipartimento che spende l’80 per cento dei fondi in stipendi, ossia nell’auto sostentamento, compreso quello sontuoso del Corbellini medesimo, poco male per la scienza, anche se molto male per la società italiana: esprime – come del resto il caso Marini e il suo Istituto italiano di tecnologia, ineffabile ente voluto dalla Moratti con l’attivo sostegno di Giavazzi e di tutte le sue nobili rime ( i risultati si vedono)  – soltanto e antidarwinianamente le splendide capacità di sopravvivenza del peggiore in un ambiente che marcisce.

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