R-11957953-1525466135-7555.jpegQualcuno è rimasto sorpreso dal post pubblicato l’altro ieri con il titolo probabilmente bizzarro di Salvini a Hong Kong  nel quale oltre a ipotizzare che vi siano state pressioni di Washington nel colpo di testa estivo del leader leghista, prospettavo un’idea delle dinamiche europee molto diverse da quelle correnti e propagandistiche che si hanno dell’unione continentale. Intanto quest’ultima è di fatto diventata un sacro romano impero con la Germania che detta e la Francia che funge da scrivano e tutto il resto o è inglobato nel sistema industriale mitteleuropeo a cui alcune regioni italiane chiedono l’annessione oppure fa parte di un’europa mediterranea senza voce in capitolo e praticamente svuotata di ogni energia e competitività dal marco continentale, ovvero dall’euro. L’Italia che era l’unico Paese di quest’area a poter dire la sua per la sua potenza industriale ha rinunciato da tempo ad ogni sovranità mai immaginando che la coppia di padroni a cui si è messa servizio, Washington e Berlino potesse divorziare.

Invece sta accadendo sotto i nostri occhi e non da da questa estate: la Germania vuole giocare un ruolo autonomo nei confronti della potenza continentale euroasiatica, formata da Cina e Russia, non si vuole autoescludere dall’area economica preponderante del futuro prossimo. Dal North Stream 2 alla faccenda Huawei, Berlino non intende auto castrarsi in nome del potere planetario Usa di cui si intravvede in modo chiaro il declino. E se qualcuno avesse dei dubbi in proposito basterebbe sapere che oggi viene ipotizzata la possibile entrata della Turchia nel sistema di difesa franco tedesco (Pesco) se quest’ultima dovesse definitivamente sganciarsi dalla Nato dopo la vicenda dell’acquisto degli S400 da Mosca. La cosa non è puramente ipotetica, un gioco di risico per le sere d’estate, ma qualcosa di più concreto se l’agenzia di stato turca Anadolu scrive: “Pesco è abbastanza flessibile in termini di cooperazione e ha il potenziale per far avanzare programmi tecnologici innovativi nel campo della difesa. Forse è il momento di valutare se il Pesco potrebbe svolgere un ruolo nei rapporti fra Turchia ed Unione europea”. Del resto è da tempo che la Germania, seguita dalla Francia  mal sopporta il meccanismo sanzionatorio e/o daziario che Washington ha messo in piedi contro Russia, Iran e Cina mentre la Turchia dal canto suo ha sviluppato intensi rapporti commerciali con Mosca, compra sempre più gas siberiano, ha legittimato la presenza russa in Siria impegnandosi in ripetuti colloqui di pace con Putin e non intende certo rimanere fuori dalla Via della Seta: dunque vi sono sempre più interessi convergenti Berlino e Ankara, mentre vi sono linee altrettanto divergenti da Washington.

Tenendo conto che tutto questo ha origine dall’acquisto dei missili russi da parte di una delle maggiori potenze Nato, non ci vuole molto a comprendere che anche la Russia potrebbe in futuro rientrare in un nuovo modello di difesa, cosa del resto a cui Putin ha giù accennato. Insomma si preparano dislocazioni epocali annunciate anche da una presa di distacco verso le interpretazioni più “americane” del neoliberismo di cui gli Usa e la Nato sono il braccio armato: pochi giorni fa Reiner Wendt, presidente del sindacato di polizia tedesco nel prendere posizione sull’escalation delle aggressioni agli agenti di polizia, anche da parte di persone di ogni strato sociale dice che la gente non si sente più rappresentata dalle elites e si sente minacciata dal declino sociale “Il ritiro dello Stato dai suoi compiti primari ha lasciato un segno che è già devastante. Io non comprendo, ad  esempio, perché i servizi d’interesse generale debbano essere lasciati al mercato. La teoria secondo cui il mercato regola tutto al meglio non si è concretizzata. Perché  persone bisognose di cure e assistenza in questo paese  debbono essere  soggette  a  meccanismi di mercato   basati sul profitto?   Le persone bisognose e di cure e assistenza vengono trattate come clienti.  Nella  Agenzia Federale per l’Impiego le persone disoccupate sono definite appunto  “clienti”:  l’uso  dei termini è rivelatore. Lo Stato non è un’azienda e  i cittadini non sono clienti, ma portatori in quanto cittadini di diritti fondamentali”.

Certo è incredibile che queste cose le dica un poliziotto, sia pure sindacalista, mentre le cosiddette sinistre tacciono e si fanno complici del mercato: è un segno dei tempi che cambiano, ma nel caso specifico rappresenta un allontamento dai capisaldi ideologici della talassocrazia di stampo anglosassone e il recupero di visioni continentali che in qualche modo sono affini alle dislocazioni di cui stiamo parlando. Tanto più che esse sono largamente condivise anche in Francia. Dunque assistiamo a un recupero dello stato e soprattutto a una contestazione di quello che era il primo comandamento dopo l’89: o si è con Washington o si è contro Washington.  Ora la speranza sarebbe che il nostro ceto politico capisse le dinamiche in atto, si rendesse conto di cosa è effettivamente l’Europa, fosse in grado di uscire dalla propaganda  e riuscisse a concepire un ruolo del Paese in tutto questo. Ma invece si tratta di cazzari inadeguati al presente e soprattutto al futuro.