la-guerre-infernale-by-pierre-giffard-and-albert-robida-1908-submariners-1110x400Anna Lombroso per il Simplicissimus

Nel caso vi servisse ho pensato di fare cosa utile con un Bignami del decreto sicurezza bis che prevede in 18 articoli un’ulteriore criminalizzazione del soccorso in mare, la riforma del codice penale, maggiori finanziamenti per i rimpatri, l’estensione dei poteri delle forze di polizia e qualcosa d’altro che potremmo sbrigativamente definire censura e repressione delle manifestazioni di dissenso.

Nei primi 5 articoli oggetto delle misure è la gestione dell’emergenza immigrazione ( la si chiama così malgrado i dati dello stesso dicastero  confermino che gli sbarchi sono diminuiti dell’84,3 per cento con 2.601 sbarchi (dal 1 gennaio al 28 giugno 2019) rispetto ai 16mila sbarchi del 2018): il ministro dell’interno “può limitare o vietare l’ingresso il transito o la sosta di navi nel mare territoriale” per ragioni di ordine e sicurezza,  prevedendo  una sanzione che va da un minimo di 150 mila euro a un massimo di un milione di euro e ipotizzando il sequestro della  nave che diventa di proprietà dello stato,  “in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane”.  Si interviene sul dettato  del codice di procedura penale dando la competenza alla  procura distrettuale   per tutte le indagini che riguardano il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Al fine di contrastare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, vengono stanziati  500 mila euro per il 2019, un milione di euro per il 2020 e un milione e mezzo per il 2021  e l’incremento delle risorse destinate al rimpatrio degli immigrati.  

Ma dall’articolo 6 in poi il decreto si occupa della gestione dell’altra “emergenza” secondo Salvini e i suoi predecessori: quella dell’ordine pubblico durante le manifestazioni di protesta e sportive, punendo l’uso e anche solo l’esibizione di armi improprie, di dispositivi che rendano irriconoscibile la persona e inasprendo  le pene per chi compie i reati di “Violenza, minaccia e oltraggio a un pubblico ufficiale”, “Resistenza a un pubblico ufficiale”, “Violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti”, “devastazione e saccheggio”, “Interruzione di ufficio o servizio pubblico o di pubblica necessità”. 

Ecco qua serviti tutti quelli che pensavano di “starne fuori”  trasformando l’umanesimo della sinistra in compassionevole umanitarismo, che pensano di essere innocenti per il passato, il presente  perchè il fascismo di nome Salvini sarebbe un incidente a sorpresa nel cammino della storia, che ritengono che il razzismo sia una infamia esercitata contro neri, rom, islamici, e che il nostro terzo mondo interno sempre più vasto ne sia esentato.

Da un bel po’ senza che ne avessero percezione avendo delegato l’ interesse, la vigilanza e l’eventuale riscatto a Lucano o a Carola Rackete, sono anche loro ipoteticamente e ormai probabilmente oggetto di attenzioni da parte delle autorità di polizia. Loro ma soprattutto gente un po’ meglio di loro che da anni lotta per la tutela del proprio territorio assediato da smanie avide e speculative, che in stato di tremenda solitudine si batte per il diritto alla fatica, ultimo concesso, che è costretta all’illegalità occupando una casa senza soffitto e senza cucina come nella canzone, a via dei matti, perchè solo loro pensano che si possa chiamare casa, cacciati via dalle ruspe che finora erano virtuali. Gente che grazie a un teorema verrà perseguita solo per aver indetto una manifestazione durante la quale uno scapestrato danneggia una altrui proprietà. Gente che ne organizza un’altra che verrà criminalizzata come oltraggio, per denunciare che vengano stanziati fondi che dovrebbero avere ben altra destinazione per mantenere l’ordine a Napoli durante un evento sportivo e non per tutelare i cittadini innocenti sparati dalla camorra, lasciati di nuovo soli e esposti a Universiadi finite.

Eppure dovevano saperlo perchè nulla accade per caso, perchè questo decreto legge “scriteriato, disomogeneo e quindi per vizi formali illegittimo”, così è stato definito da giuristi autorevoli, è il nastro adesivo che chiude la scatole di ingiustizia per legge confezionata in anni, anni segnati dal marchio di infamia con il quale sono stati bollati i disperati convertiti in clandestini predisposti alla trasgressione grazie alle leggi Bossi-Fini, Turco-Napolitano, Maroni, anni nei quali la reputazione e il decoro delle città era macchiato dall’improntitudine di stranieri che osavano sedersi sulle nostre panchine, lavavano vetri, altrettanto molesti e infine pericolosi di connazionali accidiosi che frugano nell’immondizia.

E anni nei quali sindaci di tutte le forze rappresentate nel parlamento hanno emanato ordinanze e provvedimento per escludere anche dalla vista i condannati a essere invisibili, poveri, vecchi, matti. Anni nei quali non si usava la formula aiutiamoli a casa loro, preferendo il ricorso alla propaganda progressista della cooperazione con i paesi ai quali abbiamo dichiarato guerra o nei quali abbiamo effettuato ruberie e sconci in nome del nostro benessere. Anni nei quali qualche primo cittadino non si sarebbe sognato mai di apostrofare con una esplicita “zingaraccia” la nomade che lo disturba durante un comizio, optando per misure più drastiche di cancellazione non solo amministrativa di campi e insediamenti, o facilitando pogrom condivisi e applauditi dalla brava gente, a Roma, a Torino, a Napoli.

Qualcuno ve l’aveva detto di stare attenti, di non fidarvi della comprensione dei riformisti che avevano autorizzato le vostre paure rispondendo con disposizioni urgenti    in materia di sicurezza, facendovi intendere di avere a cuore la tutela dei vostri beni e delle vostre vite, minacciate da chi stava sotto di voi, fuori dalla vostra vita, in remote periferie o in centri di accoglienza o in campi a raccogliere i vostri pomodori. O semplicemente disturbati da comportamenti eccentrici, da afrori sgraditi, dalle invettive inoffensive dei barboni in modo da cancellare i  confini tra crimine e disordine urbano e trasformare alcuni problemi sociali – come la povertà e la marginalità – in status indecorosi, inaccettabili e,  in ultima istanza, criminali, e da  rafforzare  la diffidenza e l’insicurezza  e le insicurezze,   rendendo le comunità più chiuse e ostili agli altri. Qualcuno ve l’aveva detto che era fatto per rassicurare i penultimi punendo gli ultimi

E adesso come la mettiamo, che rischiate di essere ultimi anche voi?