Fa impressione e ribrezzo la sicumera con cui i miliardari, i grandi ricchi creati dalle nuove tecnologie informatiche in appena mezzo secolo di storia, si considerano i nuovi padroni del mondo e prendano se stessi come metro di misura per disprezzare e sfruttare tutti gli altri. Mentre il 20% della forza lavoro in Usa è a tempo parziale e per giunta precaria, questi signori, chiusi nelle loro cittadelle non fanno altro che vantare il sistema che ha reso ricchi loro e poveri gli altri, cercando di portare tutto questo alle estreme conseguenze. Leggendo il sondaggio che Gregory Ferenstein ha condotto sui miliardari della Silicon Valley non si può fare a meno di rimanere agghiacciati perché la loro visione delle cose è da una parte orwelliana, dall’altro così rozza e infantilmente contraddittoria da chiedersi se non si sia in un asilo nido.
Secondo costoro “la meritocrazia porta intrinsecamente a un mondo ineguale e che non bisogna fare nulla per diminuire la disuguaglianza perché questa è l’essenza del capitalismo, favorisce la motivazione a cambiare la propria situazione e infine perché altre forme di governo si rivelano peggiori e allocano in modo inefficiente le risorse”. Tuttavia la quasi totalità dei miliardari si salva dalle obiezioni ricorrendo a qualche altra favola per bambini ovvero quella che tale sistema favorirà la ricchezza in un futuro imperscrutabile e che addirittura in questa terra promessa il 50 per cento delle persone potrà essere miliardaria. Insomma una pura idiozia che cozza con l’aritmetica elementare e che fa immediatamente dubitare che vi sia un rapporto fra intelligenza e ricchezza. In effetti il punto più debole di questa visione è proprio quella della meritocrazia: tutti i miliardari della Silicon Valley sono nati in famiglie ricche o in ogni caso molto abbienti che hanno dato loro le occasioni di frequentare le migliori università e di collegarsi con gli ambienti più influenti. Ma ancora di più il loro merito è quello di ave saputo sfruttare al meglio gli altri: nessuno di loro ha mai creato una tecnologia nuova, nessuno si è inventato cose che non esistessero già, nessuno ha fatto qualcosa di originale, ma l’unico merito che hanno è quello di aver saputo sfruttare al meglio il lavoro altrui, le entrature, i colpi di fortuna e qualche volta i furti per dare la scalata all’olimpo dei miliardi.
In questo senso essi sono la contraddizione vivente delle loro semplicistiche visioni, che di certo non ne fanno persone particolarmente intelligenti, ma al tempo stesso esprimono una coerenza psicologica nella razionalizzazione del loro successo e nelle giustificazioni escatologiche piuttosto patetiche sul fatto che la concentrazione della ricchezza possa diffondere la ricchezza. Soprattutto essi non riescono ad esprimere alcun valore al di fuori del successo, facendo pensare che occorre essere umanamente menomati per raggiungere certe vette. E tuttavia essi sono lo specchio fedele della società capitalistica finale: pochi ricchi senza talento e grandi masse ridotte a una vita miserevole, senza tutele, con lavori semi schiavizzati, e senza alcun futuro visto che la mobilità sociale già oggi è ridotta ai mini termini. Insomma una società miserabile dove non sarà possibile alcuna concorrenza o alcuna reale libertà dal momento che la tendenza è di favorire o castrare le scelte individuali a seconda della loro convenienza di mercato. Insomma un feudalesimo automatizzato come l’ha chiamata qualcuno. Paradossalmente (ma a pensarci bene nemmeno tanto) proprio questi questi miliardari di Valle si considerano veri democratici e progressisti nonostante siano tra i più ferventi donatori in favore delle scuole charter, cioè scuole completamente private prive di vincoli statutari e di regole, nonché di organizzazioni antisindacali. In cambio di questa cattività babilonese i grandi ricchi sono favorevoli a qualche tipo di reddito di cittadinanza che sia in grado di sostenere il mercato, cioè i loro interessi, e mantenere una certa pace sociale che permetta loro di continuare ad accumulare denaro e dire fesserie. Non è certo un caso se proprio in California, dove vive la maggior parte di questi oligarchi, sia anche lo stato che assorbe un terzo dell’assistenza sociale nazionale, nonostante il fatto che abbia solo il 12% della popolazione americana. In realtà questi super ricchi vivono su un mare di otto milioni di persone in miseria che stanno in roulotte o sotto le tende nonostante lavorino per stipendi che in Usa non permettono né un mutuo, né un affitto, ma solo sistemazioni di fortuna o l’ospitalità di familiari. Questi miliardari sono anche per l’accoglienza, ma la California è diventata l’epicentro della segregazione sociale e razziale a dimostrazione dell’assoluta pochezza e/o strumentalità di queste visioni di comodo. Quelle purtroppo più diffuse fra i meritevoli cretini.
Il motivo principale che spinge le agenzie governative americane a tenere in vita il web con tutto il circo fasullo di miliardari cosiddetti “geniali e creativi” è la presenza delle cosiddette “darknet” come Tor, I2P e Freenet alle quali si può accedere tramite software particolari che permettono di navigare nell’anonimato.
Tramite le darknet i servizi di intelligence possono reclutare agenti al di fuori dei normali controlli e fare tante altre cosette sulle quali è meglio stendere un bel velo scuro.
Secondo una ricerca, dei miliardi di documenti presenti sul web Google ne indicizza circa il 4% per cento, tutto il resto è Deep Web e di quest’ultimo una parte ancora sconosciuta e notevolmente pericolosa è Dark Web.
https://www.insidevcode.eu/2015/01/29/le-profondita-di-internet/
Questi miliardari della Silicon Valley rappresentano davvero un mistero all’interno del sistema imperiale americano.
Sappiamo che internet non è altro che una gentile donazione al popolo bue di una tecnologia ideata e sviluppata in ambito militare probabilmente per ragioni di controllo sociale e che basterebbe una qualche legge sulla privacy per mettere in crisi tutto l’immenso potere dei vari Zucherberg, Bezos etc.
E’ possibile che il Pentagono e le agenzie di intelligence USA abbiano veramente conferito a certi personaggetti la possibilità di arricchirsi all’infinito e di dominare il mondo così, solo per un improvviso impulso di generosità?
Oppure i ricconi dell’informatica sono solo il volto positivo e rassicurante con cui le grandi agenzie governative dell’impero angloamericano si presentano al mondo?
Il fatto che dietro lo sviluppo delle varie aziende di successo della Silicon Valley ci sia sempre, direttamente o tramite ditte partecipate, la In-Q-Tel, cioè la venture capital della CIA dovrebbe farci forse sospettare qualcosa.
https://www.libreidee.org/2009/10/facebook-capolavoro-del-suo-azionista-ombra-la-cia/
Verrebba da dire, ma dai Simplicissimus, che il capitalismo ti piace, ti infastidiscono solo le punte estreme di sperequazione ed arroganza, un po come i preti che chiedono la giusta mercede per l’operaio, anche se questi resterebbe comunque subalterno e sfruttato, comunque sempre a rischio di perdere di nuovo tutto.
Invece di citare sempre Marx cita Pio XII, la sua dottrina sociale della chiesa corrisponde a pieno al tuo immaginario piccolo-borghese, forse per capitalismo intendi il capannone dietro casa con 20 dipendenti, ma ormai la riviluzione industriale 4.0 ( in italia spacciano per tale il tapis roulant porta aspirina del farmacista) vede gli stati seri finanzare per miliardi le grandi corporations che mai potrebbero remunerare e forse nemmeno recuperare investimenti del genere,
Soprattutto se uno ha idea dell’analisi di Marx poi, che vuoi remunerare se la stessa tecnica 4.0 elimina proprio la forza lavoro il cui sfruttamento genera il profitto
Verrebbe da dire, ma documentati sulla realta del sistema mondo capitalistico del 2019, invece di parlare sempre degli aspetti-limite o di cercare improbabili modelli nel passato o nella Cina, che consideri in maniera irrelata alla struttura globale del capitalismo, e solo per questo puoi immaginare di replicarla
PS, poi questi californiani miliardari mica sono tanto stupidi, producono la ideologia che pìu conviene loro, un pò come te dal versante piccolo borghese background cattolico
https://www.wired.it/economia/lavoro/2019/08/05/aziende-tech-assumono-persone-affette-autismo/