auto-testa-accertamento-fiscale-acquistoTutti gli ultimi cinquant’anni sono stati contrassegnati da una vera e propria ossessione individualistica, in cui  tutto ciò che era pubblico e/o comune è stato via via rifiutato in nome del privato e dell’io desiderante, fino ad arrivare imperterriti al ridicolo dei vari  “personal” per i futili allenamenti e persino per le compere. Insomma la mania del personale si è rivelata la maggiore e più potente fonte di spersonalizzazione e di omologazione che spazia dalla griffe ovvero dall’imposizione del gusto, fino ad arrivare all’organizzazione seriale di matrimoni da parte di pronubi che propongono sempre le stesse cose visto che fanno tendenza, ovvero si adeguano al “si fa” e al “si dice”. Il consumatore – individuo proprio per questa sua natura  rinuncia alla capacità di scegliere e decidere in proprio delegando ad altri il compito di farlo proprio perché non può, anzi prova angoscia nell’uscire dai binari del conformismo globale:  si vuole distinguere ad ogni costo e in questo diventa massa.

E’ un fenomeno che si riscontra in ogni campo, persino nel politico in quanto merce  e costituisce uno dei caratteri primari dell’alienazione contemporanea, della contraddizione che ci frantuma. Tuttavia l’arrivo della crisi e la progressiva erosione dei redditi stanno increspando la superficie piatta di questo mar morto occidentale creando adattamenti inconcepibili fino a qualche tempo fa che servono a mettere una pezza sulla caduta della domanda aggregata  e contemporaneamente a non trasformare il disagio in volontà di cambiamento di sistema. Chi legge questo blog sa che mi piace portare all’estremo i movimenti millimetrici, nella convinzione che gli stivali della storia spesso calzano sulle esili e quasi invisibili zampette dei millepiedi e così quando ho appreso con molta sorpresa che alcune case automobilistiche la Nissan e in particolare la Volkswagen in calo di vendite col suo marchio originale , mentre crescono impetuosamente i surrogati Seat e Skoda, stanno invitando in maniera esplicita le persone ad acquistare i propri modelli in comproprietà, mi è sembrato un segnale non trascurabile. In questo modo tutte le spese di finanziamento, assicurazione, manutenzione vengono divise tra due o più persone  che così possano affrontare la spesa di avere un auto della marca “giusta” per l’immagine di sé. Visto che i concessionari e le case guadagnano forse più per la vendita di finanziamenti che per l’auto in se stessa e che il rischio di insolvenza diminuisce, la cosa è molto più conveniente di quanto non appaia  a prima vista. Ci sono segnali  che provengono dal Nord Europa che questa formula, allargata a gruppi numerosi di persone potrebbe sostituire il Car sharing. Ma è  come tornare al tempo del telefono duplex, quando non tutte le famiglie potevano permettersi un apparecchio tutto loro e dovevano condividerlo, ed è chiaro che la stessa formula potrebbe essere estesa praticamente ad ogni cosa, persino ai vestiti, così come anche quella del noleggio a lungo termine che sta cominciando a prendere piede, spostando l’asse del consumo da quello della proprietà a quella dell’uso.

Questo  esempio minimo e tuttavia al cuore di uno dei principali oggetti di culto da oltre un secolo a questa parte, potrebbe anche essere il segnale che qualcosa va cambiando nella struttura ideologica di base del capitalismo neoliberista, perché la proprietà, anche quella bagatellare, mai come in questo inizio di secolo è l’altra faccia del Sé, il centro dei rapporti col mondo esterno. Un cedimento per necessità sull’ontologia dell’ homo oeconomicus dove l’interesse è indistinguibile dal possesso pieno, ancorché episodico,  potrebbe anche essere la crepa quasi invisibile che annuncia l’indebolimento della fortezza. Intendiamoci le oligarchie  globaliste sono così forti o così deboli, a seconda dei punti di vista, che sono spinte a possedere tutto, dai mezzi di produzione alla produzione stessa, ma probabilmente non potranno più contare sull’adesione fideistica e sulla stimolazione degli archetipi che le ha portate all’attuale dominio. Così gli escamotage per vendere di più possono anche rivelarsi colpi di piccone.