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La Grecia torna al massacro originale

AFP_1IF2NV-k6qD-U3130319671246SrG-656x492@Corriere-Web-SezioniCome era ampiamente prevedibile e previsto Tsipras ha perso le elezioni in Grecia perché la misura degli inganni, dei tradimenti e dei cedimenti alla troika  era davvero colma. Ma non si può certo dire che le ragioni del popolo siano state vendicate, perché la liberazione dallo svenditore di ogni cosa, compresa la dignità, ha significato votare proprio per il partito della troika, ovvero per Nea Demokratia di Kyriakos Mitsotakis, ex banchiere, formatosi in Usa, rampollo di una delle più longeve dinastie politiche del Paese con il quale Renzi si è immediatamente complimentato. Dunque il massacro sociale torna all’originale dopo averne assaggiato la fotocopia e viene da ridere quando i giornali strillano che la Grecia ha cambiato pagina: niente affatto si è sempre dentro lo stesso incubo, solo che cambiano gli interpreti.  D’altronde non c’erano alternative perché in questi anni di sofferenza nel mondo politico ellenico non si è creata alcuna reale forza alternativa, di certo non rappresentabile da Varoufakis, liberista e globalista integrale dietro le poco convincenti contorsioni a margine dei conti mentre la rassegnazione domina su ogni cosa: esattamente come accade in tutta l’Europa mediterranea dove chi può scappada una gabbia all’altra perché non ha mai sentito parlare di destini collettivi e ha occhi solo per quelli individuali e chi rimane accetta un destino subalterno. L’elezione di Mitsotakis corrisponde alla speranza che arrendendosi, votando “uno di loro”, Bruxelles si rabbonisca e conceda qualche briciola. Cosa che a breve accadrà probabilmente anche in Italia.

Ciò che viene immediatamente da chiedersi è se nel mondo contemporaneo, completamente dominato dalla narrazione del padrone che ha in mano ogni tratto della formazione e dell’informazione, sia realmente possibile la democrazia. Chi legge questo blog sa che la risposta è no: i meccanismi della rappresentanza creatisi in un altro mondo e in un diverso contesto storico non sono più in grado di garantirla. E del resto l’accumulazione di denaro e di risorse da parte delle oligarchie è tale che non è nemmeno possibile immaginare un contraltare efficace costruito nella maniera tradizionale: grazie a una quasi assoluta egemonia culturale qualsiasi forma di protesta o di visione politica diversa viene ben presto infiltrata e aggiogata, anche ammesso che non sia stata creata ad hoc come quinta colonna. Anzi la presenza di una “opposizione” formale, spesso rappresentata dalle formazioni della sinistra che fu, impedisce la nascita e la crescita di movimenti più radicali che non siano più grandi di club: così in quasi tutti i Paesi dell’occidente la scelta elettorale si limita al massimo a sfumature e spesso alla scelta tra clan politicanti come del resto è naturale quando le cosiddette leggi del mercato e dell’economia diventano un discrimine assoluto.

E’ proprio da questa visione “povera” e ideologica delle cose che bisognerebbe uscire, ma la forza delle oligarchie e delle elite terrorizzate  dal demos, rende molto difficile qualsiasi cambiamento non episodico dall’interno, né in Europa, né nelle singole nazioni dove in qualche modo il modello greco viene riproposto nelle sua dinamica essenziale: ribellione, nascita di formazioni che la cavalcano e successiva conversione al sistema. La Ue non può essere cambiata dall’interno come predicano gli illusionisti perché non ci sono gli strumenti istituzionali per farlo, visto che il Parlamento ha solo un compito consultivo come gli stati della Francia del Re Sole e anche se ci fossero si scontrerebbero contro il muro di fuoco del lobbismo selvaggio di Bruxelles: solo dall’esterno, ossia dai vari Paesi può venire la spinta ad abbattere e ricreare. Ma all’interno dei vari Paesi le forze padronali rendono quasi impossibile il compito ed è solo l’infame funzionamento dell’unione continentale e della sua moneta unica, l’impoverimento delle persone e delle culture locali, tiene vivo il fuoco sotto le ceneri della politica. D’altronde nell’intero occidente vale la stessa regola: un cambiamento reale può essere possibile solo se il potere delle classi dominanti viene messo in questione dall’esterno, permettendo così di liberare le forse interne: non è certo un caso se il tentativo di mantenere sotto schiaffo l’intero pianeta e di convertirlo forzosamente, con la distribuzione di perline e specchietti o con i massacri delle guerre, sta diventando ossessivo e scomposto, senza fermarsi di fronte a nulla, nemmeno all’affamare intere popolazioni perché le classi dominanti sanno da dove arriva il pericolo più grave per il loro potere. L’equilibrio instabile può essere rotto da una scossa esterna verso che non è in quale modo gestibile e direzionabile.

Quindi per ora siamo costretti ad osservare le “elezioni” greche dove o si vota per la troika o per la troika. E si cambia sempre la stessa pagina.

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