Anna Lombroso per il Simplicissimus
Avevamo tanta paura del Grande Fratello e invece dovevamo aver paura del Grande Sbirro. E mica soltanto quello che nelle vesti di guardiano della civiltà occidentale ha imposto, spesso in modo cruento, le sue regole, le sue imposizioni e anche i suoi miti, no, anche di quelli nostrani incarnati oggi da uno che fa mostra del suo immaginario virilista e prepotente indossando tutte le possibili divise e da altri ancora euforici per via della sbornia di “tecnopolitica” che avrebbe dovuto produrre l’inclusione di un numero progressivo di cittadini nel sistema democratico e in quello decisionale, rivelandosi invece una pantomima dai risvolti ridicoli, con plebisciti istantanei à la carte. Si chiama con un bel nome da corrente democristiana il Ddl Concretezza, approvato il 12 giugno dal Senato con testimonial la ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno (Lega) che lo rivendica come una «una misura rivoluzionaria» contro i «furbetti del cartellino».
Il provvedimento introduce i cosiddetti controlli biometrici: le impronte digitali sostituiranno il badge, prevedendo nientepopodimeno che le “verifiche dell’iride” di prossima emanazione; verranno installati poderosi sistemi di videosorveglianza negli uffici e pure nelle scuole per tenere d’occhio comportamento e dedizione del personale, dirigenti scolastici compresi, ma escludendo (non a caso) alcune categorie: forze dell’ordine, magistratura, prefetti, insegnanti, per non dire, è ovvio, i parlamentari e i ministri tra i quali abbondano più i furbetti che i Travet. Non è previsto invece il riconoscimento facciale perchè non interessa quelli che la faccia non ce la mettono mai, a conferma che quando l’auspicio di trasparenza sconfina nel controllo sociale sono i poteri già forti a irrobustirsi, ad avvalersene o esserne esenti.
Chissà se Rodotà avrebbe potuto esercitare una influenza benefica sul movimento che lo voleva presidente della Repubblica, limitando i condizionamenti politici ideologici e culturali dei sacerdoti della Piattaforma Rousseau, lui che aveva stilato la lista dei 7 peccati della supremazia digitale: disuguaglianza per via della fisiologica apartheid indotta che avrebbe emarginato fino all’esclusione poveri e anziani; sfruttamento commerciale; rischi per la privacy; disintegrazione delle comunità che oggi si rivela ancora più drammatica perché investe quelle di lavoratori precari che nemmeno sanno di appartenervi e non possono difendersi in forma collettiva; dominio di chi controlla gli accessi; perdita del valore del servizio pubblico sostituito dai detentori della “rete”; dissoluzione del sistema democratico anche in virtù della regressione dei diritti/doveri in liturgie virtuali.
È improbabile, perché qualsiasi progresso se è posseduto e guidato dal mercato non può che replicarne le abitudini e gli abusi: in questo caso le formidabili potenzialità della “rivoluzione digitale” si stanno riducendo via via fino a essere cancellate, non soltanto attraverso varie e fantasiose forme di censura, di limitazione dell’accesso subordinato a finalità commerciali, ma anche attraverso una uso aberrante delle opportunità di “individual empowerement” quel rafforzamento del potere dei singoli che appaga aspettative individuali mentre diminuisce responsabilità e poteri di intervento collettivi, che quando si organizzano – è il caso dei Gilet Gialli – impiegando anche gli strumenti e agendo nelle geografie della rete, vengono perseguiti, criminalizzati e repressi proprio utilizzando le stesse modalità, intervenendo grazie all’applicazione delle tecniche investigative informatiche, che enti governativi e forze dell’ordine possono governare illimitatamente in spregio a prerogative e garanzie.
A volte – è questo il caso in oggetto, l’intento è più simbolico che funzionale, dimostrativo di una volontà autoritaria di sopraffazione. Una indagine parlamentare ha accertato che nel 2017 i profittatori, gli assenteisti conclamati sarebbero stati 89 casi su una platea di oltre tre milioni di lavoratori: è evidente che “Concretezza” ambisce a avvalorare i pregiudizi di una casta di pochi, la cui attività non è monitorata e sottoposta a controllo né dal basso né dall’alto, nei confronti di quella di molti, ma stracciona, largamente indifesa grazie all’erosione di privilegi e prerogative, che gode di una pessima reputazione non solo letteraria o cinematografica.
Purtroppo ancora una volta siamo di fronte all’uso aberrante del populismo messo nelle mani improvvide e incompetenti di ministri che vanno ovunque fuorché nella sede del loro dicastero, di parlamentari che disertano con spregio le camere, cosa non nuova se pensiamo che il Jobs Act che aveva introdotto tra l’altro criteri feroci di controllo dei lavoratori, era stato pensato e adottato da gente che non aveva mai conosciuto il lavoro, se non presso papà e mamma in funzione di secondino, o sotto l’ala benefica di sindacati assoggettati e correi o di cooperative diventate l’avanguardia dello sfruttamento e della speculazione umanitaria.
È così che una cultura e una pedagogia di servizio pubblico è retrocessa alle antiche consuetudini di un potere che ha paura e con forme di controllo occasionale e diffuso spera di contenere il dissenso antisistemico grazie a capireparto carogne, portieri di condominio spioni, bidelli occhiuti. E magari anche per la delizia della brava gente che si bea di qualche gogna tirata su nella piazza virtuale, che tanto così non sarà mai Place de la Concorde e le testoline che cadranno non saranno mai quelle dei sovrani.
Effetti patologico-distorsivi delle leggi elettorali “porcata” ?
https://www.nextquotidiano.it/alitalia-voli-casellati/
“Senato con testimonial la ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno (Lega) che lo rivendica come una «una misura rivoluzionaria» contro i «furbetti del cartellino».”
Che “i furboni della poltronaccia”, ci tocca mantenerceli pure se fuori legge e gran bugiardi, magari mettendoli per tramite “leggi porcata” ad hoc , ad approvare leggi che (s)governano la collettività.
ma si , difendiamo i Siri, i Rixi ecc… e concetriamoci su furbetti del cartellino… che furbata.
“che quando si organizzano – è il caso dei Gilet Gialli – impiegando anche gli strumenti e agendo nelle geografie della rete, vengono perseguiti, criminalizzati e repressi proprio utilizzando le stesse modalità, intervenendo grazie all’applicazione delle tecniche investigative informatiche, che enti governativi e forze dell’ordine possono governare illimitatamente in spregio a prerogative e garanzie.”
la deriva autoritaria e securitaria itaGliana e UE ( a sicuro danno se Non proprio criminalizzazione delle classi subalterne…), Non ha trovato e non sta trovando alcun freno.
“ma escludendo (non a caso) alcune categorie: forze dell’ordine, magistratura, prefetti, insegnanti, per non dire, è ovvio, i parlamentari e i ministri ”
La ratio di questa presunzione presuntuosa , vorrebe probabilmente significare che dette categorie sono oneste a priori… “stamo messi bbene”….
” “ma escludendo (non a caso) alcune categorie: forze dell’ordine, magistratura, prefetti, insegnanti, per non dire, è ovvio, i parlamentari e i ministri ”
La ratio di questa presunzione presuntuosa , vorrebe probabilmente significare che dette categorie sono oneste a priori… “stamo messi bbene”…”
Più probabilmente , in sostanza si vuole garantire l’impunità ed il silenzio sulle notevoli devianze di taluni soggetti sopra nominati… tanto paga pantalone in termini di leggi elettorali maggioritarie o in senso maggioritario, definite da un esperto in materia “porcata”, ed in termini fiscali-monetari , laddove la tassazione nella sostanza ricade, in itaGlia per la più parte a spese delle classi subalterne…cornute e mazziate, è il caso di dire per queste ultime.
vuole essere una critica distruttiva nei confronti del Movimento o vuole essere uno sprone ,se trattasi del primo caso penso che tu sia geloso per cui curati se invece è uno sprone sono d’accordo
@bellocchio a leggere il suo commento temo che l ripetute sollecitazioni che da questo blog vengono rivolte ai 5stelle perchè si affranchino dalla soggezione nei confronti della Casaleggio, siano vane, i militanti sono fuori di dubbio restii a utilizzare al meglio le critiche, a cominciare da quelle di chi, come me, da tempo non vuole essere affiliata o assoldata da una delle tifoserie in campo. E’ un peccato