Erri-De-Luca-256n22Che il potere logori chi non ce l’ha è verto, ma è altrettanto vero che il successo, specie quello eccessivo rispetto ai meriti, finisce per corrompere. Così Erri del Luca che ha sempre amato essere contro, l’extraparlamentare degli ’70,  quello che diceva “ho fatto il mestiere più antico del mondo. Non la prostituta, ma l’equivalente maschile, l’operaio, che vende il suo corpo da forza lavoro”, nonché quello  che ha rischiato un’ incriminazione per terrorismo solo per aver difeso i no Tav, si è alla fine lasciato andare a un insensato pistolotto pro Europa, immolandosi come vittima sacrificale alla macchina del consenso. Si possono facilmente immaginare quali pressioni e ricatti siano stati esercitati dal potere editoriale che discende da quello finanziario, per strappare a De Luca questo spot subito diffuso in ogni dove per tentare di convincere i più recalcitranti e  forse i più alternativi, ma lo scrittore si è vendicato portando al secchio dell’Europa argomenti così privi di senso e al limite del comico da far apparire un europeista come un perfetto coglione.

Sulla moneta unica ha cantato la meraviglia di poter pagare un caffè un euro (sic) dappertutto, cosa che certamente fa passare in secondo piano l’impoverimento di milioni di persone e la distruzione dei diritti del lavoro. Ma si sa quanto importante sia ‘o cafè per i napoletani e fa venire in mene quella canzone di Pino Daniele “nui cè puzzammo e famme, o sanno tutte quante/ e invece e c’aiutà c’abboffano e’ cafè “. Che vergognaMa sorvoliamo su questo incidente di intelligenza, su questa abbuffata di triste banalità e passiamo al piatto forte  nel quale De Luca usa un ingrediente che viene spesso spacciato da lor signori come una conquista: il fatto che uno possa andare a esplorare l’ aria tira in un altro Paese “per vedere se c’è qualcosa che mi permette di applicare il mio studio e le mie qualità altrove. Ed è libero di farlo, be’ questo è un privilegio magnifico”. Tralascio l’abominio di considerare un privilegio la disoccupazione in patria, ma mi chiedo  quando mai questo non è stato possibile? A parte qualche breve periodo dopo le guerre mondiali o le difficoltà dovute ai regimi totalitari, è sempre stato così, la gente si è sempre spostata inseguita al 99 per cento dalla feroce dea  sopravvivenza. Avete mai sentito parlare di emigrazione? De Luca sa che prima dell’Europa sei milioni di italiani sono emigrati verso gli altri stati del continente, Germania, Francia, Belgio, Gran Bretagna, con tutto che c’erano le frontiere come si dice nell’ipocrita narrazione europeista? E che dunque questo magnifico privilegio di poter lasciare il proprio Paese non è mai venuto meno? Me lo immagino proprio quello che dice, ma, si quasi quasi  vado a vedere che aria tira nelle miniere di carbone del Belgio.  Forse dovremmo cominciare a pensare invece a una società dove questo non debba più avvenire dove il privilegio sia trovare un lavoro dignitoso dove si abita o comunque senza dover tagliare i ponti con le proprie origini, le famiglie, gli ambienti, nella quale andare altrove sia una scelta e non una dolorosa necessità. Tanto più che sono proprio i meccanismi e i diktat dell’Europa neoliberista che innescano la necessità di andarsene per mancanza di lavoro e dunque favoriscono il godimento di questo grande privilegio.

Purtroppo a tutto c’è rimedio tranne che alla stupidità: ma ripeto, penso che De Luca si sia solo vendicato delle pressioni e ha detto le cose più ottuse che potevano venirgli in mente per fare l’europeista perfetto, per dire mi arrendo al ricatto, ma vi colpisco con un tiro mancino, farò finta di essere vacuo e insensato proprio come voi. Se poi così non fosse  Del Luca dovrebbe pensare alla scalata della montagna di insulsaggine che ha accumulato col tempo:  se tanto mi dà tanto siamo ampiamente sopra gli ottomila.