Si tratta di un errore ridicolo ( qui nella versione originale), successivamente corretta alle 15 e 09 del 6 maggio, dopo che una serie di personalità pubbliche avevano segnalato quello che non può considerarsi propriamente un errore, ma che è un’esplicita falsità, senza però scusarsi del fatto che sia i due autori dell’articolo, Jeanne Bonner e Jackie Castillo, né i quattro redattori che avevano passato la notizia si siano accorti di nulla. Sarebbe interessante capire quanto in questo “incidente” abbia giocato la deliberata intenzione di mentire e quanta parte invece non derivi dall’aver introiettato tesi pazzesche e ridicole al punto da non saper più distinguere tra narrazione e realtà. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a una macchina della menzogna che ormai agisce in stato ipnotico e riesce a farla franca salvo quando scivola sulla stessa merda che diffonde. Tra l’altro non si capisce bene a quale titolo queste due – chiamiamole giornaliste per comodità – si siano occupate della vicenda dell’elicottero caduto in Venezuela, visto che Jackie Castillo, figlia di immigrati anticastristi ( e questo fa capire molte cose in merito alla volontà di propaganda), vive a Miami mentre Jeanne Bonner insegna italiano all’università del Connecticut, stato nel quale vive e l’anno scorso ha vinto un finanziamento per la traduzione in inglese di alcuni testi della nostra letteratura dopo un certo successo nella trasposizione di Lessico familiare di Natalia Ginzburg e di alcune cose di Tabucchi. Cosa hanno a che vedere queste due persone con le vicende venezuelane, soprattutto quelle di cronaca? Evidentemente nulla visto che non conoscono nemmeno l’abc del Paese o forse conoscono fin troppo bene quello della propaganda.
Ad ogni modo rimane il fatto che una “svista” incredibile è stata messa nero su bianco da due giornalisti, valutata e passata da altri quattro e infine vagliata dal team editoriale senza che un errore così marchiano saltasse agli occhi di chi ogni giorno pretende di dare lezioni di correttezza e di essere il depositario della verità. Per di più la successiva correzione dell’articolo è accompagnata da una ammissione quanto mai ambigua: ” una precedente versione dell’articolo descrive in maniera errata come Juan Guaidò è diventato presidente autoproclamato del Venezuela”. Un ricamo di ipocrisia e di non senso per evitare di dire apertamente che nessuno ha mai eletto il burattino di Washington. Di certo il lettore che sa poco o nulla del Venezuela non riceve alcuna informazione sull’errore, anzi nemmeno può capire in concreto in che cosa consista. Che poi è lo scopo finale di questa informazione.