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L’arroganza del ridicolo

C_2_articolo_3205970_upiImageppTutti i golpisti democratici del mondo e ce ne sono a bizzeffe anche in Italia dove campano a spese della verità e dell’intelligenza come organismi coprofagi, si chiedono come sia stato possibile che l’onnipotente e onnisciente America abbia potuto mettere in piedi un tentato golpe come quello miserabile di Guaidò, che  ha raggiunto a pieno il solo obiettivo di rendere ridicolo se stesso, i suoi mentori venezuelani di cui anni fa è stato prelibato fantolin da cu e soprattutto i suoi protettori di Washington che si sono del tutto sputtanati nel preparare e appoggiare in prima persona un colpo di stato militare. La risposta a questo interrogativo è che l’America non è onnipotente, ma soprattutto non è onnisciente, anzi una volta uscita di scena la vecchia guardia di provenienza europea, le amministrazioni si trovano in completa balia di se stesse e delle fumisterie autoreferenziali nelle quali sono sono state allevate, sono preda della loro incapacità di comprendere il mondo reale oltre i confini territoriali e dei telefilm, agiscono in una dimensione al confine tra Disney e Tarantino.

Ci sarebbe innanzitutto da chiedersi  come si possa pensare di affidare a un ragazzotto di strada come Guaidò il compito di sbarazzarsi di Maduro. Certo i suoi ambigui burattinai locali, ben conoscendo il consenso di cui gode il bolivarismo ad onta delle violenze, dei sabotaggi e degli accaparramenti, non hanno avuto il coraggio di agire in prima persona e nello stesso tempo hanno dovuto puntare su un personaggio modesto di cui in seguito sarebbe stato semplice sbarazzarsi. E lo stesso ragionamento avranno fatto a Washington. Ma Guaidò è troppo al di sotto del bene e del male, troppo privo di qualunque carisma, troppo attaccato a fili che si vedono lontano un miglio per essere un credibile contro presidente. Probabilmente non avevano di meglio, il che è di per sè un fallimento. Ma poi pensare a un golpe militare è stata quasi una scelta della disperazione per Washington consapevole di non poter schiacciare Maduro e il regime bolivarista sul piano della democrazia, ancorché corretta col terrorismo di strada, i black out e la fame orchestrata. Una scelta assurda , perché militari che occupano posizioni vertice raggiunte sotto il bolivarismo, se proprio devono muoversi lo fanno per conquistare il potere in prima persona, non certo per delegarlo ad altri con il rischio di essere messi da parte.

Insomma è proprio l’abc che evidentemente hanno dimenticato. Infatti adesso cercano di coprire le tracce non tanto del golpe quanto della luminosa stupidità con il quale è stato concepito, dicendo che in realtà è stato il governo Maduro a tendere una trappola a questi immacolati martiri della democrazia, inducendo ministri e generali a fingersi favorevoli al colpo di mano per poi lasciare solo Guaidò e i tre o quattro scalzani al seguito. Si tratta di un interessante topos di molti tentativi di colpo di stato andati in acido prima ancora di cominciare e naturalmente serve a coprire la cialtroneria degli organizzatori, in questo caso i vertici di Washington e la truppaglia di fascisti sudamericani che campa. La cosa è addirittura patetica se si pensa che le medesime cose furono dette al tempo del tentato golpe Borghese annullato dallo stesso protagonista a pochi minuti dall’ ora x. Forse al momento decisivo che è come l’alba per i sogni, Borghese si rese conto che con 150 forestali attestati al di fuori della Rai e un altro centinaio di uomini lanciati alla conquista di Sesto San Giovanni non si sarebbe andati molto lontano. Alcuni dei protagonisti che ci fecero la figura degli allocchi dissero poi che in realtà il tentativo di colpo di stato era stato un bluff  messo in piedi come scusa per consentire al governo di emanare leggi speciali. Secondo un’altra versione, questa volta appoggiata da una documentazione presentata nel corso di una trasmissione di Minoli,  lo stop al golpe sarebbe stato dato su ordine dei servizi americani che avrebbero dato il loro beneplacito al proseguimento del colpo di mano solo nel caso che al vertice del nuovo assetto politico fosse stato posto Giulio Andreotti il quale avrebbe invece rifiutato.

Come si vede l’impasto di base è sempre lo stesso solo che oggi tutto è molto più grossolano, scoperto pur essendo altrettanto e anzi ancor più miserabile. Il lupo perde il pelo sullo stomaco, ma non il vizio.

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