guerra-valutariaLa disponibilità di documentazione è del tutto inutile se non si ha la voglia di capire cosa succeda attorno o ancor peggio quando si ha una dannata paura di farlo. Così Wikileaks già nel dicembre del 2008 aveva pubblicato un documento del Pentagono dal titolo  “Field Manual 3-05.130, Army Special Operations Forces Unconventional Warfare, scritto tre mesi prima e che  in 248 pagine si occupava di tattiche e strategie belliche non convenzionali, senza che però qualcuno prestasse attenzione a queste paginette accuratamente nascoste da quegli organi di informazione che avevano giurato di rivelare ogni cosa e hanno invece hanno buttato tutto sotto il tappeto. Eppure il contenuto di quel documento, ora riattualizzato da una serie di twitter di Wikileaks (qui) era ed è esplosivo, una vera bomba atomica perché nella sua feroce trasparenza ci narra la storia degli ultimi decenni: esso infatti afferma che il governo Usa applica ” un potere unilaterale e finanziario indiretto attraverso l’influenza persuasiva sulle istituzioni finanziarie internazionali in merito alla disponibilità e ai termini di prestiti, sovvenzioni o altre forme di assistenza finanziaria a stati e attori non statali “ e in particolare nomina Banca Mondiale, l’ Fmi e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ( Ocse), così come la Banca dei Regolamenti Internazionali (Bri), come “sedi diplomatico-finanziarie statunitensi” per raggiungere gli obiettivi che ci si è preposti.

Il manuale oltre ad affermare che questi strumenti manipolazione economica hanno una lunga storia di successi, nota che le  armi finanziarie possono essere utilizzate dall’esercito statunitense per creare “incentivi o disincentivi per persuadere gli avversari, gli alleati volontari o recalcitranti a modificare il proprio comportamento a livello strategico, operativo e tattico” e che tali campagne di guerra sono altamente coordinate con il Dipartimento di Stato e i servizi nel determinare quali aree e quali uomini coinvolgere in queste operazioni. Il manuale spiega anche nel dettaglio come tutto questo sia possibile e quali meccanismi fanno sì che  le istituzioni finanziarie internazionali, ad esempio Banca mondiale e Fondo monetario internazionale  siano essenzialmente estensioni del potere del governo degli Stati Uniti di cui appoggiano costantemente gli obiettivi geopolitici. Davvero non c’è scampo per chi non vuole sapere perché il manuale è estremamente preciso riguardo a questo: la sede della  Banca Mondiale, si trova a Washington e il presidente dell’organizzazione è sempre stato un cittadino statunitense  scelto direttamente dalla Casa Bianca. Nell’intera storia di questa istituzione non ha mai respinto una scelta di Washington e non potrebbe nemmeno farlo perché gli Usa sono anche il maggiore azionista il che rende l’unica nazione membro ad avere diritti di veto. Ma anche il fondo monetario ha sede a Washington e sebbene in questo caso il presidente non sia generalmente un americano gli Usa sono anche qui il maggiore azionista e quello che fornisce i maggiori contributi, detenendo  perciò una esplicita facoltà di comando che porta queste istituzioni ad usare prestiti e sovvenzioni per “intrappolare” le nazioni indebitate e imporre programmi di “aggiustamento strutturale” del debito, privatizzazione di beni pubblici, deregolamentazione e austerità che avvantaggiano regolarmente le società straniere rispetto alle economie locali. Se poi qualcuno dovesse fare resistenza è probabile che si trovi ad essere coinvolto in sordide storie di violenze sessuali che sono quelle più gettonate nelle operazioni sporche: è successo ad Assange come a Strauss – Kahn: i protettori del mondo hanno sempre a disposizione materiale umano adatto alla bisogna.    

Certo l’insieme di queste cose non è inedito, ma che venga spiattellato in un manuale di guerra non convenzionale  sotto il nome di governance globale lascia allibiti esattamente come la stupidità, la disonestà o il servilismo di chi fa finta che queste istituzioni siano neutrali. Del resto visto che nel 2011 siamo stati vittime di questa governance e dei suoi uomini non dovremmo avere difficoltà a ravvisare l’uso di queste strategie di guerra finanziaria e sanzionatoria in molte delle vicende dell’ultimo decennio per finire con il Venezuela dove il presidente fasullo Guaidò fa appello continuamente all’Fmi promettendo di privatizzare il petrolio e di incatenare il Paese alla macchina del debito controllata dagli Usa. Del resto questa tattica da manuale si estende a tutto il Sud America basti pensare che la concessione di un prestito all’Ecuador da parte dell’Fmi è stato concesso solo a patto di concedere l’estradizione di Assange. Mi chiedo some si possa far finta di niente