campagna-di-jugoslavia-grecia-24-aprile-1941-truppe-italiane-sullacropoli-davanti-al-partenone2Talvolta lo spirito servile cade nel patetico: un Parlamento che ha accettato e votato qualsiasi nefanda richiesta della Ue, qualsiasi rapina dei potentati europei alla cui guida c’era e c’è la Germania, qualsiasi provvedimento di ingiustizia, di impoverimento  e di disuguaglianza, che ha concesso la gestione per 99 anni di tutti i beni pubblici alla troika. vota all’unanimità l’apertura formale di risarcimento a Berlino per i danni di guerra. Ora ci sono due cose da sottolineare, innanzitutto che in realtà i maggiori danni furono inferti alla Grecia proprio dall’Italia che si lanciò nella sua folle guerra parallela coinvolgendo Atene nel disastro e che dopo l’intervento della Germania per salvare le truppe con gli stivali di cartone che il duce aveva magnanimamente concesso ai propri soldati, governò comunque  buona parte del Paese ( nella foto le nostre truppe sull’acropoli). In secondo luogo la Germania si è già presa e con gli interessi l’importo di qualsivoglia risarcimento, anche nel remotissimo caso che Berlino voglia concedere qualche spicciolo. Infine va detto che questa mossa rappresenta il tentativo di un ceto politico, ormai aborrito, di riacquistare una qualche credibilità in vista delle elezioni europee. In questo senso è molto probabile che sia stata Berlino stessa a dare il via libera alla richiesta ufficiale di risarcimento: tanto non verrà mai esaudita se non con qualche elemosina.

Il fatto saliente è che le notevoli riserve di gas e petrolio sotto il mare egeo sono già state scippate al Paese con la complicità di questo Parlamento tsipriota che è l’unico vero soggetto a cui i Greci dovrebbero chiedere il risarcimento per averli traditi nella guerra economica con l’oligarchia europea. Dunque non c’è futuro e c’è solo un  orribile presente nel quali i piccoli centri abbandonati del Peloponneso vengono di fatto comprati a quattro soldi  da pensionati  di Francia, Italia ,Belgio, Regno Unito o Germania, il cui reddito è ormai insufficiente per vivere dignitosamente nei loro Paesi di origine. Per non parlare delle migliaia di appartamenti svenduti a società come Airbnb o delle decine di alberghi che società straniere stanno costruendo un po’ dappertutto (ci sarà anche un sei stelle a forma di enorme pagoda al Pireo) o della concessione dei maggiori siti archeologici  che finiranno per sottrarre alla Grecia anche la maggior parte parte dell’economia turistica, lasciando solo qualche manciata di stipendi da fame. Trenta suicidi al mese, accuratamente nascosti dai media nel loro numero complessivo, danno la misura della situazione. 

La società greca non integra più nessuno e anzi si sta disintegrando. Come simbolo di questa situazione il notista  Panagiotis Grigoriou ha proposto l’esempio di due donne: una che ha tentato di buttarsi dal tetto perché con 400 euro al mese non ce la faceva a vivere e l’altra invece di nome Sofia Mitsotakis, nipote del fondatore di Nea Democratia e figlia di uno dei tanti orrendi caporali della finanza globale, che è stata assunta da Goldman Sachs, non appena uscita alla Johns Hopkins University. D’altro canto non c’è da stpirsi del luogo originario dell’infezione: è proprio l’ambasciatore Usa ad Atene  Geoffrey Pyatt, che interviene pesantemente nella politica greca per sostenere Tispras ogni qualvolta si trova in difficoltà e minacciare tutti gli altri. Tuttavia non possiamo non citare le cose positive fatte da dal governo e che consistono essenzialmente nel finanziamento di un film di Kostas Gavras che narra la storia di Syriza nei primi sei mesi del 2015, ovvero dalla vittoria elettorale fino a poche settimane prima del tradimento referendario. Secondo Yanis Varoufakis, allora ministro delle finanze, si tratta di “un film di propaganda compatibile con Syriza”. Immagino che quelli che andranno a votare prossimamente per la lista Tsipras ne potranno andare orgogliosi e, citando il poeta, potranno non pensare più a nulla, felici come una ragazza