povert_in_una_foto_simbolo-550-340-482977Si potrebbe dire che così va il mondo, se non fosse che è così che lo lasciamo andare. Sembra davvero straordinario che in realtà molto diverse tra loro troviamo gli stessi falsi sillogismi, le stesse proterve ragioni della diseguaglianza che sono l’unica cosa davvero globale. A gennaio Bernie Sanders, il famoso socialista d’America che la Clinton era riuscita a vincere nelle primarie con trucchi ignobili, aveva presentato un disegno di legge per portare il salario minino da 7,5 a 15 dollari l’ora con un processo graduale da terminare nel 2024. Ma adesso gli stessi democratici fanno marcia indietro con l’argomento che questa sontuosa cifra che si riduce a 9 dollari netti cui poi bisogna sottrarre l’assicurazione sanitaria e altri balzelli locali, non può essere attuata dovunque perché in alcuni stati ricchi come la California andrebbe bene, ma in altri come l’Alabama sarebbe troppo. E’ il medesimo inconsistente argomento che viene usato in Italia contro analoghi progetti ma che è totalmente privo di senso perché queste misure servono appunto a raggiungere un riequilibrio che poi fa bene a tutti come qualsiasi esperienza e statistica economica dimostra: non fosse altro perché se il valore marginale di un minimo salariale è più ampio in alcune aree e meno in altre più sviluppate, è ovvio che queste ultime finiranno per intercettare parte di quel surplus.

Si tratta solo di far naufragare qualcosa che dà fastidio ai poveri ricchi, perché alla fine “molte aziende ne risentirebbero negativamente” come dice il documento anti Sanders, solo che non si vuole mai mettere in primo piano la ragione vera del rifiuto di questi provvedimenti e si cazzeggia con assolute idiozie che a una lettura distratta possono apparire plausibili, ma solo a pensarci un attimo si rivelano delle assolute castronerie. Il fatto è che il ruolo dell’informazione è proprio quello di impedire il ragionamento.

Altro scenario, altra farsa che in questo caso ci riguarda da vicino. Questa volta ripassiamo l’Atlantico e torniamo nell’Europa dei tormenti. La Bce dal 2015 ha creato oltre 2600 miliardi di moneta, andata esclusivamente alle banche, un vero buco nero, che poi si sono guardate bene di riversarla nell’economia reale. Sarebbe stato molto meglio dare quel denaro agli stati per dare impulso ai lavori pubblici, alle infrastrutture, al recupero del territorio, al welfare o al limite trovare un sistema per darlo alle aziende in funzione della produzione e dell’innovazione del prodotto. Ma questo è vietato dallo statuto della Bce e dai trattati di Lisbona per cui una enorme massa di denaro va ad esclusivo beneficio dei padroni della finanza. Se non vivessimo in questo mondo si potrebbe persino pensare che quei 2600 miliardi avrebbero potuto trovare impiego nella riduzione della povertà la cui area si è estesa in maniera enorme nell’ultimo decennio, ma anche questo non è possibile – secondo la dottrina ufficiale perché potrebbe creare inflazione e addirittura come nelle parole dell’economista belga De Grauwe “creerebbe il rischio che la Bce fosse caricata  di troppe responsabilità sociali che non può gestire correttamente”.  Questa frase è davvero sorprendente e sconcertante perché la Bce gestisce la moneta unica cui sono strettamente legati e intrecciati tutti i trattati europei ed è come dire che la Ue stessa non può correttamente gestire responsabilità sociali.

In mezzo a tutto il chiacchiericcio emerge almeno questa verità programmatica, ovvero che l’Europa  non è in grado di gestire responsabilità sociali: ce ne eravamo accorti in mille occasioni a parte la Grecia dove questa visione ha raggiunto il suo apice, ma almeno adesso lo sappiamo con certezza e in un certo senso in maniera ufficiale. La Ue è una costruzione per ricchi.