Los Angeles Teachers Go On StrikeOggi voglio dire appena due parole su qualcosa che viviamo tutti i giorni e sull’informazione negata. Per molti anni, fin dai tempi di Berlusconi, la scuola è stata investita da un progetto di progressiva privatizzazione che, analogamente al resto dell’occidente neoliberista, aveva tre scopi principali, ancorché spesso non chiari agli stessi esecutori del disegno: eludere lo scopo dell’educazione pubblica che è formare le persone, dare loro una cultura, ovvero una capacità critica e non ridursi ad essere semplicemente un addestramento al lavoro e alle sue regole; dare un’istruzione decente solo alle classi che se la possono permettere; educare all’ideologia capitalista che alla fine è una semplice ontologia e antropologia del possesso.

Per raggiungere questo scopo si è ampiamente sfruttato il mito americano che nella più asservita delle colonie funziona sempre a meraviglia, magnificandone il sistema scolastico privatistico e i suoi successi, disgraziatamente in gran parte autoreferenziali frutto del combinato disposto di egemonia culturale e di una costante rapina di intelligenza e intelligenze. Nessuno ci ha detto in quali pietose condizioni versi la scuola pubblica americana ( dove va il 70% degli alunni) e come gran parte dei tanto famosi college fornisca un’ istruzione men che mediocre o al meglio paragonabile alle vecchie nostre scuole professionali. Soprattutto nessuno, al di là di quelli che potevano avere conoscenze concrete e interesse a diffonderle, ha mai avuto modo di sospettare  che quel sistema scolastico era contestatissimo all’interno, tarlato dentro e soprattutto concausa materiale del declino americano: come avrebbero potuto immaginarlo in mezzo ai peana di un’informazione embedded che dà per scontata la bontà di qualunque cosa si faccia oltre atlantico, la pressione della comunicazione made in Usa e la resistibile corrente di una elite medio borghese che non vede l’ora di mandare i propri rampolli ad ignorantizzarsi laggiù per ricavarne un master e un’ambita medaglia di cartone placcata oro?

D’altronde delle scuole americane si conoscono solo le stragi, ma non si sa praticamente nulla del fatto che da anni gli insegnati delle scuole pubbliche sono in agitazione per cercare di migliorare le condizioni di insegnamento, per ridurre le mega classi, per ottenere maggiori finanziamenti pubblici, per chiarire il ruolo delle scuole charter che vivono di fondi pubblici, ma sono gestite da istituzioni private, spesso con fini di lucro. Nel distretto scolastico di Los Angeles che si estende su una popolazione di un decina di milioni di abitanti nella zona in assoluto più ricca degli Usa agli studenti delle scuole manca di tutto, talvolta persino i banchi con classi che possono superare i 40 alunni, eppure la direzione scolastica dispone di 1, 86 miliardi di dollari da spendere mentre il sindaco Garcetti non sa cosa fare: si fa fotografare nei picchetti di insegnanti, ma coltiva approfonditi contatti con l’ultra nemico della scuola pubblica Eli Broad, rappresentante di un gruppo di miliardari come ad esempio i Walton acerrimi nemici della scuola pubblica. A Baton Rouge gli insegnanti scioperano contro lo stato di abbandono della scuola pubblica mentre lo stato concede gigantesche esenzioni fiscali alla Exxon Mobil. Ma le proteste e le astensioni dal lavoro si accendono ormai dovunque solo nei re mesi scorsi  in West Virginia, Oklahoma, Kentucky , Louisiana, Arizona, California, Illinois, Colorado, Washington.

Questo mette scompiglio fra i democratici che da anni sono tra i fans delle scuole charter e di una visione aziendalistica dell’insegnamento, ma che non possono voltare le spalle agli insegnanti perché, questa è la novità, i loro scioperi sono appoggiati dalla popolazione. Per ora si limitano a sganciare zero soldi, ma molti twitter: tuttavia è chiaro che si sta addensando una tempesta. E noi, imitatori in ritardo, traditori di noi stessi c’è da scommetterci che rimarremo col cerino in mano.