1667807_euro4Visto che proprio è impossibile sfuggire quel sinistro Babbo Natale che abbiamo eletto quale demone maggiore del consumo, (vedi Trilogia di Babbo Natale /1 Le origini, ) tanto vale chiedere un dono. Io chiedo la moneta da 12 euro o biglietti da 60 e persino 120.  Sto dando i numeri? Niente affatto si potrebbe fare benissimo, anzi i tedeschi  lo hanno già fatto coniando una moneta da 5 euro che ha corso legale solo in Germania e non nel resto dell’euro zona. I trattati non lo impediscono perché nulla è scritto circa la possibilità di creare moneta che non ha corso legale nell’eurozona, tuttavia all’interno di un Paese che li emette esse possono essere scambiate tranquillamente con monete e banconote autorizzate dalla Bce a pari valore,  con l’effetto di creare nuovo denaro per gli investimenti. Inconsapevolmente o meno i trattati di Maastricht e di Lisbona prevedono una vita di fuga nascosta tra i cespugli e di fatto Berlino la sta già mettendo a punto a scanso di equivoci. Ma anche Parigi lo fa seppure in maniera diversa, stampando euro francese per sei terre d’oltremare mentre per per 14 Paesi africani ex colonie produce il franco Cfa (Comunità finanziaria africana) garantendone un certo rapporto con l’euro in cambio di garanzie che valgono circa un miliardo l’anno, il che in pratica significa battere moneta per proprio conto. Nemmeno i virtuosissimi Paesi Bassi sono alieni da questo tipo di pratiche visto che la banca centrale nazionale controlla e produce la divisa usata nelle Antille Olandesi e agganciata al dollaro.

Possibile che dobbiamo proprio essere gli unici che non fanno nulla se non lamentarsi e sventolare bandiera bianca? Oppure è quel capitalismo di relazione e di corruzione che avvolge dentro le sue spire tutto lo Stivale, che lo impedisce perché contrario alle prospettive di un un mercato del lavoro senza diritti e a livelli di fame e alle merende? O è l’istinto di mettere la testa sotto la sabbia e perdere tutto pur di tentare di non perdere nulla? Qualunque proposta come quella della moneta fiscale diventa solo discussione da bar e nemmeno si mettono in piedi i trucchetti usati dagli altri che formalmente non vanno a intaccare i trattati. Anzi ci sono anche degli ottusi a tutta prova i quali sostengono che le monete da 5 euro emesse in Germania sono destinate soltanto al collezionismo, ma visto che in meno di sei mesi ne sono state coniate 2 milioni e 250 mila la cosa prende un aspetto diverso dai conii similari che anche l’Italia ha fatto in diverse occasioni e con valori anche di 50 euro che tuttavia nell’insieme ammontano a poche decine di migliaia di esemplari e sono davvero destinate esclusivamente al mercato numismatico. Il fatto fondamentale è che i cinque euro tedeschi hanno valore legale in Germania, ci si può fare la spesa e comprare le sigarette se si vuole, costituiscono chiaramente una prova d’orchestra: all’occorrenza in pochi giorni si potrebbero emettere centinaia di milioni di queste come di altre monete e biglietti di banca con valori sfalsati rispetto all’euro, ma validi all’interno del Paese e con valore di scambio alla pari con la moneta ufficiale della Bce. nulla potrebbe impedirlo.  Insomma volendo si può fare e anzi potrebbe essere una delle tattiche di uscita morbida dalla moneta unica che al limite rimarrebbe solo di riferimento bancario il cui valore potrebbe essere la media dei vari euro.

D’altro canto di questa natura partecipano anche divise più immateriali come le criptovalute  che hanno già una loro esistenza o vari tipi di monete fiduciarie senza corso legale, ma che potrebbero essere usate per pagare le tasse, oppure monete di prestito e via dicendo. Il fatto è che solo attraverso le monetine titolate in un euro, ma valide solo all’interno del territorio italiano, potremmo immettere risorse fino al 3% del pil che già permetterebbe di ridare lavoro a centinaia di migliaia di persone. Certo il coraggio se non lo si ha non ce lo si può dare, ma andando avanti così alla fine bisognerà ricorrere a quello più assurdo, al coraggio della disperazione.