xCattura-6-755x491.jpg.pagespeed.ic.1bqFJqCWO_Tutti i salmi finiscono in gloria e tutte le difficoltà del potere finiscono in attentati. Così dopo il  cedimento di Macron alla rivolta dei francesi e il suo vano tentativo di riconquistare le loro simpatie, ecco che l’ennesimo “radicalizzato” sotto sorveglianza, ma non abbastanza, uno appartenente a quel jiadismo alleato e sovvenzionato dai neocolonialisti occidentali in medio oriente, si arma di pistolae cerca la strage nel mercatino natalizio di  Strasburgo peraltro blindato dalla polizia. Comunque sia andata dev’essere un tizio politicamente evoluto perché ha maneggiato tutta la simbologia giusta: ha colpito la festa cristiana e del consumo, non ha agito nella capitale, ma in una città franco – tedesca (un po’ come Bolzano per intenderci) e per giunta sede del  Parlamento europeo. Per il governo e il presidente si tratta di un agognato diversivo che fornisce il destro per dichiarare la Francia in stato di emergenza e di blindarla per scopi interni più che esterni, ma anche un monito universale visto la che la jacquerie dei gilet gialli va in rotta di collisione con l’austerità imposta dalla Ue. Non è un mistero che le parole di Macron e il suo stucchevole e finto mea culpa televisivo, non hanno avuto l’effetto di disarmare la protesta che al contrario è ancora più incazzata di prima perché se è vero che ha ottenuto una vittoria, non vuole accontentarsi dell’elemosina del potere, di qualche regalia che sostanzialmente elude i problemi per cui si combatte. D’altra parte nulla di più può essere concesso senza mettere in crisi gli affari dell’elite e le regole Ue. Dunque…

Dunque l’attentatore subito identificato, non si sa bene come, visto che gli era impossibile lasciare la carta di identità su una bancarella, è una di quelle migliaia di schegge impazzite, di disperati o emarginati o reduci o mezzani in contatto coi servizi che covano una rabbia senza fine contro le stragi in medio oriente o sono corrosi dalla delirante prospettiva di impedire un abbandono degli occidentali dopo tanti anni di guerre terroristo – mercenarie: insomma esiste un immenso serbatoio da utilizzare e a cui fornire stimoli e indicazioni quando se ne presenta la necessità e l’occasione. Nel caso specifico si tratta di Cherif C, fuggito in un taxi che lo ha lasciato scendere nei pressi del commissariato di polizia del quartiere di Neudorf, scelta sorprendente viste le circostanze. Caso strano l’uomo ha agito dopo poche ore che la polizia era andata alla sua abitazione per arrestarlo in relazione a un’indagine su tentato omicidio e rapina, ma, non trovando l’uomo, ha perquisito l’appartamento trovandovi delle granate che sarebbero state armi assai più efficaci per una strage. Insomma una dinamica da una parte perfetta da non crederci, dall’altra così stravagante da essere incredibile.

Adesso non si attende altro che la rivendicazione di cui si avrà notizia dal sito dell’ultra sionista americana Rita Katz, monopolista dell’informazione per quella parte di mondo che ha già riferito di celebrazioni della sparatoria di alcuni membri dell’Isis e l’uccisione del terrorista fuggiasco nonché ferito per completare un copione che varia pochissimo da caso a caso. Un copione nel quale i protagonisti non hanno voce, sono soltanto ombre sinistre che sparano e muoiono, quasi ridotti al ruolo di videogiochi che non c’è bisogno di comprendere, che sono così come i programmatori hanno deciso. Ora se Gilles Deleuze diceva che “la violenza è ciò che non parla “, _Asimov era del parere che si tratta dell’ultimo rifugio degli incapaci, due frasi di quelle che si reperiscono sugli aforismari, e che tuttavia descrivono bene l’orribile insieme da qualunque punto di vista lo si voglia vedere e di quali incapaci si tratti.

Di certo Macron e l’accolita che lo sostiene, non potevano sperare in un diversivo migliore nella situazione che vive la Francia: si vede che la Provvidenza lavora per loro e anche Babbo Natale, portando questi bei regali sotto un albero piuttosto spelacchiato. Basta crederci.