E’ accaduto qualcosa di inaspettato e in un certo senso di straordinario: mentre in Italia le menti illuminate erano impegnate a capire chi fossero i gilet gialli per poterli etichettare e decidere se facevano parte o meno del loro bon ton politico, Macron ha ceduto su tutta la linea. Nel tentativo di salvare se stesso e il governo di fiducia dei banchieri ha chiesto scusa e ritirato definitivamente i provvedimenti di aumento delle accise che avevano fatto da innesco al divampare dell’incendio, ma ha dovuto promettere molto di più per sedare la rivolta: ha promesso un aumento di 100 euro al mese del salario minimo (senza aggravio per di datori di lavoro che saranno risarciti sui contributi), la cancellazione di una nuova odiosa tassa sulle pensioni inferiori ai 2000 euro al mese, la detassazione degli straordinari e si è impegnato ad ottenere dalle aziende un bonus di fine anno. Oltre a questo ha annunciato una legge elettorale che tenga conto delle schede bianche e un percorso di un decentramento dello Stato.
Come si può vedere si è andati ben oltre l’aumento dei carburanti e se anche non si tratta tratta di una rivoluzione, anzi di piccoli provvedimenti, di semplici sedativi per il popolo, per la prima volta in so quanti anni si è arrestata la corrente che portava soldi ai ricchi e sottraeva diritti ai poveri, mostrando una decisa inversione di tendenza perché la pressione popolare è stata così forte che bisognava impedirne il dilagare. Ora su questo vorrei fare alcune considerazioni così ovvie e banali che appunto non vengono mai fatte per paura che esse scavino delle consapevolezze. La prima è che il successo della rivolta dei gilet gialli è stata dovuta al fatto che le richieste sono ben presto divenute generali e che perciò hanno creato una forte saldatura fra molte aree della società che le elite neoliberiste cercano continuamente di dividere: insomma la protesta ha acquisito fin dai primissimi giorni un carattere politico nel senso più vero del termine, ha messo sotto accusa le tesi dell’austerità europea e non è si è fermata al rivendicazionismo di categoria o generazionale o alla protesta su temi circoscritti che ormai da decenni esce perdente dallo scontro con il potere. Insomma il terzo stato si è raccolto e la stessa simbologia adottata, quella dei giubbotti gialli, equipaggiamento obbligatorio su ogni auto, è stata azzeccatissima ponendosi subito l’idea di volersi porre come rappresentanza generale.
La seconda considerazione, anche questa piuttosto ovvia è che è entrata in crisi la capacità di seduzione di un intero modello che ormai mostra il suo vero volto: i gilet gialli sono l’espressione di una Francia profonda, quella dei centri piccoli e medi, non quella delle banlieu metropolitane, trasformate in lager dell’accoglienza pelosa e ha mostrato la saldatura fra ceto operaio che ha perso ogni prospettiva di risalire la china sociale e la piccola borghesia che invece si sente trascinata verso il basso. Per dirla in due parole si è invertita quella corrente di speranza in una crescita sociale che è stato il motore keynesiano del dopoguerra e che ha continuato per anni a fare aggio politico per pura inerzia anche molto dopo il suo esaurimento. L’informazione mainstream dopo aver demonizzato la rivolta nella convinzione che sarebbe stata un fuoco di paglia adesso cerca di minimizzarne gli aspetti pericolosi, dicendo che è stata un’insurrezione contro Macron, come se quest’ultimo non fosse un entusiasta dell’austerità reazionaria espressa dalla Ue e non venga contestato proprio per questa sua qualità.
La terza considerazione riguarda da vicino il nostro Paese e i rapporti con l’Europa: le promesse di Macron non sono compatibili con le previsioni di bilancio della Francia che già sforavano i diktat europei in maniera assai più decisa rispetto quelle italiane senza tuttavia incorrere nelle procedute di infrazione che Bruxelles ci ha invece ammannito. Ora il divario di trattamento si fa decisamente più vistoso e si fa ancora più vistosa non soltanto l’idiozia delle regole imposte dalla moneta unica, ma il carattere puramente politico e punitivo della Ue nei confronti del nostro governo politicamente scorretto. A questo punto un cedimento di Conte e dei suoi luogotenenti ( purtroppo assai probabile sulla via del patchwork politico) sarebbe ancora più grave perché si tratterebbe della resa di fronte a un nemico che si trova in difficoltà e confusione. L’Ue non può certo sanzionare anche la Francia visto che il gioco egemonico della Germania e dei suoi accoliti verrebbe troppo allo scoperto, deve far finta di nulla per salvare il suo bancario all’Eliseo ed evitare guai peggiori, dunque non può che infierire sull’Italia che ha fatto lo sgarro peggiore, ma che è anche priva della volontà di perseguirlo.
Comunque Macron può dormire sonni tranquilli.
È arrivato con la puntualità di un treno giapponese “l’attentato islamico” di Strasburgo che permetterà di associare le turbolenze dei Gilet Gialli con la ripresa del terrorismo e renderà possibile misure estreme di sicurezza contro gli assembramenti fastidiosi per il “governo dei banchieri”.
A mali estremi estremi rimedi.
I grandi patrimoni italiani hanno già da tempo preso la strada dei paradisi fiscali e la maggior parte delle nostre aziende di una certa dimensione paga le imposte in Lussemburgo o Liechtenstein.
Abbiamo le Cayman trasformate dal Vaticano in “missio sui iuris” scorporata dalla diocesi di Kingston, dove finisce buona parte dell’8 per mille degli italiani.
La patrimoniale finirebbe per trasformarsi nell’ennesima tassa sulle case degli italiani.
Il sistema finanziario globale ha il suo perno nella rete bancaria offshore dove l’establishment internazionale ha accatastato 32 trilioni di dollari esentasse, da dove partono tutte le incursioni speculative verso le Borse di tutto il mondo è dove vengono assemblati tutti i prodotti strutturati che hanno gettato nel caos l’economia del pianeta.
Se non si risolve quel problema e le ricchezze dell’elite mantengono quella via di fuga le patrimoniali servono a poco.
D’altronde il presidente della commissione europea era l’uomo che gestiva le trattative con le multinazionali per trasferire le sedi in Lussemburgo, quindi figuriamoci che prospettive abbiamo.
Sacrosante parole, quelle sulla patrimoniale.
@ Anonimo
la patrimoniale colpisce i grandi patrimoni, da sempre se ne parla in questo senso preciso, i risparmi i una vita di lavoro no c’entrano. E’ la lega che finge che la patrimoniale riguardi i patrimoni dei ceti bassi, per erodere il consenso a tale proposta
Per come sta messa l’itaGlia scommetterei che la faranno per colpire i piccoli patrimoni fossero pure ereditati, da eredi che vi hanno contribuito in vario modo.
Si può leggere:
http://espresso.repubblica.it/inchieste/2018/05/18/news/altro-che-flat-tax-in-italia-gia-oggi-i-ricchi-pagano-meno-tasse-di-tutti-gli-altri-1.322552?refresh_ce
Si può leggere:
SACRIFICI UMANI PER IL MOLOC DEL CRIMINE FINANZIARIO
su
ComidadPuntoOrg
Si può leggere:
https://www.carmillaonline.com/2018/12/09/accattoni/
Io ho letto brevemente che Macron ha intenzione di tassare i redditi più elevati, ma da quel poco che so non di fare una patrimoniale… beh la tassazione dei redditi più elevati, IL CONTRARIO DELLA FLAT TAX, SAREBBE CIÒ DI CUI HA BISOGNO L’ITALIA.
il primo provvedimento attuato da macron al potere è stato di ridurre la tassazione sui redditi piu alti per una percentuale molto consistente, si tratterebbe allora di una clamorosa marcia indietro
La tassazione patrimoniale può risultare iniqua perche va a colpire i piccoli patrimoni frutto di sacrifici lavorativi… colpire gli alti redditi considerato il livello infimo della tendenzialmente improduttiva, nella sostanza,classe dominate italiana , invece è sacrosanto.
particolarmente in un articolo di giornale, letto molto velocemente si accennava alla volontà di aumentare la tassazione sui redditi dei manager.
Forse leggendo velocemente l’articolo dove peraltro si parlava di macron e dei gilet gialli, ho confuso con un riferimento alla Spagna:
https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-10-11/la-spagna-aumenta-salario-minimo-e-tasse-ricchi–144547.shtml?refresh_ce=1
Da quel poco che si capisce aldilà delle sceneggiate dei gilet gialli, in Spagna stanno procedendo verso la via più corretta nel contesto UE.
Scrive il simplicissimus circa i gilet gialli che non si tratta di una semplice contestazione a Macron, come se quest’ultimo non fosse un entusiasta dell’austerità reazionaria espressa dalla Ue e non venga contestato proprio per questa sua qualità.
I gilet gialli , movimento composito ed a piu voci, nella sua maggioranza non ha posto il problema della Unione Europea reazionaria ( problema che ovviamente esiste)
I gilet gialli nella loro della loro maggioranza hanno posto il problema delle disuguaglianze economiche nella societa francese, infatti hanno richiesto una fortissima patrimoniale sui redidti apicali ( solo per fare un esempio) .
Si sono posti cioè in una prospettiva di classe, non hanno chiesto di fare piu deficit per ottenere dei miglioramenti economici, ma una redistribuzione prima di tutto all’interno della società francese, anche se ciò ovviamente finisce per impattare contro l’architettura europea
Macron ha fatto concessioni, se le pagherà aumentando le tasse ai ceti francesi che in questi decenni anno avocato a se tantissima ricchezza impoverendo gli altri connazionali ( è dappertutto così), o aumentando la spesa pubblica ed il deficit (farà sicuramente questo), sta tantissimo a cuore al simplicissimus, ma non al movimento dei gilet gialli
Il simplicissimus proprio non riesce a valutare i gliet gialli per quello che sono,l’emergere di una movimento di classe (c’è da approfondire), pr questo il simplicissimus censura alcuni loro punti qualificanti (patrimoniale), Mister Minutolo vuole mettere il cappello sul movimento francese per dargli una torsione sovranista, Lo scopo ovviamente è usare i gilet gialli per fare propaganda a favore del governo antipopolare di maio salvini (antipopolare per i suoi provvedimenti,)
Infatti, cosa c’entrano i gilet gialli con la flat tax che toglie ai poveri per dare ai ricchi? O col reddito di sudditanza per non perdere il quale ogni disoccupato dovra accettare ci contratti del jobs act di renzi appositamente non abrogato?
Il simplicissimus è in buona compagnia, Trump ha detto che i gilet gialli invocano la sua visione politica, lo stesso sta dicendo salvini che incontra gli imprenditori spostando l’asse del governo verso di questi ( grandi opere, niente misure sociali, pace con l’europa). Sarà per questo che il simplicissimus osserva con approvazione che gli aumenti salariali in Francia saranno elargiti dai datori di lavoro ma pagati dal governo Macron?
I gilet giali hanno posto le proprie esigenze direttamente ed hanno ottenuto molto, pensare che in Italia possa essere il duo Salvini Di Maio ad ottenere altrttanto per le classi popolari nostrane, che dovrebbero appoggiare i due e dargli delega, è smentito dall’operato del governo legastellato da quando esso è nato. L’appoggio popolare viene usato dai due per fare regali ai ceti ricchi italiani arretrando totalmente rispetto alle promesse elettorali fatte alle classi impoverite
Il movimento dei gilet gialli, se durerà (a sentire il simplicissimus sembrerebbe di no, dovrebbe passare la mano ai sovranisti a guida borghese) , durerà sicuramente entrando in conflitto col capitalismo e le sue articolazioni nazionali, europee e globaliste
La piccola borghesia, presente nel movimento francese, non è certo quella italiana degli anni 20, che appoggio la reazione fascista perche aveva ancora molto da guadagnare col capitalismo non ancora giunto al suo limite storico. Oggi la piccola borghesia è tale solo per la sua impostazione culturale, ma è del tutto tagliata fuori dalle possibilità di benessere esistenti nel capitalismo morituro di oggi, ecco perche si fonde in Francia con gli strati operai, e con gli abitanti delle balinieue , che non hanno iniziato o egemonizzato la protesta.
Gli abitanti delle balinieu si sono però accodati alla protesta, che non siano stati gli iniziatori e un segno della maturità della protesta, e dell’inadeguatezza delle posizioni del simplicissimus, che parla di terzo stato quando la protesta dei francesi dimostra chiaremente che il terzo stato decade sempre piu nel proletariato e lotta con questo
diversa è la piccola borghesia che guida il sovranismo italiano, è la piccola borghesia imprenditoriale, i piccoli imprenditori che per motivi storici sono in italia piu consistenti numericamente che in qualunque altro paese avanzato
Ancora nei primi anni 70, la olivetti produceva il primo computer da tavolo al mondo, itt non li faceva ancora, L’iri costruiva le camere di fusione delle centrali nucleari vendute ovunque dagli americani (eravamo leader nei settori tecnologici di punta)
C’era la crisi del capitalismo avanzante, e le spese per la instaurazione dello stato sociale, i governi di allora scelsero di consentire la sopravvivenza dei piccoli imprenditori garantendo loro ogni evasione fiscale, Alla fine di questa prima emergenza della crisi capitalistica e con gli oneri dello stato sociale, il risultato fu la sopravvivenza dei piccoli imprenditori, ma la fine di Olivetti (ad es), e del sistema delle partecipazioni statali che aveva significato intelligenti politiche economiche fatte da parte dello stato
Un prelievo fiscale adeguato sui piccoli imprenditori avrebbe consentito concentrazione di questi stessi e fornito le risorse per salvare non tanto olivetti, ma la sua proiezione tecnologica, oltre che del sistema delle partecipazioni statali che proprio da allora degenerò in sistema assistenziale
Ma forse, per il simplicissimus si tratto di un complotto di elites marziacne chee vivevano nelle profondità dell’antartico o della fossa delle marianne.
in germania ieri i ferrovieri si sono vestiti con un gilet giallo, ed hanno realizzato un grande sciopero dei ferrovieri bloccando la intera rete ferroviaria tedesca. I treni , anche quelli merci, sono stati completamente fermi, lo sciopero è riuscito circa al100% in baviera e nel baden wuttenberg, si sono bloccate anche le metropolitane.
I lavoratori delle ferrovie chiedono aumenti salariali ma anche la assunzione di 20.000 nuovi ferrovieri , e la totale rinazionalizzazioe di Deutsche Bahn ( ferrovie) , nella quale sono entrati capitali stranieri
Con questa parziale privatizzazione l costo dei biglietti è di molto aumentato e molti treni sono stati soppressi, òlo scontento per quesi fattori spiega il consenso della popolazioe allo sciopero dei ferrovieri che hanno realizzato concentramenti n tutta la germania vestendosi con i gilet gialli. La preoccupazione del governo federale è che ore simili iniziative possano partire in tutti i settori del mndo de lavoro tedesco
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Beschäftigte der Bahn traten am Duisburger Hauptbahnhof in den Ausstand (10.12.2018
Sui rapporti tra Macron e alta finanza globalista un articolo interessante di Thierry Meyssan.
“Sin dall’inizio della crisi dei Gilet Gialli è risultato subito evidente che il problema ha radici profonde e non potrà essere risolto senza rimettere in causa la globalizzazione finanziaria, cosa che Macron non può permettersi di fare.
In campagna elettorale, durante una cena a New York, Macron aveva sorpreso i propri benefattori facendo il processo alla finanziarizzazione dell’economia.
Era solo retorica elettorale, però i Kravis l’avevano subito ricondotto all’ordine: la finanziarizzazione dell’economia consente le «acquisizioni tramite leva finanziaria» (leveraged buy-out) che hanno loro permesso di diventare la potenza che sono.”
http://www.voltairenet.org/article204305.html