Non so se la rivolta dei gilet gialli che sta dilagando in Francia contro gli aumenti delle accise sui carburanti e su altri beni di consumo, riuscirà ad organizzarsi o rimarrà una vampata di protesta spontanea destinata ad esaurirsi nei aspetti e nei suoi riferimenti specifici per poi riemergere sotto altra forma o con temi molto più ampi. Ma una cosa è certa: essa non esprime un semplice malcontento, ma una collera profonda contro la continua detassazione dei ricchi e le bastonate fiscali contro i ceti popolari, anzi da un certo punto di vista si tratta di una rivolta di classe che ha poco a che vedere con contestazioni apparentemente simili che si sono innervate in parecchi Paesi e che in Italia hanno preso il nome di Forconi. Quella era la tentata sedizione, non priva di ipocrisie di fondo, di un certo mondo lavoratori autonomi, commercianti e micro imprenditori che temevano delle stangate, ma la cui battaglia era priva di qualsiasi logica politica complessiva e aveva un sapore bottegaio e corporativo, qui in Francia la cosa assume un carattere diverso, sia perché l’aumento delle accise è arrivata in contemporanea con ulteriori sgravi per le aziende soprattutto sul lato contributivo dando un definitivo segnale politico del macronismo, sia perché essa colpisce un ceto sociale preciso.
Si tratta di quei lavoratori triturati nel complesso meccanismo delle speculazioni edilizie e della gentrificazione dei centri urbani anche di media e piccola dimensione, sedotti da un modello mediatico e dalla sue false promesse, compreso il “pompaggio” sulla motorizzazione diesel, rivelatasi come la più inquinante, i quali sono finiti ad abitare molto lontano dai luoghi di lavoro trovandosi ad avere necessità dell’auto per raggiungerli nelle livide albe sconosciute alla borghesia “bobo” che sostiene Macron. “Bobo” è una geniale espressione che sta per bourgeois – boheme, un analogo del nostro radical chic rispetto al quale perde il riferimento modaiolo per sottolineare la vacuità e l’ipocrisia ideologica del suo modernismo o, se del caso, sinistrismo. Bene questo è il popolo delle periferie lottizzate, più che delle banlieues dei grandi centri urbani che sono i lager della cosiddetta accoglienza, un popolo che si ribella perché qualche centesimo in più su carburanti che già hanno i prezzi più alti del continente, rappresentano in un mese un ulteriore taglio su salari sempre più magri e sempre più incerti . Magari mme Brigitte potrebbe dire “che vadano in bicicletta” imitando Maria Antonietta, perché ovviamente si tratta per lei meno di una mancia, di 10 o 20 euro al mese, ma in realtà proprio l’enorme divario tra la causa e l’effetto ovvero oltre 3000 blocchi stradali e trecentomila persone che si sono automobilitate, ci dicono che si tratta solo di una miccia, che la collera è determinata da cause molto più generali. Non a caso solo la France Insoumise di Melenchon ha partecipato con qualche suo rappresentante alle manifestazioni, il resto dell’arco politico e gli stessi sindacati sono stati presi di sorpresa da questa improvvisa frattura fra ceti popolari e borghesia su un tema che si pensava marginale. Dal momento che vi sono stati scontri e che un manifestante è morto, subito la macchina del consenso macronista si è mossa per deprecare e demonizzare ottenendo l’effetto di mostrare ancor più chiaramente dove si trova la principale faglia sociale.
Quello che ci interessa da vicino è che è sempre più evidente lo scollamento tra popolo e grande borghesia di comando che si esprime ovviamente in molti modi, ma che fa del continente un’area politicamente sismica: un’elite ottusa, che ha in Macron il suo rappresentante antropologicamente più significativo, cerca improbabili ricomposizioni con le punizioni perché non potendo più essere amata cerca di essere temuta. Ma più punisce più allarga la collera e più crea le condizioni e la cornice per nuove forme di coesione sociale e di lotta al posto di quelle disarticolate per poter dividere e “imperare” meglio.
Si può vedere:
In effetti questo movimento sviluppatosi in francia, per quel che per ora se ne può sapere, appare autonomo da sindacati partiti e simili strumenti borghesi di controllo del mondo del lavoro ( essi nascendo producono sovente buoni risultati ma prima o poi poi interfacciandosi col capitale diventano lo strumento di questo, quindi l’ostacolo ad un successivo movimento di classe che così può arrivare solo contro di questi e producendo organizzazioni indipendenti )
il nuovo movimento francese sembra misurare tutto col metro della congruenza ai propri interessi diretti, e non col metro dell’interesse nazionale, della sovranità ( questa è al piu un pre-requisito, quando c’era non ha impedito ad es che in italia ci fossero i salari piu bassi d’europa, situazione cambiata solo con la ripresa di classe degli anni fine60 e 70),
IL movimento in oggetto sembra individuare il proprio nemico dove davvero esso è, nel potere neoliberale e macronista che espropria le masse, e non negli immigrati,, (che ad es in Italia lavorano in settori arretrati e consentono la sopravvivenza di microimprese che senza di essi chiuderebbero perchè incapaci di economie di scala lasciando spazio alle produzioni estere piu tecnologiche, assurdo pensare che offrirebbero lavoro decente agli italiani,)
In una parola, il movimento francese sembra muoversi con una prospettiva di CLASSE, ovvero non è guidato da quella piccola borghesia imprenditoriale che vuole solo ricontrattare con i poteri europei spazi economici e politici maggiori per poi ricompattarsi con il grande capitale (sono due fazioni della stessa borghesia), lasciando a bocca asciutta le masse popolari dopo avere mobilitate come massa di manovra per i propri interessi
Questa piccola borghesia imprenditoriale arretrata in italia giuda il movimento 5 stelle e la lega, basta guardare l” iideologia di Di Maio e Salvini, ed infatti è di queste ore che l’ entourage di Di Maio sta valutando di non dare piu i soldi del reddito di cittadinanza ai disoccupati, ma alle imprese che così sarebbero messe in condizione di assumere gli stessi, in pratica gli stessi incentivi che per decenni il pd ha regalato agli imprenditori che diventano sempre piu assistiti e i risultati li vediamo
Per fortuna in francia sembra emergere un movimento con veri connotati di CLASSE,se li mantiene procederà verso l’affermazione , prima o poi anche usando il potere politico degli interessi delle masse subalterne
Ovviamente oggi c’e qualcosa, che se le cose stanno come pare, è certamente molto embrionale, però un qualcosa che andrebbe difeso, contro i tentativi di riassorbimento nel grembo del capitale, che sicuramente saranno effettuati da forze borghesi che si proporranno come interlocutori (tipo la Le Pen, in italia lo ha fatto grillo circa lo scontento impedendo che sorgesse qualcosa come i gialli francesi)
Per evitare il riassorbimento movimenti simili non possono che collegarsi a movimenti analoghi di altri paesi europei, mettendo in iscacco politico le istituzioni di bruxelles, quale europa se è rivolta daper tutto?
Non è difficile, anche i sovranisti si sono sviluppati in tutti i paesi europei, prendendo ad esempio i colleghi esteri. Quando parlo di ripresa di classe intendo precisamente quanto detto, e non le assurdità che mi vengono attribuite, quali rivoluzione, movimento femminista e brancaleone e simili assurdità di gente che continua ad abbaiare alla propria ombra
E’ anche evidente che lo scontro nazionalistico con la francia, con la germania, e non con la borghesia di tali paesi, serve solo ad impedire che un movimento di classe simile simile che potrebbe nascere ad es anche in Italia, o c’era in grecia, e compagnia cantando, si colleghi organicamente con i movimenti omologjhi di tutta europa. Ciò sarebbe il vero scacco per le borghesie di comando europee unificatesi a bruxellesto , tra le quali c’e anche quella italiana
Cadde improvvisamente il capitalismo di stato sovietico, può andare in crisi anche lìeuropa, ma serve un movimento di classe
finalmente il simplicissimus sembra tornare a ciò che esprimeva prima della sua ubriacatura di maio- leghista, non solo analisi empiriche molto accurate ed informative, che già di per sè sono un passo in avanti rispetto alla ideologia pseudo-democratica neoliberale che ha infestato i decenni precedenti
Ma anche valutazioni realistiche, nell’inreresse del lavoro e ceti popolari in caene ed ossa , non nall’interesse di generalità astratte ed irriflesse come sono per i Di Maio Salvinisti la sovranità il popolo la nazione etc
Si può leggere:
https://it.blastingnews.com/cronaca/2018/11/gilet-gialli-contro-autostrade-spa-assassini-002782161.html