Vogliono farci fare la fine dell’asino, quello che in una favola viene condannato per aver confessato un peccato veniale, mentre gli ipocriti grandi peccatori che hanno mentito per la gola, simulando un’integrità che non hanno, diventano impietosa giuria per aggiudicarsene la pelle dopo l’esecuzione. La bocciatura ufficiale della finanziaria italiana per quello 0,5% di sforamento è visibilmente frutto della stupidità delle elites europee che si sono lasciate prendere la mano dalla loro paura: terrore che il gioco di una unione in mano ai banchieri, alle lobby, alle multinazionali, solo una perversa caricatura di un sogno premeditatamente ucciso dall’euro, possa finire, travolta da un malcontento che comincia a dilagare. E così se la prendono con il cosiddetto governo populista italiano per punire la devianza degli elettori, sperando che questa “punizione” del tutto priva di senso, visto che in passato sono stati consentiti sforamenti più consistenti, possa in qualche modo evitare il contagio ed essere di esempio.
Ma come nella fiaba tutto questo serve a nascondere i peccati: la situazione precaria di Commerzbank e Deutsche Bank che sono pieno fino all’orlo di multe e di titoli spazzatura per un valore che è parecchie volte quello dell’intero pil continentale, per non parlare dei guai cui stanno andando incontro Wolkswagen per la questione dei diesel truccati, comune in realtà un po’ a tutti i costruttori, ma focalizzata sul colosso di Wolfsburg a causa della recente “guerra” tra Berlino e Washington, oppure la Monsanto, acquisita dalla Bayer, che rischia di essere travolta dalle richieste di risarcimento per il famigerato glifosato, il quale, dopo 40 anni di uso indiscriminato, ora è sotto accusa, guarda caso nel momento in cui l’azienda non è più americana. Ma anche la Francia è in grande crisi, vive in costante stato di fibrillazione contro l’inquilino dell’Eliseo nonché di altri buen retiri meno solenni, mentre il presidente della Renault rischia di essere arrestato in Giappone e di far saltare in aria il matrimonio con la Nissan che rappresenta la parte forte del gruppo. Tutto questo mentre in Danimarca è scoppiato il bubbone della Danske Bank che ha riciclato 4000 miliardi euro sporchi (praticamente due volte e mezzo il pil italiano) con la complicità della Bce che ha fatto finta di non accorgersi di nulla. Ed essendo governatore Draghi, noto “non vedente”, non ci si può nemmeno stupire più di tanto. A questo si devono aggiungere i segnali negativi che arrivano da un raffreddamento dell’economia globale e il sostanziale fallimento del quantitative easing della Bce: come scrive il Wall Street Journal la banca centrale europea non sa costa facendo in una situazione che dalle speranze propagandistiche di una specie di boom è passata ad essere a un passo da una nuova recessione. Verrebbe da dire che il QE sia stato più che una specie di trampolino, un espediente per inviare la fine dell’euro.
Insomma è abbastanza chiaro che la rotta di collisione scelta da Bruxelles e priva di senso da qualsiasi parte la si guardi, compresa quella della salvezza dell’Unione, non è altro che da una parte il tentativo di colpirne uno per educarne cento, ma dall’altra anche quello del tutto opposto di precostituirsi un alibi e una ragione in vista di un possibile collasso dell’Unione che i Paesi forti, Germania in testa cominciano a vedere come l’unica possibilità di evitare un gigantesco riequilibrio una volta preso atto della situazione endemica e strutturale della crisi iniziata del 2008. E’ del tutto evidente, con buona pace dei politicanti di infimo livello e dei salotti bene, che 5 miliardi di scostamento sono un nulla nella situazione complessiva e non sono nemmeno una novità, visto che la Francia se ne discosta per 7 miliardi. Il fatto è che si sta tentando un divorzio per colpa e non consensuale, tanto per mantenere limpida la coscienza di elites europee fallimentari.
A proposito di Europa e dell’asse franco-tedesco:
http://marcodellaluna.info/sito/2018/10/28/litalia-e-il-nemico-carolingio/
Eh…
foedus iniquum
L’asse franco-tedesco non agisce in modo indipendente, ma sotto il diretto controllo statunitense come dimostrano le recenti formazioni di complessi militar-industriali europei in cui i fondi di investimento americani Vanguard e Black Rock sono soci di minoranza, ma con il diritto di partecipare alla scelta dei componenti dei vari consigli di amministrazione e con accesso diretto ai progetti militari.
Più chiaro di così.
https://comedonchisciotte.org/trump-ha-dato-la-sua-benedizione-alla-creazione-di-un-esercito-europeo/
Il fatto “strano” è che Non si vogliano unificare le finanze per costruire un buon stato sociale a livello europeo, ma per strutture belliche in un clima guerrafondaio probabilmente pericolose per i cittadini europei, sembra che le si possano trovare tranquillamente.
C’è di che preoccuparsi.
Uno come Jorge sta aspettando il Godot rivoluzionario incarnato nel suo modo di vedere abbastanza distorto da alcuni scioperanti di categoria … stiamo freschi.
Il termine Stato Sociale, per i banchieri e generali americani che gestiscono a mò di giunta sudamericana il loro Paese, deve fare lo stesso effetto di una secchiata di acqua santa sul corpo di un indemoniato.
Piuttosto che ripetere l’esperienza scatenano una guerra nucleare.
“una secchiata di acqua santa sul corpo di un indemoniato.”
Che magari guerrafondai indemoniati lo sono per davvero.
Si può vedere:
La UE è sempre stato un progetto americano per semplificare il controllo degli Stati europei.
Il piano, elaborato dai servizi di intelligence insieme al Piano Marshall e portato avanti dal Dipartimento di Stato per molti decenni, prevede una struttura verticale con la Germania al comando.
Il Pentagono aveva dato il suo assenso perchè il suo interesse principale riguardava l’area del Pacifico e considerava l’Europa una zona di secondaria importanza.
Con l’arrivo di Trump le cose sono cambiate, perchè probabilmente una parte dell’elite americana si è preoccupata dello strapotere acquisito dalla Germania e ha temuto un avvicinamento con la Russia di Putin.
Anche se il Dipartimento di Stato USA non ha smesso di sostenere l’obiettivo originario è chiaro che una parte dello Stato Profondo appoggia Trump e vuole ridurre o addirittura smantellare il baraccone europeo.
Questa incertezza del potere imperiale ha evidentemente provocato confusione tra i governi alleati/sudditi del continente che, abituati a ricevere ordini abbastanza coerenti negli anni passati, non sanno come comportarsi.
Anche le minacce contro il governo italiano appartengono ad un’epoca passata, visto che Salvini sa per certo di poter contare sul benevolo appoggio dell’amministrazione USA e di poter portare avanti il gioco fino allo scontro finale.
Steve Bannon e l’ambasciatore statunitense in Italia Lewis Eisenberg sono i suoi angeli protettori.
Buona disamina, della situazione politica
Ti ringrazio, anche se rimane da capire se nei piani americani il nostro governo rientra come entità da difendere per stabilire una base sovranista importante in Europa o solo come elemento di destabilizzazione di un’organizzazione non più in sintonia con i progetti americani.
Alla fine Bannon e Soros rappresentano due visioni realmente contrapposte del futuro dell’ecumene occidentale o sono solo due parti di una commedia nella quale fingono di combattersi per destabilizzare in realtà i sudditi europei?
Il fatto che Bannon provenga dalla mitica Georgetown University, l’università dei Gesuiti, da cui sono usciti Kissinger, Brzezinsky e tutti i grandi architetti della politica americana, sia di destra che di sinistra, sia globalisti che sovranisti farebbe propendere per la seconda ipotesi.
Gli USA sono una potenza imperiale, ed è tipico delle potenze imperiali attuare politiche di divide et impera…
sperando che sia diversamente.
Si può leggere:
https://scheggetaglienti.wordpress.com/2018/11/09/face-off/