Anna Lombroso per il Simplicissimus
C’è poco da star tranquilli se l’opposizione al governo di buzzurri e cafoncelli consiste nell’incauto tirassegno di accecati dalla furia vendicativa con l’appoggio di altri ottenebrati per via dell’appoggio incondizionato al proprio club calcistico, malgrado le molte partite perse e vendute. Nei giorni scorsi una delle più entusiaste cheerleader della rockstar in cerca di una arena per i suoi concerti stonati, fosse pure quella di Giletti ha attaccato il governo in carica per via dei contratti siglati con il Pentagono per l’acquisto degli ultimi due lotti di cacciabombardieri F35. I 5stelle si sarebbero macchiati di tradimento nei confronti degli elettori (e lei se ne intende) che avevano promesso “tagli draconiani” alle spese militari per finanziare il reddito di cittadinanza.
In realtà la firma per l’acquisizione era stata messa dall’esecutivo Gentiloni, dopo un fruttuoso negoziato condotto dalla generalessa n. 1 in quota rosa gallonata e impennacchiata, e concluso frettolosamente a un paio di mesi dalle elezioni.
Lo fa sapere la generalessa n.2, che naturalmente si guarda bene dal fare retromarcia, perché pare che l’esercito della coalizione Lega-5Stelle, dopo aver detto tanti no, all’Europa, alla pressione fiscale, al primato dei privati, all’obbligatorietà dello stato di necessità, sia poco incline a “fare no”. E infatti quegli F35 così scamuffi da essere schifati perfino da Trump che infatti manda i suoi commessi viaggiatori in divisa a rifilarli ai più citrulli o ai più strangolati dal racket, ce li teniamo. Fosse mai che facciamo la figura dei micragnosi non pagando la tassa di iscrizione al circolo dei Grandi: secondo il generale Vincenzo Camporini, vice presidente dell’Istituto affari internazionali e già capo di Stato maggiore della Difesa non potevamo perdere l’opportunità di approfittare di una offerta generosa quanto vantaggiosa, una di quelle occasioni che inseguiamo tutti nei giorni nell’outlet della Nato, se già ora il prezzo di un F-35 A è pari 89,2 milioni di dollari, il 5,4% in meno dei lotti precedenti e dunque “di un costo estremamente inferiore rispetto a ciò che abbiamo pagato per gli straordinari ma cari Eurofighter” per di più considerando l’obiettivo di scendere sotto quota 80 milioni nel 2020”.
E difatti la ministra Trenta ha fatto 31 in una intervista, indovinate un po’, alla rivista americana specializzata Defense News, nella quale, oltre a confermare l’impegno italiano nel programma F35 ribadisce che l’Italia punta a raggiungere l’obiettivo Nato di spesa per la Difesa, annunciando che entro il 2024 l’Italia spenderà il 2 per cento del pil, più di 100 milioni al giorno (attualmente sono 64), quasi 40 miliardi all’anno, più di 100 milioni al giorno, anche grazie, c’è da ricordarlo, al generoso contributo finanziario del Ministero dello Sviluppo Economico, che per questo “investimento” è costretto a richiedere a istituti di credito (soprattutto Intesa, BBVA e Cassa Depositi e Prestiti) prestiti bancari a tassi da strozzini: fino al 40% del finanziamento erogato, con un costo annuale di interessi che nel 2017 è stato di 310 milioni, per il 2018 ammonterà a 427 milioni, come chiunque, compresa l’opposizione, poteva leggere del budget previsionale del Ministero della Difesa, messo a punto dal precedente governo, che passa dai 20,3 miliardi del 2017 ai quasi 21 miliardi del 2018. Si tratta di un incremento che rafforza la tendenza di crescita avviata dal governo Renzi con circa 1,6 miliardi in più rispetto al bilancio Difesa del 2015, con l’1,3 % in più rispetto all’inizio dell’ultima legislatura e al 18% in più nelle ultime tre legislature.
Ma non ci dobbiamo preoccupare. Lo abbiamo detto ai cittadini per anni che le spese per gli armamenti andavano ridotte e cominciamo a ridurle, ha commentato in merito Luigi Di Maio. Gli attuali missili Aspide arriveranno al termine dell’età operativa nel 2021. Il nuovo sistema di difesa, Camm-Er (i missili Camm-Er, la nuova arma aerea che dovrebbe prendere il posto degli Aspide, sarebbero “indispensabili” nel sistema di difesa terra-aria a medio raggio di nuova generazione Enhanced Modular Air Defence Solutions (Emads), capace di ingaggiare una “molteplicità di minacce dal cielo”) costa è vero mezzo miliardo di euro, ma spalmato fino al 2031. Da subito bisogna stanziare solo 25 milioni nel 2019. D’altra parte se il progetto non decolla, ha aggiunto, si rischia che basi, aeroporti e le nostre missioni all’estero restino sguarniti.
E non sia mai che rischiamo una figuraccia in qualità di guardiania e base operativa per missioni alle quali ogni tanto veniamo ammessi in funzioni meramente esecutive ma non meno cruente: che anche i droni oggetto di particolare attenzione da parte della Difesa, hanno bisogno di un dito che fa clic per sganciare un ordigno.
Le spese italiane di supporto alle 59 basi USA in Italia ammontano in media a 520 milioni l’anno e la contribuzione ai bilanci Nato a 192 milioni l’anno, mentre poco si sa sui costi occulti dei (MNUR), le spese cioè per l’ Approvvigionamento Mission Urgent Need Requirement Incremento del livello di protezione delle Forward Operating Base/Forward Support Base FOB/FSB in teatro d’Operazione, sic, le gite e escursioni militari all’estero con 16 anni di presenza in Afghanistan e 14 anni in Iraq, mentre quelle per il costo della base a Gibuti intitolata all’eroe di guerra fascista Comandante Diavolo ci levano di tasca 43 milioni l’anno. E c’è poi la nuova flotta navale, circa 5,4 miliardi di euro o gli 800 nuovi blindati per oltre 5 miliardi. In sostanza proporzionalmente spendiamo già più di tutti: un aumento (in termini reali) di oltre il 10% della spesa per le forze armate, a fronte di aumenti del 3% della Germania, dello 0,6% della Francia e 0,7% della Gran Bretagna. Un incremento maggiore persino rispetto a Stati Uniti (+1,7%), Russia (+5,9%) e Cina (+5,4%).
Che noia ripetere ancora una volta l’abusato slogan, finché c’è guerra c’è speranza, o meglio, profitto. . Il budget per la difesa (circa 15 miliardi l’anno in Italia, a fronte dei 30 in Francia e Germania) viene presentato da sempre come un’opportunità di crescita per il sistema-Paese, con il pretesto che si tratterebbe di investimenti che hanno un effetto moltiplicativo sul Pil estremamente elevato, con ricadute occupazioni notevoli e ritorni in innovazione tecnologica superiori a qualsiasi altro comparto industriale. Mentre è risaputo che per generare scoperte e sperimentazioni poi riutilizzabili in ambito civile si dovrebbe promuoverne la circolazione, mentre il capitale umano impiegato nella ricerca militare è tenuto a rispettare vincoli di segretezza, che da un lato generano un ritardo nell’innovazione e dall’altro rendono impossibile sfruttarne i ritorni in ambito commerciale. E che noia dover ricordare che per corsa agli armamenti si intende una dinamica delle rivalità, per via della quale la mancata guerra tra Stati Uniti e Unione Sovietica a colpi di bombe atomiche deve persuadere a esaltare i fattori di deterrenza a colpi di approvvigionamento di strumenti bellici, come condizione intrinsecamente stabile per garantire una sicurezza destinata invece a decrescere al moltiplicarsi delle armi disponibili e della gara continuamente rilanciata a chi è più minaccioso e più robusto.
Che noia smentire che l’impiego delle risorse negli armamenti sia un ottimo investimento, quando per aumentare la domanda basta produrre più guerra, più morte.
Difficile non sognare che prima o poi l’esercito deponga le armi per impugnare gli strumenti di lavoro per ridare sicurezza, dignità e bellezza al nostro territorio, pale e badili per rimuovere le macerie del Centro Italia, ragione e conoscenza per ridare onore e rispetto alla Costituzione che all’articolo 11 recita: l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Con l’ aggiunta contemporanea, sempre più necessaria, che il conflitto mondiale c’è già, dei ricchi contro i poveri, dei pochi contro il popolo dei nativi e di chi dalla guerra condotta a colpi di mortaio, bombe e povertà cerca riparo.
Buonasera,
ho ragione di credere che questa marcia indietro sui bidoni F 35 e più in generale sulla mancata riduzione della spesa militare, non è stata e non sarà l’unica promessa non mantenuta da Di Maio e da m5s. Che fine ha fatto, per esempio, lo sbandieratissimo superamento di Jobs act e “buona scuola”? E altri nodi verranno presto al pettine quando si dovranno affrontare questioni essenziali e urgenti sulle quali lega e m5s non sono esattamente in armonia, come separazione delle carriere dei magistrati e loro responsabilità, ambiente, mercato editoriale e legge Gasparri, immigrazione.
Tuttavia è sulle questioni sollevate dalla signora Lombroso nel suo eccellente articolo che l’ambiguità della posizione di m5s molesta e incollerisce, perché Di Maio, Di Battista e altri dirigenti “di peso” si erano profusi i reiterati No a F35 e No ad aumenti di spesa militare nell’ambito Nato e ritiro di militari italiani dalle zone di guerra e tempestivo e congruo taglio ai fondi per gli armamenti offensivi.
Evidentemente impegni presi con le telecamere più che con gli italiani…
@Luigi è come pensa lei, e quindi è ancor più irritante la gamma di motivazini che si danno a questi retromarcai: difesa del suolo patrio, rilancio dell’innovazione tecnologica e tutela dell’occupazione. Tre indegne manipolazioni di realtà accertate, come ho cercato di dire nel mio post. Tra la’ltro anche quelli che hanno dato il loro voto a livello locale si accorgono che questa è la tendenza: come a Roma sulle case occupate, sullo Stadio, sui rom e su temi in merito ai quali è ormai impossibile attribuire le responsabilità al passato per giustificare impotenza e incapacità, soprattutto quella di rompere la continuità con le scelte criminali del tempo andato.
Buon pomeriggio,
lei, cortese signora Lombroso, forma anche oggi una lunga linea di ingiustizia e disperazione. Ma ha ascolto oggi la denuncia? Perché la disperazione e l’ingiustizia che lei non copre, davvero sono qui, e le possiamo vedere, toccare perfino. Eppure una moltitudine -una maggioranza- volge in altro luogo lo sguardo. Troppo impegnata nello spostamento veloce e frenetico e ossessivo verso carriera, successo, affermazione, DANARO, non si cura di chi siede male, di chi rimane indietro, di chi è per terra : di chi sta “dietro i vetri e guarda gli altri ridere e star bene”(Giovanni Arpino).
La politica di ieri non guardava, non voleva guardare: demandava. A già grassi latifondisti e industriali la tutela di strade e ponti, a un petroliere la cura dei tossicodipendenti, a un assassino e a un brigante l’accoglienza e così via continuando. Ma la politica di oggi ha assorbito. Tante persone lo scorso 4 marzo hanno affidato le loro speranze e le loro istanze a m5s, che aveva -pareva avesse- fattezze di buona politica alla buonora: inganno e disinganno anche lì, come prima con Renzi e vassallame, come ancora prima con… Oggi la politica è azzittire il capo del governo, è il rincorrersi continuo dei due veri capi del governo. Che so, Di Maio fa un sacco di affari col tagliagole egiziano senza proferire parola sul povero Giulio Regeni e anzi permettendogli di barbugliare “Regeni è uno di noi”? Quell’altro per tutta risposta prende e massacra un altro po’ di profughi. Oggi la politica è tutto un festeggiare e dita a V e pacche sulle spalle e sorrisi dall’alto dei cieli invece di scendere giù giù giù dove deve essere la politica alta e dove è chi guarda da dietro i vetri e stare in mezzo a loro e dire la verità.
Il def di questo governo oltrepassa jobs act? Perché si riparla di voucher e mai più di art. 18? Perché non dite cosa effettivamente contiene? Chi davvero beneficerà della flat tax?
Perché il cosiddetto Reddito di Cittadinanza fa figli e figliastri? Perché avallate lo schiacciamento continuo di donne e bambini che sono già per terra? Perché permettete che 20 bimbi egiziani vengano privati di mensa e scuolabus? Perché non stigmatizzate intolleranza e pregiudizio e disuguaglianze? Chi ha votato m5s davvero voleva questo?
Lei, cortese signora Lombroso, come ho scritto all’inizio, fa partire ogni giorno la necessaria scintilla. Eppure sapesse quale stanchezza, quale infinita stanchezza…
Attento, abitante del pianeta
guardati! Dalle parole dei Grandi
frana di menzogne, lassù
balbettano, insegnano il vuoto.
La privata, unica, voce
metti in salvo: domani sottratta
ti sarà, come a molti, oramai,
e lamento risuona il giuoco dei bicchieri.
Antonio Porta