Stanno mobilitando tutto e tutti per l’operazione paura. E sul fronte, come ufficiale di complemento, non poteva mancare Piero Angela che per decenni ha propalato la gaia scienza democristiana e atlantica attraverso una divulgazione che spesso ha usato le scienze esatte per accreditare della stessa natura le interpretazioni economiche e sociologiche che sono invece un diverso modo di fare politica. Non voglio negare al personaggio il merito di aver dato vita in questo Paese, alla divulgazione scientifica di buon livello, ma nemmeno voglio sottrargli il demerito di averla fatta in maniera sommaria, senza mai entrare nel vivo del dibattito scientifico e subalterna in tutte le sue angolazioni, ad onta delle agiografie correnti, lasciando che il lavoro vero venisse sostituito sia dall’acquisto massiccio di documentari e servizi così da non stimolare la nascita di un documentarismo autonomo, sia congelandola in una sorta di area privata che non ha fatto scuola visto che alla fine ha lasciato posto solo al figlio – un buon liceale nella migliore delle ipotesi – in un’epigonia verso il basso che è al tempo stesso sfacciato nepotismo.
Ora Angela, come se stesse parlando del principio di Archimede o delle equazioni differenziali della termodinamica ci dice che l’impennata dello spread è un grave pericolo per il Paese perché ci farà spendere “decine di miliardi in più” e naturalmente è subito stato ripreso da Repubblica e dalla informazione di regime che ormai ha solo lo spread come arma per tornare al pieno comando delle operazioni. Il compito di Angela sarebbe stato invece di spiegare nei particolari cosa è lo spread, ovvero il differenziale tra i titoli decennali del tesoro italiano e quelli tedeschi, ma non lo fatto per un ottima ragione: che se venisse rivelata qualche informazione articolata e specifica attorno questa ennesima espressione inglese usata proprio perché ai più non dice nulla e suona come un clangore vocale minaccioso (si potrebbe benissimo usare differenziale, scalino, gradino eccetera eccetera) si capirebbe benissimo che le decine di miliardi di interessi esistono solo nella narrazione degli Angela e degli Arcangela caduti della politica. Infatti secondo i calcoli dei tecnici del Ministero del Tesoro, fedelissimi a Mattarella se non a Draghi, dunque non sospetti, l’aumento dello spread a maggio, ovvero da 150 a 300 punti (poi nato il governo è calato) ha fatto sì che la spesa per interessi nel 2019 sarà del 3,6% del Pil invece del 3,5% delle previsioni precedenti, ovvero di appena lo 0,1%. Siccome nei mesi successivi il differenziale è calato questo dato va ulteriormente rivisto verso il basso., sempre che già non sia stato enfatizzato. Certo meglio evitarlo, ma comunque non si tratta di decine di miliardi e il Paese sicuramente non andrà in bancarotta per questo, tanto più che si può benissimo ridurre al minimo l’emissione dei titoli a dieci anni che sono gli unici a creare i problemi. Anzi lo si sarebbe dovuto fa tempo.
Non voglio inerpicarmi nei meandri delle prassi tendenziose di mercato, ma ci sarebbe anche da contestare il fatto di rapportare i titoli italiani solo a quelli tedeschi, un vero assurdo proprio perché siamo dentro a realtà complesse dove girano decine di titoli sovrani a cominciare da quelli europei che interagiscono fra di loro, nella quale i titoli considerati più sicuri sono anche quelli che offrono meno o addirittura una perdita netta come appunto quelli tedeschi e dove infine sono soli i grandi investitori che dettano legge in vista di interessi del tutto extra finanziari. Già così, a volo d’ uccello si vede che il mitologico spread, la sua scelta come indicatore unico e semplicistico, fatto appunto per la divulgazione della paura, è solo la voce del padrone il quale lo gestisce come vuole, anche se c’è qualche pezzo di quark che vorrebbe attribuirgli il medesimo status delle leggi di natura, tanto per dare una mano ai miliardari sulle barricate. Del resto da buon pianista non rinuncia a suonare sul Titanic per distrarre i passeggeri dalll’iceberg prossimo venturo.
Bisogna anche dire che i Trattati alla base dell’Unione Europea prevederebbero parità di trattamento tra gli Stati membri, mentre, a parte la questione dello spread differente in regime di moneta unica, abbiamo anche altre violazioni tollerate per alcuni Paesi e non per altri, come il nostro.
Ad esempio, abbiamo le Casse Depositi e Prestiti pubbliche, tedesche e francesi, che aiutano appunto con denaro dei contribuenti le aziende nazionali e il franco coloniale stampato in Francia, quindi una moneta parallela all’euro, che viene prestato a prezzo di strozzinaggio a 14 nazioni africane che devono pagare gli interessi in dollari o euro.
Inoltre, l’articolo 345 del Trattato sul funzionamento dell’UE stabilisce che le istituzioni europee, e qui tenetevi forte, non possono intervenire sui singoli Paesi sulla necessità di effettuare privatizzazioni; la qual cosa vale per gli Stati principali, come Francia e Germania, mentre il nostro governo viene inondato continuamente di letterine minatorie riguardanti l’obbligo assoluto di smantellare l’apparato pubblico.
“L’unica spiegazione è la presenza di un cartello bancario che impone regole contrarie a qualsiasi principio economico.”
È IL CAPITALISMO, BELLEZZA… un coacervo di corporation private ( anche bancarie…) organizzate in Oligopolio-Duopolio, se non proprio in monopolio, CHE PREDICANO IL LIBERISMO E E LA CONCORRENZA-COMPETITIVITÀ, CON IL C…LO DEGLI ALTRI, tenendosene a debita distanza con svariati accordi collusivi ed elusivi della concorrenza.
“CHE PREDICANO IL LIBERISMO E E LA CONCORRENZA-COMPETITIVITÀ, CON IL C…LO DEGLI ALTRI”
Ogni riferimento alla vignetta illustrazione di cui sopra Non è casuale.
Poi, qualche economista dovrà spiegarci come mai, alle aste dei titoli del debito pubblico italiano con una domanda che supera nettamente l’offerta, sia necessario subire lo “spread” per rassicurare i mercati.
L’unica spiegazione è la presenza di un cartello bancario che impone regole contrarie a qualsiasi principio economico.
giusto, il punto vero è su questo terreno qui, non può esistere un vero mercato dei titoli di stato, L’italia, come ogni paese, deve rifinanziare il proprio debito (400 miliardi), necessariamente e dentro un limite temporale preciso,
Le istituzioni finanziarie che lo acquistano, possono tranquillamente fare investimenti diversi, e senza limiti temporali stringenti
per cui , data questa sperequazione, non si può parlare veramente di mercato, o meglio si può parlare di mercato nel senso che uno stato indebitato si trova nella stessa condizione di un salariato che è costretto a vendere la propria forza lavoro
i tanto citati mercati, non sono per niente tali
“i tanto citati mercati, non sono per niente tali”
Il mercato di concorrenza perfetta è più utopico del comunismo… la concorrenza è propaganda buona a convincere il povero cristo che deve lavorare di più per la medesima paga o lavorare uguale rinunciando a parte della paga e dei propri diritti.
Es ist Kapitalismus..
ho elaborato una mia teoria che se fosse applicata potrebbe sovvertire parametri di riferimento .QUESTA:
Proporrei di pagare a tutte le persone che ricevono soldi dallo stato a forma di emolumenti di essere pagati fino a 4.500/ 5.000 euro con monete europea corrente e il restante con i Famosi BTP decennali ,chissà come la prenderebbero i vari Napolitano (900mila euro/anno) Dini (500.000 euro /anno) Giuliano Amato idem ,Prodi,ecc.ecc. addiritura certi in Sicilia prendono 1.900 euro al GIORNO si al giorno .
Penso che tutte queste persone si sacrificherebbero per la Patria ,o no.