Se piegano la testa allora vuol dire che sono come Tsipras, se invece resistono ai ricatti come è successo con la Nota di aggiornamento al Def e la resa del ministro Tria, sono invece dei pericolosi sovversivi o magari Tsipras di destra. Se di fonte alla disubbidienza europea del governo Conte è assolutamente scontata la reazione scomposta e rabbiosa degli ambienti euro finanziari e dell’asse politico che da esso dipende in via diretta, diciamo dalla Meloni alla Boldrini frequentatrici assidue del bar Quirinale, non è altrettanto scontato il giudizio negativo di quella galassia della sinistra italiana che ambirebbe a riconquistare i ceti popolari, ma che quando si passa dalle parole ai fatti sembra smarrirsi e ritrovarsi assieme al padrone a recitare la preghiera mattutina davanti alle borse. La si ritrova a chiedersi se la disubbidienza ai diktat europei che sottraggono risorse e diritti alle classi popolari non susciti una reazione vendicativa che finirà per colpire i più poveri. Tutto questo è davvero straordinario perché è l’esatto contrario della politica: se sei costretto a ubbidire a un sistema costruito sulla disuguaglianza, illudersi che questa possa essere smussata all’interno di tale paradigma, è semplicemente un non senso, una fuga dalla razionalità e dalle responsabilità. O molto più spesso un autoinganno per giustificare un’ incombente vacuità.
Qui non si tratta di dare un giudizio positivo o negativo del governo, di valutarne la coerenza interna o di discutere se il leggero allentamento unilaterale del deficit e dunque della spesa pubblica, ( peraltro praticato in silenzio e sottobanco fin dal 2015, ma qui è la frattura ufficiale che conta) andrà a favore dei ricchi o dei ceti popolari: tutti questi elementi ovviamente contano, così come pesa il fatto che molti provvedimenti governativi appaiono ambigui e/o abborracciati. Tuttavia in questa fase tali fattori sono del tutto marginali di fronte al coraggio o alla disperazione della disubbidienza aperta e senza gli infingimenti degli anni passati ai poteri oligarchici di Bruxelles che sono la causa prima oltreché la causa efficiente dell’impoverimento e della devastazione dei diritti. Una disubbidienza che nessuno si aspettava davvero e che è calata col rumore di un maglio su chi sperava che alla fine si trattava solo di un gioco delle parti. Capisco che una certa sinistra rosichi nel constatare di essersi lasciata sfuggire la primogenitura, di aver da tempo perso i contatti con le classi di riferimento, di sentirsi protagonista di un gioco da tavolo piuttosto che della realtà, ma invece di fare ciò che le sarebbe proprio, ovvero combattere perché l’aumento di deficit vada a favore di chi è stato trascinato nel vortice della povertà e della non rappresentanza, se la prende col deficit stesso finendo per essere sulle stesse posizioni di Junker e dell’establishment.
La cosa è ancora più grave perché le decisioni governative non sono certo la vittoria definitiva, ma solo l’inizio di una battaglia che sarà lunga, difficoltosa e richiederà scelte radicali che probabilmente gli attuali protagonisti non sono in grado di fare o di concepire, fatto salvo l’intervento di Padre Pio. Ma non si può negare un elemento significativo che va ben al di là di Di Maio e di Salvini che di certo non sono Cavour: la scelta di resistere ai diktat di Bruxelles e di diventare degli eretici della teologia finanziaria berlinese, piuttosto che orientarsi su una resa ammantata di belle parole o di finte ribellioni come da 20 anni a questa parte, significa che il clima nel Paese è profondamente cambiato e la calata di braghe non paga più.
A fronte di questo vediamo una sinistra che nella sua nella sua fuzzy logic si divide nella sostanza alla ricerca di future unità di forma elettorale: il segretario di Rifondazione, Maurizio Acerbo, per esempio, ha promosso un appello contro l’adesione a Potere al popolo, cercando alleanze per le elezioni europee con De Magistris e soprattutto con l’Altra Europa che ha ancora Tsipras fra i suoi eroi, ovvero in un possibile coacervo dove l’unica cosa certa è la contraddizione. Se davvero ci crede si vede che non ha capito proprio niente, se invece cerca una cadrega personale ha proprio capito tutto. Ma ormai parecchi spezzoni della sinistra italiana che in qualche modo avevano un senso in contrasto dialettico con una grande formazione genericamente a sinistra come furono il Pds e per breve tempo i Ds, con l’avvento del veltronismo e del renzismo, hanno cessato di esprimere una posizione politica per diventare una questione freudiana.
@ Anonimo
ma lei il problema ce lo ha alla prostata o dove ? ripete le stesse cose senza avere argomenti rispetto alle precedenti risposte, contenute nei commenti di due post fa…
Guardi che investimenti pubblici sono già stati fatti nei bandi infratel per esempio, e l’appalto lo ha vinto una società controllata dall’Enel.
E quindi, Openfiber, sta realizzando una rete in fibra nelle zone a fallimento di mercato, PER BENEFICENZA, senza alcun profitto ?
Sembra il mondo di esprimersi di qualche bulletto borghese, narciso e viziato… per caso Lei Jorge è un bulletto borghese ?
Preciso che non ho promosso alcun appello a non aderire a Pap di cui sono stato uno dei fondatori e promotori.
C’è un appello di compagni di rifondazione contrari alla partrcipazione del partito a Pap ma si tratta di un appello che critica la linea da me proposta.
E infatti è sottoscritto da compagni che non hanno votato il documento da me proposto.
Saluti comunisti e libertari
Maurizio Acerbo
Non mi risulta che Maurizio Acerbo abbia promosso un appello contro l’adesione a Potere al popolo. Come mai dice questo?
Guardi che investimenti pubblici sono già stati fatti nei bandi infratel per esempio, e l’appalto lo ha vinto una società controllata dall’Enel.
E quindi, Openfiber, sta realizzando una rete in fibra nelle zone a fallimento di mercato, PER BENEFICENZA, senza alcun profitto ?
Volevo postare @Jorge…
“Tuttavia in questa fase tali fattori sono del tutto marginali di fronte al coraggio o alla disperazione della disubbidienza aperta e senza gli infingimenti degli anni passati ai poteri oligarchici di Bruxelles ”
Già, meglio essre gli idoli dei poteri oligarchici italioti, quelli che hanno voluto la miseria di massa dei lavoratori col Jobs Act (e infatti il piddino calenda se la prende con gli ingrati)
https://www.repubblica.it/politica/2018/09/29/news/calenda_boccia_confindustria_pd_manovra-207697514/
Se si continua a far finta di non capire che il capitalismo straccione italiano NON è un’alternativa all’ordolibeismo europeo, non si farà molta strada.
Si può leggere:
https://www.carmillaonline.com/2018/09/09/ce-posta-per-lui/
A partire dai 70, quindi, il capitalismo è irreformabile, non è piu keynesianizzabile perchè soddisfare piu domanda (deficit spending ) significa anche più impianti da installare ed il problema della complessiva non remunerabilità della spesa tecnica rimane intatto
Data questa situazione, richiedere politiche keynesiane, è come se io richiedessi ad Anonimo di strafregarsene del suo tumore alla prostata (?), e di lasciarlo stoicamente concrescere, Una richiesta del genere esprimerebbe solo un moralismo del tutto astratto dalle circostanze reali
“se questo viene meno il deficit pubblico non sara mai ripagato con la tassazione (fallimento keynesismo)”
LA SPESA PUBBLICA SI RIPAGA TASSANDO OGNI (!!!) TIPO DI REDDITO GENERATO DALL’INVESTIMENTO PUBBLICO, QUINDI PURE I SALARI (IRPEF!!).
Una volta indetti vari appalti al fine di sviluppare i trasporti pubblici ( su rotaia…), LE IMPRESE CHE VI PARTECIPERANNO LO FARANNO POICHÉ IL PROFITTO IN PRIMA BATTUTA, VERRÀ GARANTITO LORO DALLA SPESA PUBBLICA IN CONTO CAPITALE.
Guardi che investimenti pubblici sono già stati fatti nei bandi infratel per esempio, e l’appalto lo ha vinto una società controllata dall’Enel.
E quindi, Openfiber, sta realizzando una rete in fibra nelle zone a fallimento di mercato, PER BENEFICENZA, senza alcun profitto ?
Lega e 5 stelle non vogliono uscire dall’euro, nemmeno battersi per un sistema di cambi fissi, di conseguenza gli sfondamenti di bilancio possono essere solo minimali .
I due partiti hanno accettato la Nato e di diminuire le spese militari non se ne parla
La lega vuole abbassare le tasse, soprattutto a piccole imprese residuali ed elusori fiscali, i 5 stelle vogliono spendere di più per reddito di cittadinanza e qualche misura ambientale. L’ incontro tra le minori entrate fiscali (lega), e la maggiore spesa per il reddito di cittadinanza ( 5 stelle), può avvenire solo sul terreno della eliminazione dello stato sociale universalistico, eliminazione da giustificare con l’assegno mensile a chi e senza lavoro
Una impostazione del genere del genere già si preannuncia con la seconda stangata su luce e gas che partirà fra circa un mese o poco più
E’ la logica dei ticket crescenti, del doppio circuito ospedaliero, intra moenia per i ricchi, e servizi tardivi e minimi per tutti gli altri. I ricchi si staccheranno dall’universalismo dello stato sociale per usufruire dei centri di prim’ordine sanitari scolastici, pensioni private (centri la cui apertura sarà una nuova occasione di valorizzazione per gli investimenti privati)
Per tutti gli altri la scelta tra sanità , servizi, hard discount, o pubblici tardivi e miinimali gravati da ticket crescenti, tanto essi sventurati avranno un reddito minimo garantito e saranno in grado di scegliere sceglire tra questa gamma bassa di servizi concorrenti
E’ la logica di hayeck e von mises, i veri padri del neoliberismo che non ha origini statunitensi ma austriache, costoro erano tutti favorevoli al reddito di cittadinanza garantito
Mr Minutolo scrive : ” molti provvedimenti governativi appaiono ambigui e/o abborracciati. Tuttavia in questa fase tali fattori sono del tutto marginali di fronte al coraggio o alla disperazione della disubbidienza aperta e senza gli infingimenti degli anni passati ai poteri oligarchici di Bruxelles ”
E’ invece proprio i provvedimenti governativi, se calati nella tendenza storica che la nostra realtà da qualche decennio, rivelano la natura di puntello al sistema oligarchico del governo attuale
non si tratta di incertezze iniziali da cui estrarre e salvare la capacità di contraddire bruxelles, si delinea invece il progetto di modernizzazione sovranista. Ovvero, dare un minimo vitale a chi perde il lavoro affinchè gli sventurati debbano pagarsi in proprio, e ridotte a lumicino, tutte prestazioni prima erogarte dallo stato sociale, con gran risparmio per il bilancio dello stato.
Al di là delle intenzioni di partenza, e questa la modernizzazione sovranista, che in pratica spreme di più i ceti popolari sotto la copertura ideologica dell’agognato stipendio statale a chi non lavora, e di una diminuzione delle tasse che invece si è gia detto sarà solo per le imprese e non per le famiglie.
La modernizzazione che per l’oggi diciamo sovranista, è il futuro orrido che ci prospetta il capitale sul viale del tramonto, è la prossima carta su cui essanzialmente convergeranno le differenti fazioni della borghesia di comando, pur dando luogo a schieramenti politici fintamente contrapposti onde intruppare e controllare le classi popolari con flebili richiami alle tradizioni e famiglie storiche della politica ,
Parliamo della fazione borghese tecnocratica europeista, tendenzialmente piddina. Di quella leghista- neoliberista legata ai ceti imprenditoriali incapaci di economie di scala. A queste si accoda, come sempre nella storia, la micro- borghesia bottegaia e democristiana in stile di maio che è alla guida del movimento 5 stelle cavalcando lo scontento popolare
Fronte a la Macron e schieramento sovranista a guida borghese useranno la retorica buonismo-cattivismo sull’immigrazione, maggiore o minore adesione ai trattati europei, maggiore liberoscambismo o un po di protezionismo, per intrupparci tutti al carro del capitalismo così come su di un terreno diverso fecero prodi e berlusconi nei decenni scorsi.
Ma questa volta per portarci alla definitiva distruzione della solidarietà sociale sulla scorta della disintegrazione di un sistema economico che non ha niente piu da dare all’umanità