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Il Pd si risfonda

ce-lo-chiede-cettoOgni tanto nel totale nulla politico la vecchia guardia che occupava il discorso pubblico dagli spalti patinati o dai backstage televisivi, si sveglia dalla botta elettorale e comincia a chiacchierare  di “rifondazione del Pd” in nome dell’Europa o più oscenamente ancora di Tsipras e di Macron, non si capisce se in un attacco di stupidità terminale o come segnale di soccorso lanciato a Bruxelles. Ma il fatto è che rifondare il Pd è assolutamente impossibile, visto che questa formazione non è mai stata fondata, ma al contrario deve la sua  nascita allo sfondamento di ciò che rimaneva dei valori della sinistra. Il suo compito principale era palesemente quello di sfruttare le foto di famiglia per andare a destra senza disgustare il proprio elettorato, così da creare, come è nei voti delle oligarchie. una falsa dialettica tra destra e sinistra e duna democrazia più rappresentazione che rappresentativa.

Per questo si è abborracciata un alleanza elettorale con i pretivendoli della Margherita, ma senza alcun tipo di ipotesi sociale che non fosse quella neo liberista, probabilmente per impedire che dal calderone antiberlusconiano, magari chimicamente attivato dalla crisi economica incipiente (la fondazione avviene tre mesi dopo la prima crisi di Lehman Brothers), potesse favorire posizioni e formazioni politiche realmente critiche, in fuga dalla zattera del  prodismo che in Italia era la faccia presentabile della regressione sociale. Sarebbe interessante chiedersi che fretta ci fosse nel mettere in piedi il Pd che obiettivamente relegava Prodi nel passato e ne minava perciò il governo; che fretta ci fosse nel creare un vasto tavolo di confronto con Fini, Casini, Buttiglione, Maroni e Calderoli in vista delle “riforme” di cui il Paese aveva bisogno e che oggi sappiamo quali fossero, mentre veniva ufficializzata la chiusura alla Sinistra Arcobaleno. Ad ogni modo non c’è stata alcuna fondazione politica nella nascita del Pd, ma semplicemente la presa d’atto di una mutazione già maturata, nella quale è anche possibile scorgere briciole che portano ai poteri oligarchici esterni al Paese.

Ovviamente questo lo possiamo dire col senno di poi, dopo il loftismo veltroniano, le partite a bocce di Franceschini e Bersani, l’appoggio al montismo e l’ascesa di Renzi che ha prodotto il becero attacco alla Costituzione mai visto e con esso ai corpi intermedi proponendo il leaderismo quale unica via al potere: negarlo oggi  rappresenta solo la dissennatezza del presente. Si può davvero pensare che gridando (e poi da che pulpito) al ritorno del fascismo ( mentre in alcune realtà locali come La Spezia si profilano alleanze Pd – Forza nuova) o ai pericoli peraltro mai chiariti e coerentemente spiegati del populismo si riesca a risalire la china dopo una politica che non ha niente a che vedere con la lotta alle disuguaglianze e alle ingiustizie? Che rappresenta una vergogna per la sinistra di qualsiasi orientamento? Davvero c’è chi crede che non perdendo occasione di dare ragione ai padroni in tutti i casi, dal ponte Morandi, alle chiusure domenicali, al reddito di cittadinanza, all’opacità delle ong, si riafferra il consenso o si può plausibilmente fingere di fare sinistra? Altro che rifondazione a forza di cene o di riscrittura di statuti che restituiscono a pieno la statura evanescente di personaggi che sembrano più adatti a fare gli animatori nei villaggi turistici o forse meglio ancora pazienti di istituti psichiatrici come ha detto Calenda dopo il suo fallimento conviviale. Per non parlare dei tanti “amici” che reggono la bara del caro estinto di cui di epoca in epoca si sono serviti per campare egregiamente come quel buontempone di Pansa che non pago dei suoi attacchi alla Resistenza, chiede il golpe militare contro i populisti o Augias che vuole la patente per il voto e scopre gli orrori del suffragio universale: diciamolo, erano solo cretini in servizio permanente effettivo di intelligenti, reazionari che si credevano progressisti. Erano omminicchi che si spacciavano per uomini, come del resto quel popolo manzoniano dei fori cadenti che ancora, dall’alto

Tutto questo non può essere rifondato perché nato, consapevolmente o meno, come maschera, depistaggio, retroscena  o nel migliore dei casi illusione è una storia completamente chiusa e tutti i protagonisti principali non possono che suscitare repulsa e rigetto  Solo cominciando una nuova storia, completamente differente, abbandonando Renzi al suo progetto di essere Silvio junior, si può sperare in un riscatto, sempre che alla fine non escano le solite frasi fatte dettate da fuori o il foglio non rimanga bianco per mancanza di cose da dire.

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