Alle volte vivere in questo Paese comincia a farmi senso e dire che ne ho viste parecchie a cominciare dalla Bolognina per finire a Renzi. Ma il peggio non giace mai in un avvallamento stabile, è per sua natura scosceso e franoso, trascina sempre più in basso. Così ieri ho dovuto sopportare l’ignobile cicaleccio dei padroni bugiardi e dei cretini contro il povero Di Maio che ha pensato di contenere l’apertura domenicale e festiva della grande distribuzione dove ormai il lavoro è semi schiavistico con orari prolungati oltre la decenza e tutto in straordinario obbligatorio, magari non tutto in chiaro.
Non so cosa abbia spinto Di Maio a questa decisione, in che misura essa sia stata l’espressione di un pio familismo , di un calcolo elettorale o di una visione più razionale delle cose che ha spinto anche governi liberisti come quello di alcuni stati americani o del Giappone a difendere i piccoli esercizi commerciali contro la grande distribuzione, ormai forte di regole del lavoro talmente deteriorate e selvagge da permettere ogni abuso. Ma quello che certamente colpisce è che l’annuncio ha suscitato l’indignata reazione sia dei berlusconiani e degli stomaci pelosi di ogni origine, ma anche di quella parte politica e di opinione che si finge progressista: tutti impegnati a recitare il rosario di Coop, Farinetti, Esselunga e compagnia vendente, secondo la quale qualche chiusura domenicale provocherebbe addirittura 50 mila e passa licenziamenti, Purissime balle che naturalmente l’ambiente dell’informazione moderna ed evoluta si è ben guardata dal verificare, chiedendone conto agli autori. Vorrei sapere in quale universo possa accadere che la cosiddetta sinistra si opponga al miglioramento sia pure minimo delle condizioni di lavoro e sta toto corde con i padroni. Forse in quello dove i padroni sono quelli che fiancheggiano e nutrono la politica, dopo essere nati da un’idea di uguaglianza per poi tralignare come le coop?
Sta di fatto che la canea dei progressisti padronali si è dimenticata di leggere le statistiche: la grande distribuzione con i marchi ad essa aggregati che è poi l’unica a protestare, ha dapprima cominciato le espulsioni dal lavoro e ha ricominciato ad assumere solo quando gli orari prolungati fino a tarda notte, le aperture domenicali e festive hanno permesso nuovi profitti spingendo anche a una cascata di nuove realizzazione del grande commercio divenute appetibili grazie a questa sorta di modernissima deregulation. Tutto il processo si è svolto dall’inizio del secolo: sono stati creati 21 mila posti di lavoro, soprattutto in relazione alle nuove aperture di supermercati e ipermercati, ma nel frattempo si sono persi 130 mila posti nella piccola distribuzione, con una rapporto di uno a sei. Problemino per scolaretti progressisti: quanto fa 130 mila meno 21 mila? Soluzione 109 mila posti di lavoro persi e soprattutto 109 mila persone ormai messe in condizione di accettare qualsiasi diktat dalle centrali padronali. Quindi anche a voler astrattamente ipotizzare una reale espulsione dal lavoro a seguito delle nuove regolamentazioni, non si tratterebbe che di qualche migliaio di persone che sarebbe però compensato da un aumento molto più grande nella piccola distribuzione.
Si sa però che non si è asini volontari una sola volta, perché una mistificazione tira l’altra: è proprio la grande distribuzione a pesare come un macigno sul mondo agricolo imponendo ridicoli prezzi alla produzione per poter ampliare il proprio profitto ed è dunque lei che alla fine impone anche cosa si debba coltivare. Ma come non sono proprio i progressisti i fan della territorialità, del chilometro zero, del biologico, degli anti ogm e fanno invece il tifo proprio per i meccanismi che stanno distruggendo tutto questo? Ma via stanno solo scherzando la distruzione dei posti di lavoro si accompagna allegramente anzi logicamente al gigantismo della distribuzione. il resto è solo narrazione.
L’ha ribloggato su SUSSUKANDOM e ha commentato:
il reblog degli altri
Ma è possibile,in una società dove tutti lavoriamo a turni,trovare un supermercato,o comunque un negozio che vende cibo,aperto di domenica? Perché parlate di famiglia delle commesse e basta?? E i cuochi,camerieri?? Ma che palle!! Al supermercato fanno turni da 4/6 ore….possono si lavorare!! Ma basta! I negozi piccoli,ammettiamolo,sono cari e si paga il doppio rispetto al supermercato! Io andrei solo nei negozi piccoli,quelli in centro,ma mica si può fare un mutuo!! Scusi eh…ma è mia misera opinione!
“Al supermercato fanno turni da 4/6 ore….possono si lavorare!! ”
quindi le commesse dei supermercati fanno turni brevi che consentono di lavorare anche la domenica, sono delle privilegiate e per di più scansafatiche
lei è sicuramente in buona fede, lo si vede quando aggiunge mica posso fare un mutuo per andare al negozietto in centro, ma dice delle cose che con una qualche riflessione diventano difficilmente sostenibili
Sembra che la difesa della chiusura domenicale fatta dal simplicissimus, la porti a vedere le commesse dl supermercato come nemiche dei camerieri e di tutti quelli che hanno orari perticolari.
Ma a ritenere troppo esigenti i dipendenti del supermercato si rotola tutti verso il peggio, perchè allora sarà un privilegiato da mettere alla catena chi guadagna un misero stipendio o ha un orario civile, rispetto a molti giovani appena assunti che guadagnano la miseria di 600 euro al mese con assurde condizioni di lavoro
———————————
Forse piuttosto che formulare ragionamenti del tipo “tanto nei supermercati i commessi sono sfruttati, tanto vale imporre al supermercato la generale chiusura domenicale che va bene pure al piccolo negozietto “,,,,,,,,,
……… Il Simplicissimus poteva partire dal punto di vista di chi lavora e non del piccolo bottegaio, magari avrebbe detto paghiamo il doppio chi lavora la domenica e diamogli uno smontante di riposo oltre il giorno libero settimanale, e con la possibilità di rifiutare il lavoro domenicale un certo numero di volte
Che poi queste condizioni le riesca a soddisfare il supermercato o il piccolo negozietto, a chi è alla parte del lavoro, non importa una beneamata minchia
Purtroppo il simplicissimus si è immedesimato nel piccolo padroncino bottegaio ( si fa per dire, spesso i piccoli esercenti che non hanno chiuso non mancano di margini), pensando che ciò sia una cosa nobile perche il supermercato è grande e grosso quindi cattivo. Ma così’ sempre dalla parte dei padroni si è, dopo tanti post scritti per decantare la dignità da ritrovare per il lavoro
Inoltre, è strumentale dire che con la legge di di maio si perderanno tanti posti di lavoro nei supermercati, è altrettanto strumentale dire che che i posti persi nel supermercato saranno recuperati in numero maggiore nei piccoli esercizi. Il supermercato per sua natura è meno caro, e la gente che ci andava la domenica vi si recherà quando lo troverà aperto aperto, appunto, mica si può fare un mutuo per andare dal piccolo negoziante…..
Invece di cadere in una certa visione radical-chic del piccolo è pittoresco, sarebbe bene esigere leggi sulle condizioni di lavoro e sulle qualità dei prodotti rigide e severe. Al pari del piccolo negoziate, anche il piccolo produttore agricolo non può fare economie di scala, e deve sfruttare per forza l’extracomunitario, altrimenti il barattolo di pomodoro dovremmo pagarlo 5 euro
I desiderata del simplicissimus sono possibili solo superando il capitalismo, se no tutto si riduce al soffritto regionale tipico e salubre ma solo per straricchi e sfruttatori
il miglior articolo sull argomento che ho letto ..io cortocircuito della sinistra ormai anni luce dal popolo che poi secondo loro li dovrebbe premiare. .questi asx hanno solo il portafoglio
Sono d’accordo con tutto ciò che è stato scritto.
“lotte della logistica,punto di irradio di lotte piu complessive, pagine di sindacati di base i cui esponenti piu significativi sono andati incontro a mistificazioni giudiziarie (aldo milani). Si tratta di una realtà enorme che chi vuole speculare sulla falsa alternativa buonisti/ cattivisti si perita di occultare, cioè più o meno tutti.”
Sono realtà che Non hanno prodotto alcun sciopero Generale, a testimoniare che trattasi perlopiù di scioperi di categoria, per la “personalissima paghetta”, a voler pensare male.
Questi della logistica, pensano ( o forse lo pensa Jorge…), assieme a sindacati altri che forniscono loro supporto, di essere il centro del mondo…NON LO SONO, sono una categoria fra le tante, di lavoratori.
Detta categoria di lavoratori ha fatto nella migliore delle ipotesi degli scioperi di categoria, punto.
Per i lavoratori, Non rappresentano alcun tipo di “avanguardia”, tant’è che i loro scioperi di categoria, tali sono rimasti.
Quelli della logistica per quel poco che ne so è da ca. 5-6 anni che fanno scioperi anche abbastanza strutturati…SONO ARRIVATI A FAR SCIOPERO CON CA. 10 ANNI DI RITARDO, TENTANDO DI CHIUDERE LA STALLA QUANDO “I BUOI ERANO SCAPPATI” DA UN BEL PEZZ0.
Scioperi un po’ all’itaGliana, Non del tutto credibili, dove si intravede ben poca solidarietà di classe E VISIONE STRATEGICA…. ( sembrano misere) tattiche mirate ad ottenere la “paghetta” più che altro… situazioni di quel tipo muoiono nei medesimo ambiti in cui sono nate, all’interno della propria particulare categoria (!) , in ossequio all’inderogabile e ferreo principio del divide et impera, imposto dalle classi dominanti a danno delle classi subalterne.
Non c’è coscienza e solidarietà di classe, in realtà… in compenso pare di vedere parecchie ed estemporanee “sceneggiate napoletane” che le scimiottano.
“Non CI SONO coscienza e solidarietà di classe”
“Non c’è coscienza e solidarietà di classe, in realtà… in compenso pare di vedere parecchie ed estemporanee “sceneggiate napoletane” che le scimiottano.”
“Rivoluzione all’itaGliana”, insomma.
Simplicissimus scrive :
“è proprio la grande distribuzione a pesare come un macigno sul mondo agricolo imponendo ridicoli prezzi alla produzione per poter ampliare il proprio profitto”
Con jobs act, decreto dignità, e decennali politiche di contenimento salariale solo con quei ridicoli prezzi alla produzione la gente normale può comprare ad es una confezione di pomodoro pelato.
Il sindacato USB ha calcolato che se a tutti i lavoratori della filiera fosse pagato uno stipendio decente tale scatola di pomodoro dovrebbe costare circa 5 euro, oggi ne costa mediamente dai 60 ai 90 centesimi.
Neanche si può pensare che con 60 90 centesimi il supermercato faccia i super profitti descritti, questi soprattutto dipendono dal numero immenso di merci vendute quotidianamente.
—————————————–
Ovviamente , questo contenimento è possibile grazie allo sfruttamento del lavoro degli immigrati da parte delle aziende agricole italiane. tipo quelli della diciotti, Un euro e mezzo orario per una giornata di 12 ore di lavoro. Nel foggiano morì per queste condizioni Giovanna Clementi, ormai anche gli italiani cominciano a lavorare in condizioni del genere
Sicchè, quando alcuni sostengono che gli immigrati costituiscono un esercito di riserva che fa abbassare il salario degli italiani, dicono una cosa del tutto falsa. Se non ci fossero gli immigrati, e poichè gli italiani a ragione non lavorano ad 1,5 euro orarii per 12 ore quotidiane, allora la confezione di pomodoro al supermercato dovrebbe costare 5 euro pieni.
A questo punto, saremmo invasi dal pomodoro olandese che costa pochissimo, l’Olanda satura ad esempio l’enorme mercato tedesco, 80 milioni di consumatori, pomodoro fresco e conservato.
Evidentemente, se nell’agricoltura non ci fossero gli immigrati, oltre che i posti di manovali agricoli che già non esistono piu per gli italiani, la nostra nazione perderebbe anche delle aziende agricole di tipo schiavistico che producono però comunque reddito ed inoltre impediscono un peggioramento della nostra bilancia dei pagamenti.
Ciò significa che gli immigrati costituiscono un fondo del barile del mondo del lavoro italiano che non già impoverisce, ma al contrario arricchisce gli italiani, anche quelli che stanno molto male economicamente
Questo ragionamento, sviluppato per sommi capi, ci dice anche in generale che bisognerebbe guardare la stratificazione della manodopera nelle aziende produttive italiane, conoscendole in concreto. E non formulando ideologismi, magari raccattati nel circolo idealistico che si forma nella rete, senza supporto dei dati empirici.
Nella stratificazione internazionale del lavoro l’ olanda si è ritagliata un ruolo che senza i democristiani e la retorica del piccolo è bello a scopo elettorale sarebbe potuto essere il nostro ruolo, ma oggi non si recupera un gap rispetto alla meccanizzazione ed alle enormi estensioni dei terreni agricoli , è un problema di capitali che mancano ma anche di struttura della proprietà, e quest’ultima e una cosa che si cambia solo con le rivoluzioni (oggi per l’agricoltura siamo fuori tempo massimo)
———————————————–
Questi fatti non sono senza conseguenze, se si capisce il ruolo oggettivo che hanno gli immigrati nella economia italiana, allora si comprende anche che quelle di Salvini circa ad es la Diciotti, sono solo manfrine.
Il numero degli immigrati presenti in italia non dipende dagli arrivi che avvengono in certi momenti critici particolari, quando ingenui e destrorsi ripetono “e mica possono venire tutti in Italia”. Neanche dipende come vorrebbero quelli a la Macron, (Pd, etc) da crisi umanitarie dopo le quali gli extracomunitari diminuiscono, ipocritamente ci dicono che da anni gli arrivi ed anche i presenti in assoluto diminuiscono
Il numero degli extracomunitari è quello che necessita al capitalismo attuale, nè uno di più ne uno di meno, Ovvero, il numero degli extracomunitari è quello che con permette al capitalismo italiano di reggersi nella divisione internazionale del lavoro, dando anche uno zuccherino in più agli italiani che senza lo sfruttamento degli extracomunitari non sarebbe possibile.
E’ la segmentazione capitalistica del mondo del lavoro, che rende possibile lo sfruttamento di tutti quelli che lavorano, extracomunitari ed italiani, secondo un dosaggio scientifico che permette di mantenere il controllo assoluto.
Salvini, serve solo a nascondere questo meccanismo complessivo facendo credere che la presenza dei migranti dipenda dai “buonisti”. Altrettanto, Pd bergoglismi e boldrinismi vari propongono come valori positivi una solidarietà generica che nasconde solo il precisissimo calcolo econometrico del capitale
Poichè i flussi migratori sono inscindibili dalla segmantazione dei lavoratori che è consustanziale al capitalismo di tutto il mondo, allora è chiaro che salvini e boldrini sono alla busta paga dello stesso sistema di sfruttamento, l’unica soluzione possibile è la solidarietà di classe, che è invisa tanto a salvini quanto alla boldrini
Che la solidarietà di classe non sia possibile è una ulteriore mistificazione, operata particolarmente bene da bergoglismi e boldrinismi, basta documentarsi per rendersi conto che da anni in Italia si svolgono asperrimi scontri di classe che sempre più vedono insieme lavoratori italiani ed exstracomunitari. Spesso insieme, ma il punto e che le lotte si sostengono a vicenda, al di là delle intenzioni e delle modalità di chi le pratica.
——————————————-
Non voglio fare pubblicità ad altri siti, si scorrano le pagine relative alle lotte della logistica,punto di irradio di lotte piu complessive, pagine di sindacati di base i cui esponenti piu significativi sono andati incontro a mistificazioni giudiziarie (aldo milani). Si tratta di una realtà enorme che chi vuole speculare sulla falsa alternativa buonisti/ cattivisti si perita di oscutare, cioè piu o meno tutti.
Ma c’è una cosa che sfugge a tanti leoni da tastiera cattivisti, che parlano assurdamente di “esercito di riserva” senza neanche sapere che con questa espressione marx intendeva gli espulsi dal processo produttivo a causa delle tecnologie. tanto professionalizzati da fare concorrenza ai colleghi rimasti nel ciclo produttivo ( cioè non a 1,5 euro orari, costoro sostengono anche i salari dei lavoratori normali perche altrimenti le realtà in cui lavorano dovrebbero chiudere
Agli extraconunitari non fa piacere lasciare i loro paesi per venire da noi a fare gli schiavi, lo fanno perche l’imperialismo anche italiano distrugge i loro paesi come i nostri salari. Essi sono una presenza che per gli anzidetti motivi mai cesserà finchè dura il capitalismo , inutile farsi intruppare da salvini-boldrini.
Se non si stabilisce con loro una relazione di solidarietà di classe, prima o poi il capitale li userà come una vandea reazionaria per bastonare gli italiani e gli extracomunitari che questo processo della solidarietà di classe lo avranno maturato, Dal momento che la solidarietà di classe, la ricomposizione di tutti gli sfruttati, maggioritari nel sistema di oggi, è l’unica cosa capace di sconfiggere il capitalismo,
Essa è concepibile come potenzialità in ogni paese, è sfruttato perche in cambio di uno stipendio di sussistenza valorizza la futura forza lavoro dando al capitale più di quanto egli riceve, è ad es l’insegnante, questo per dire che oggi sono inseriti in un processo di proletarizzazione ruoli e figure che prima erano elites sociale, solo a chi è cieco soprattutto su se stesso spaventano certe terminologie che sembrerebbero alludere ad antiquate tute blu maleodoranti di olio puzzolente
Sono tanti quelli che su tematiche del genere sembrano alla ricerca di verità che non riescono a trovare, non apprezzano salvini ma si chiedono se l’accoglienza possa essere praticata senza limite alcuno. Il limite è precisissimo ed è posto dalle esigenze antisociali del capitalismo di oggi che è alla frutta, bisogna intervenire con la solidarietà di classe, e smetterla col farsi condizionare da tante pruderie e fregnacce varie dei tanti buonismi e cattivismi
.
Dal 2000 al 2013 ho lavorato nella segreteria di un piccolo ma rinomato circolo golfistico. La mia qualifica principale era “tecnico per la gestione delle gare di golf”, che significava preparare tutte le gare, iscrizioni, prenotazioni, composizione delle squadre, pubblicazione degli orari di partenza, inserimento dei risultati nell’apposito programma della Federazione, preparare le classifiche, assistere alle premiazioni per scattare fotografie de pubblicare sul sito insieme con le classifiche e, in caso di rinfresco o festa dopo le gare più importanti rimanese fino a che non si spegnevano le luci, ossia verso mezzanotte, dopo aver iniziato alle 7 del mattino, pausa pranzo panino dietro la scrivania.
Durante la sattimana se non c’erano gare, mi occupavo del front office, della contabilità, tesserammenti dei soci, informazioni, pubblicazioni varie sul sito del circolo, contatti conta la Federazione e con altri circoli. Oltre alle p.r. con i soci che spesso mi scambiavano per il loro confessore o persona sulla quale scaricare le frustrazioni personali.
La mia divisa, oltra ad abiti eleganti, era il sorriso obbligatorio in qualunque situazione.
Lavoravo in modo continuativo 11 mesi all’anno da febbraio all’11 gennaio. Ferie obbligate da metà gennaio all’inizio di febbraio.
Unica dipendente, non ho mai fatto un giorno di malattia, lavoravo tutti i festivi e prefestivi di tutto l’anno senza avere mai il cambio. Gli unici festivi liberi erano Natale e 1° dell’anno solo al mattino però.
Quando c’erano i ponti 25 aprile-1° maggio e Pasqua vicini, si lavorava anche 20 giorni in fila senza riposo, tenendo presente che in questo settore i giorni di festa sono quelli di maggior afflusso.
Da aprile a Novembre il circolo restava aperto 7/7, e il mio giorno di riposo variava di settimana in settimana, secondo le necessità del circolo, mai nei festivi e prefestivi ovviamente.
Tutto per 1.200 € al mese senza maggiorazione per i festivi, + 13a e 14a, gli straordinari inizialmente pagati in nero a 5 € l’ora, non mi sono più stati pagati dopo i primi tre anni.
Nel 2014 sono stata licenziata dopo 9 mesi di cassa integrazione.
Il circolo è di prorietà di un uomo facoltoso che aveva assegnato negli ultimi tre anni la direzione al figlio il quale, per mettere al mio posto la fidanzata (incompetente totale), ha cambiato forma societaria trasformandolo da Associazione sportiva dilettantistica in S.r.l.
A quanto pare gli schiavisti non sono solo le grandi catene di distribuzione.
Perché non ho cercato un altro lavoro? Perché non l’ho trovato e sono tutt’ora disoccupata.
La cosa buffa di questa storia è che ho tre amiche che lavorano nella grande distribuzione e si lamentano perché hanno solo una o due domeniche libere al mese e in quelle domeniche mi portano a fare acquisti in altri store dove lavorano persone come loro che si lamentano come loro.
“La cosa buffa di questa storia è che ho tre amiche che lavorano nella grande distribuzione e si lamentano perché hanno solo una o due domeniche libere al mese e in quelle domeniche mi portano a fare acquisti in altri store dove lavorano persone come loro che si lamentano come loro.”
Esiste coscienza di classe fra i lavoratori o è più ognun per se e dio per tutti ?
È più un “divide et impera” , per essere più precisi ?
Sarà che non ho famiglia, ma io ci metterei la firma per fare il loro lavoro.
Beh, professionalità sfacchinando come ha descritto, ne deve aver sviluppata a sufficienza, potrebbe fare una richiesta di assunzione, presso vari supermercati-centri commerciali…. poi
possiamo dire che l’economia italiana Non è molto in espansione per cui magari Non sarà molto facile…
Ah… solidarietà ad Evaporata anche da parte mi per quel che può servire ( per dire forse ne avrei più bisogno io, anche se fa brutto dirlo…) …
allora. la massima solidarietà (di classe, se la cosa non disturba) anche al sempre gentile nonchè profondamente urbano e cortese Anonimo, presenza storica di questo blog
@ Evaporata
sperando che la cosa non ti infastidisca venendo da un pensiero decisamente controcorrente, ti esprimo tutta la mia solidarietà di classe
Conosco molte persone che vanno a mangiare al piccolo ristorantino dicendo come è bellino, il simpatico proprietario è un presidio della territorialità contro l’americanizzazione, tutti pappa e ciccia col proprietario a cui fanno complimenti su complimenti.
A me di queste situazioni hanno colpito sempre le italianissime donne sdentate e piene di sudore che intravvedevo nella cucina, qualunque giorno della settimana e qualunque festività, e che in alcune occasioni ho incontrato in hard discount di quelli i cui prodotti fanno venire alla lunga quanto meno il cancro
Non amo frequentare spesso queste situazioni perchè sono salutista e faccio sport. Discutendo di queste situazioni con chi tanto decantava il ruolo progressivo del piccolo ristorantino ed era sempre pappa e ciccia col pingue proprietario, l’ultima volta quasi lo menavo anche se queste modalità non sono nelle mie propensioni. Il vile si dice pure di estrema sinistra ma la sua visione emancipativa si risolve nel decantate olii di oliva e soffritti regionali
Ovviamente lungi dame accomunarti alla mancanza di denti ed agli alimenti cancerogeni
I ristoranti in ItaGlia sono perlopiù a gestione fami(GGhistica)gliare, un po’ come accenna Evaporata del figlio di papà con la morosa al circolo del golf…
Ahhhha…attualmente lavoro con contratti a intermittenza, faccio la ptomoter per svariati prodotti. Senza i miei bei denti non potrei presentarmi all’agenzia, anche se vedo promoter di altri prodotti abbastanza simili alle lavapiatti del ristorantino.
“I prodotti dell hard discount che alla lunga ti fanno venire il cancro”. Ma chi, dove è quando è stato dimostrato tutto questo, non è dato sapere. È solo l espressione di un pregiudizio. Che innesta automaticamente il dubbio che quello che scrive, sia frutto di altri pregiudizi.
“forte di regole del lavoro talmente deteriorate e selvagge da permettere ogni abuso. ”
Una simile situazione disastrosa, Di Maio , Non si sogna nemmeno lontanamente di risolverla , nella sostanza, pensa perlopiù ad imbellettare, e a taluni degni della peggior sceneggiata napoletana, sembra Non andar bene nemmeno questo ipocrita imbellettamento, considerato da detti soggetti troppo “radicale”….Povera Italia.
quando si tratta dei diritti dei lavoratori, il gioco è sempre al ribasso….ed è da un po’ che hanno cominciato a scavare dopo aver toccato il fondo.
buon giorno. nn so se dopo la pubblicazione ha riaperto l’articolo, ma è farcito di pubblicità della coop!!!!!!
ancora un saluto. Giovanni
Ottimo pezzo.
Ma il commento non è da pubblicare.
Volevo solamente segnalare che il periodo “Sta di fatto … deregulation” è da rivedere. Qualcosa è saltato e qualcosa è stato ripetuto.