nord_stream2Le cose cambiano e mentre siamo costretti a vedere come la razza padrona e i suoi dipendenti dell’informazione si diano un gran daffare per smacchiare Benetton e Atlantia da ogni responsabilità in nome del mercato, nel resto del mondo si è vissuta una settimana piuttosto densa di eventi franosi per gli assetti dell’ordine nuovo. Prima Putin è andato a Vienna per festeggiare il matrimonio del ministro degli esteri austriaco Karin Kneiss, cosa che di per sé supera appena la barriera della cronaca mondana, ma che in realtà svela un intreccio di rapporti e interazioni che ben poco hanno a che fare con le sanzioni a Mosca che Bruxelles si è fatta imporre da Washington. E infatti subito dopo il leader di Mosca ha incontrato Angela Merkel e con lei ha ha siglato un accordo per il completamento del gasdotto North Stream 2, contro il quale gli Usa da cinque anni gli Usa stanno facendo fuoco e fiamme, mettendo a segno anche colpi bassi come quello dell’affaire Volkswagen. Ma la Merkel non aveva politicamente altra strada per sopravvivere perché se perdesse il favore dell’industria tedesca sarebbe fuori gioco e dunque il niet statunitense, con sanzioni alle aziende che partecipano alla costruzione del gasdotto, avrà comunque poco effetto, anche grazie alle possibilità di aggirarlo.

Ma c’è di più perché a margine dell’accordo si è discusso di una possibile missione russo – tedesca di pace in Ucraina e di uno sforzo europeo per la ricostruzione della Siria distrutta dalla guerra americana, il che paradossalmente sembrerebbe poter resuscitare un qualche ruolo europeo ucciso dal totale e servile appiattimento sugli Usa e sulla Nato. Certo l’accordo segna anche una frattura continentale in ragione dei diversi interessi, ma essa è più che ovvia dopo una quarantina d’anni di silenzio geopolitico.  C’è da chiedersi quanto dureranno le sanzioni contro Mosca in queste condizioni, ma del resto proprio in questi giorni Trump ha fatto sapere di aver interrotto i finanziamenti alla Siria, ovvero ai terroristi  ingaggiati  per simulare una sanguinosa guerra civile, ufficializzando in questo modo la sconfitta a stelle e strisce. Se si vuole proseguire sarà l’Arabia Saudita a dover intervenire in prima persona.

A questo proposito c’è da segnalare che la Cnn ha ammesso che il missile a guida laser lanciato dai sauditi contro un bus ammazzando 43 bambini era di fabbricazione americana. Nessuno lo dubitava minimamente, tuttavia l’ammissione fatta per interposta informazione embedded forse prelude a un qualche presa di distanza dalla politica saudita. Certo è impossibile dirlo perché ormai gli Usa sono un demente con personalità multipla per cui bisogna vedere se prevarrà il deep state o Trump o magari nessuno dei due in un indescrivibile caos di azione. Del resto proprio in questi giorni John Bolton ha fatto sapere che sono solo la Russia può interferire nelle elezioni americane, ma anche Cina, Corea del Nord, Iran e via dicendo: i più grandi creatori di brogli e imbrogli elettorali dell’universo ora temono non ben chiarite interferenze, dalle  quali è comunque escluso ogni segno di intelligenza. Tuttavia già solo questo è un cambiamento gigantesco negli assetti globali.