truppe-francesi-accusate-di-violenza-sessuale_669327A molti, me compreso, Salvini non piace per nulla , ma francamente non esiterei un attimo a salvarlo per buttare dalla torre quell’ipocrita del demi banchiere e demi vierge della politica Macron che oltre a essere il capo di un Paese che sfrutta senza ritegno l’Africa e dunque crea i presupposti della migrazione di massa, fa anche il moralista e il filantropo a spese degli altri, ben guardandosi però da far venire nei suoi porti le navi delle cosiddette Ong, altro ambiguo  feticcio di una sinistra che non riesce a sganciarsi dal falso umanitarismo del capitale. Anzi quando è necessario manda gli sgherri a cacciare via gli immigrati dalle aree in cui essi si radunano per disperazione, vedi Ventimiglia e Calais: riprendendo Voltaire ci sarebbe proprio da dire “ecrasez l’infame”

Ora possiamo anche prendere atto che Salvini era segretario provinciale milanese della Lega, ossia un pezzo grosso del partito, nel 2003 quando il governo Berlusconi – Bossi firmò il delirante trattato di Dublino II a cui si deve il fatto che il Paese in cui i clandestini sbarcano si deve accollare tutte le spese di mantenimento e di controllo della qualifica di rifugiati che com’è è noto è pressoché impossibile o incerta nel 90 per cento dei casi. Senza parlare degli eventuali respingimenti; possiamo anche prendere atto che la Francia con la guerra a Gheddafi di cui fu protagonista per potersi impadronire del petrolio a spese dell’Italia, ha spalancato le porte alla migrazione.  Ma fatte queste doverose precisazioni bisogna lasciare la parola ai numeri veri che sono invece la chiave della realtà, almeno per chi vuole vederla.

L’Italia che rappresenta il 12% della popolazione europea ha accolto finora il 70% dei migranti provenienti dal mediterraneo, un dato che da solo dimostra l’inesistenza dell’ Europa al di là delle sue tintinnanti catene economiche, visto che in ogni caso ogni Paese agisce di per sé e/o tramite accordi bilaterali con i Paesi africani e soprattutto con i governi o spezzoni di governo che controlla. Lascio al lettore stabilire se i maestri apparenti di umanità e giustizia – alla Saviano per intenderci – e tutti coloro che da essi pendono, siano in buona fede o si lascino andare a un’emotività che mi permetto di definire piuttosto futile e  automatica perché è ovvio che un numero così sbilanciato alla fine significa per i migranti sfruttamento selvaggio, miseria ed esclusione, sottrazione di quel po’ di speranza rimasta.

Peraltro la migrazione in sé, a parte quella dovuta alle guerre del caos, è causata dal modus operandi di quelle stesse elites globaliste e voracissime che verso gli altri sono generose solo in lacrime di coccodrillo. Anche per questo ci sono numeri precisi: il complesso dei Paesi africani ha circa 43 miliardi di dollari di debiti che in definitiva rappresentano la differenza tra i 161 miliardi che arrivano attraverso le rimesse degli emigranti, i prestiti e gli aiuti e i 203 miliardi di profitti accertati delle multinazionali che poi spariscono nei paradisi fiscali. Ovviamente a questa cifra vanno aggiunti decine di miliardi di benefici in chiaro che vengono portati nei Paesi di origine lasciando agli autoctoni, quando va bene, salari da fame africana. E se non va bene ecco che compaiono mercenari e scoppiano sanguinose guerre tribali create, stimolate e armate (a pagamento ovviamente) : in dieci anni almeno un milione di morti. Così il danno complessivo è molto maggiore perché questo sfruttamento intensivo significa povertà assoluta, malattie, impossibilità di decollo dell’economia locale e governi fantoccio messi a guardia della rapina di risorse. Andando più nello specifico ai 19 miliardi in aiuti e fondi di vario genere che arrivano  fanno riscontro i quasi 70 miliardi evasi dalle multinazionali occidentali  grazie all’acquisto di governi  e dittatori: visto che questo avviene anche in Europa la sottrazione nel continente Africano è veramente un gioco da ragazzi se non fosse anche un gioco al massacro. Per non parlare dell’accaparramento dei terreni senza consenso delle popolazioni locali, nascosto sotto l’ennesimo eufemismo anglico di land grabbing, tra cui spiccano nell’ordine le imprese britanniche, francesi, finlandesi, portoghesi, spagnole, olandesi e persino lussemburghesi, tanto per rimanere in Europa, ma naturalmente Usa e Canada non si fanno certo pregare, anzi i primi stanno costruendo un enorme rete militare nel continente.

Tre anni fa di fronte a queste situazioni l’Onu avviò un programma, davvero minimo, di ristrutturazione del debito africano che fu approvato quasi all’ unanimità: quel quasi si riferisce ai no agli Stati Uniti di Obama, della Gran Bretagna, della Germania, del Giappone, di Israele e del Canada. La Francia in questo caso si astenne sulla proposta delle Nazioni Unite, ma solo perché queste ristrutturazioni debitorie avrebbero potuto risollevare le sorti del Franco Cfa, ovvero del Franco della Comunità finanziaria africana, che riunisce le ex colonie di Parigi.  Ecco perché certi umanitarismi che navigano nel nulla, rassomigliano al narcisismo dell’anima buona che è uno dei tratti tipici dell’ideologia americana e costituiscono un potente incentivo a non fare un bel nulla per riparare alla vergogna dei tempi moderni.