BELGIUM-EU-BUDGET“I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto”: una volta consumato il tradimento di Mattarella nei confronti degli italiani e dell’istituzione che rappresenta, il commissario europeo per il bilancio e le risorse umane Gunther Oettinger (nella foto), si è sentito libero di esprimere il suo pensiero che è poi quello delle oligarchie continentali ormai insofferenti di fronte a qualsiasi espressione di democrazia e del tutto contrarie a quell’idea di Europa che loro hanno trasformato in un inganno e in un ricatto. Del resto il presidente della Repubblica ha agito proprio alla luce di questo illuminante pensiero, che è riuscito a orripilare persino Krugman, ma con un’attenuante: non sembra rendersi conto della situazione e della posta in gioco, agisce in ossequio di poteri più forti di lui per puro istinto di casta e non pare essere in grado di calcolare gli effetti delle sue azioni oltre le 24 ore, non si accorge di aver messo in crisi l’Europa, l’euro e lo spread più con il suo golpettino di palazzo a colpi di Cottarelli di quanto avrebbero potuto mai fare Conte e Savona.

Al pari di milioni di italiani in mezzo al guado vive aggrappato a feticci politici svuotati di ogni senso e buoni solo per le clientele e le messe cantate , sormontato dal sacro timore del dio mercato senza nemmeno conoscerne davvero il catechismo come una perpetua che prepara la cena al parroco ma non dice messa:  non sa come interpretare la realtà e la banalizza partecipando in prima persona alla battaglia faziosa dei vecchi politicanti, pensando così di essere responsabile. E’ insomma un presidente qualunque, nel senso che rappresenta le nuove forme in cui si è incarnato il qualunquismo di mercato nel terzo millennio.  E’ quasi incredibile che quest’uomo non si sia reso conto che sbarrando il passo all’unico governo possibile uscito dalle urne, rompendo per giunta il patto costituzionale e facendosi dettare la linea da Berlino e Francoforte, ha messo il Paese in uno stato di estrema fibrillazione se non di scontro civile; che cercando di calmare il ricatto speculativo dello spread (alcuni operatori hanno confessato di essersi mossi su input politico) cedendo, anzi aderendo alle minacce lo ha fatto invece rialzare perché i mercati non sono comunque cretini e capiscono molto meglio di Mattarella e dei suoi pari che adesso la situazione è decisamente più ingarbugliata e incerta di prima. Sì, perché  il piccolo golpe che si è consumato al Quirinale ha avuto se non altro il merito di cominciare a chiarire anche ai qualunquemente ciechi che la questione vera non è il debito, né tutte le altre insensate misure che ne conseguono, ma la libertà del Paese dai vice imperialismi continentali che se lo vogliono pappare a forza di euro e di diktat, prova ne sia  che Cottarelli, che pure da due anni studia da capo del governo, non si è nemmeno presentato alle Camere.

Così alla fine, grazie a questo presidente di partito e prossimamente di partitino abbiamo una situazione ancor più tesa di prima, non siamo andati a nuove elezioni, non abbiamo un governo e lo spread sale in virtù di questa maggiore incertezza: ecco cosa capita quando si accettano cattivi consigli e si cede a ogni ricatto. Il presidente avrebbe potuto benissimo resistere e dare il via al governo giallo verde spiegando a Draghi e alla Merkel che sarebbe stato molto più efficace far scornare Lega e M5S sui dikat europei e l’impossibilità di portare a termine anche i programmi minimi, invece di creare una situazione senza uscita ostinandosi a rifiutare un ministro per principio e proponendo  un Cottarelli che comunque non potrebbe mai avere una maggioranza solida e probabilmente nemmeno una maggioranza tout court. Capisco che le forze politiche tradizionali e la loro “economia di riferimento”siano terrorizzate dal perdere quelle “rendite” in ogni possibile accezione del termine delle quali sono vissute finora, ma resistere su una posizione indifendibile è molto peggio che ritirarsi e aspettare il logoramento del nemico.

A questo punto credo che Mattarella abbia solo due strade: richiamare Conte e Savona oppure indire al più presto nuove elezioni che tuttavia grazie alle manovre quirinalizie segnerebbero una nuova e  più ampia vittoria per i partiti già vincitori, alla faccia delle lezioncine sul voto giusto. In entrambi i casi, sarebbe però opportuno e dignitoso se non inevitabile rassegnare le dimissioni dall’alta carica visto che ormai non sarebbe credibile  qualunque cosa faccia. Caro presidente potrebbe andarsene per ragioni di salute o per protesta contro il destino e il populismo, ma gli eventi le offrono un’occasione unica per uscire dai panni del settarismo di cui ha dato ampia prova e per riscattare il grigiore che l’ accompagna fin dagli inizi di una carriera politica impostale per successione familiare: lasciare il Quirinale per protesta contro l’idea delle oligarchie europee che il mercato prevalga sulla democrazia. Invece di tacere per compiacere Draghi e la Merkel, replichi con le parole e con i fatti a Oettinger e ai suoi complici ottusi che certo non si limiteranno a una semplice dichiarazione. Faccia un gran rifiuto come controllore della reazione che sia molto più significativo delle passate accettazioni; in fondo sarebbe anche l’unico pertugio possibile per evitare la stagione degli addii. Certo è più facile credere alla guida galattica per autostoppisti che a questa possibile trasformazione: ma si sa la speranza è l’ultima a morire.