trattati-ue10La volgarità e la grossolanità del discorso pubblico, che ormai vengono condotti persino da personaggi come Severgnini, non possono che stimolare altrettanta trivialità. Quindi non meravigliatevi se chiedessi, riguardo al vostro lato b, se siete chiusi o aperti, sia in senso reale che metaforico. Ma che domanda: naturalmente dipende dai gusti, dal contesto, dalle persone, dalle situazioni e da un sacco di altre cose perché il discorso chiuso – aperto è sempre relativo a qualcosa, in sé stesso non esprime alcuna direzione concettuale e tanto meno alcuna prospettiva politica. Vi potrei per esempio chiedere se siete aperti alla guerra o chiusi nei confronti dell’eguaglianza, aperti al mercato o chiusi allo stato e viceversa configurando situazioni politiche e morali diametralmente opposte.

In realtà la cultura neo liberista tende a sostituire le idee politiche con concettoidi che consistono di opposizioni vuote come ad esempio vecchio – nuovo o appunto chiuso – aperto che hanno, come dire, una funzione puramente avverbiale e possono essere usati in qualsiasi situazione ma che senza un verbo o un sintagma che li reggano non significano un bel nulla. E’ per questo che dopo aver perso la battaglia su Conte l’establishment si arma per quella su Paolo Savona, fidandosi dell’anticostituzionalità cui Mattarella si presta con entusiasmo, ma soprattutto si prepara a fornire una sorta di pseudo ideologia per sostituire la pseudo sinistra del Pd, ormai smascherata, ma soprattutto ferita a morte dal renzismo e dal suo avventurismo  referendario. Si tratta di abborracciare una nuova favola per l’acefalia contemporanea e cosa si può trovare di meglio che il concetto di chiuso o aperto riferito in primis all’Europa, ma che si porta dietro suggestioni e brandelli di pensiero che attribuiscono un valore positivo all’apertura e negativo alla chiusura? Del resto c’è giù un retroterra verbale pronto all’uso ed è la famigerata Open Society di Soros che rappresenta il cosmopolitismo globalista e oligarchico del tutto opposto all’internazionalismo, una cosa questa che pare quasi impossibile da far comprendere. Dunque il Corriere della Sera apre i giochi chiedendo se siamo chiusi o aperti cercando di utilizzare le  attribuzioni di valore per dare un senso positivo ai diktat neo liberisti di Bruxelles, al tentativo di demolizione dei diritti, del welfare, della sovranità e attribuire invece un senso negativo alla difesa della cittadinanza e della rappresentanza.

Naturalmente Severgnini, come sempre, non fa che orecchiare e banalizzare sempre tenendo di riserva il convitato di pietra di queste narrazioni idiote, ovvero il ricatto del mitico “mercato” che in realtà non sarebbe nel caso italiano che la Bce, ma c’è da giurarci che qualcuno lo ha imboccato. Dopo tre anni di vecchio – giovane, adesso ci tocca l’antinomia chiuso – aperto, una patacca altrettanto pacchiana come la precedente, ma Catturavisto il successo che essa ha avuto c’è anche caso che qualche orfano del declino, per essere moderno, corra a comprare vaselina in quantità. Del resto la vacuità di questo concettoide è anche dimostrabile semplicemente attraverso l’immagine: il Corriere Sette mette quella di una finestra chiusa e di una aperta come potete vedere dall’immagine a fianco, ma basterebbe sostituirla con quella di un lucchetto chiuso o aperto per ribaltare totalmente  l’attribuzione di valore associando il primo con la cattività europea e il secondo con la liberazione.

Si tratta solo di un grumo  di immagini, cliché  e metafore per rifondare una narrazione i cui termini sono ormai  fuori gioco. Ma la grande paura è che effettivamente il nuovo governo possa trovare un qualche sistema per ridenominare il debito italiano, costringendo l’Europa a mostrare la sua vera natura e lo dimostra il fatto che in questi giorni, sono aumentati anche gli spread di Spagna e Portogallo, guarda caso dopo l’uscita di un documento di Goldman Sachs che profetizza un possibile contagio dei due Paesi  iberici: “Italian contagion trigger” viene chiamato. Se poi si pensa al fatto che proprio ieri il socialisti spagnoli, fedeli alleati dei poteri forti, hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del governo Rajoy, mai arrivata sotto  l’infuriare degli scandali e della questione catalana, si capisce come sia vasta la partita che si sta giocando a Roma. E di come sia aperta l’opposizione ai diktat europei.