Ma alla fine per una volta il tempo è stato galantuomo e la Cbs per prima ha lanciato una notizia che praticamente tenuta segreta dall’informazione occidentale: Washington ha chiuso i finanziamenti diretti nei confronti degli elmetti bianchi, cosa del tutto incomprensibile se il loro ruolo fosse così importante e così umanitario come viene detto. Per di più la stessa Cbs ha fornito dei particolari interessanti su questi angeli che gli Usa avrebbero foraggiato con 32 milioni di dollari, praticamente un terzo di tutti gli introiti della ong di riferimento, con un meccanismo messo a punto al tempo di Obama e che passava dall’ Usaid a due società di contractors, prima Chemonics dal 2014 e in seguito MayDayRescue. Quest’ultima società è a sua volta finanziata dai governi di Germania, Gran Bretagna, Olanda e Danimarca e ha fornito comparse volontarie per tutte le presunte violazioni russe e siriane. Del resto non è affatto un mistero che a capo dell’ angelica Ong ci sia James Le Mesurier, ex ufficiale dell’esercito di Sua Maestà e “consulente” (leggi agente sotto copertura) del ministero degli Esteri britannico, volato in Siria nel 2011 in concomitanza con le cosiddette primavere arabe e nell’imminenza di un’operazione tipo Libia messa a punto da Obama, ma poi saltata all’ultimo momento probabilmente per un deciso intervento diplomatico russo. Del resto anche il responsabile siriano dell’organizzazione, Zouheir Albounni è un impiegato dell’Usaid.
C’è di più perché gli elmetti bianchi hanno addirittura un curatore dell’immagine nella società inglese Purpose il cui responsabile europeo, Tim Dixon è anche il cofondatore di The Syria Campaign, finanziata sia dalla fondazione Rockfeller che dalla fondazione Asfari, creata dall’omonimo petroliere siro – anglo – americano che culla il sogno di diventare capo di una Siria coloniale e che per sostenere questo sogno ha persino ha sganciato un milione di sterline al partito conservatore della May, nonostante pesi sul suo capo un’accusa di truffa. Solo dio sa come si faccia in questa condizioni a dire “siamo fieramente indipendenti e non accettiamo fondi da governi o da parti coinvolte nel conflitto siriano”, ma non credo che per questa gentaglia una sfacciata bugia in più faccia la differenza.
Molte di queste cose erano in gran parte già conosciute, ma con la chiusura ufficiale dei fondi diretti e l’interruzione della filiera di finanziamento, esse acquistano il valore di un’ammissione di colpevolezza se non di una confessione. Cosa abbia portato a questa inversione di tendenza non è ben chiaro così come è impossibile dire se la cosa preluda a qualche cambiamento nella campagna siriana: può essere interpretata come una fase della battaglia fra Trump e lo stato profondo o come la decisione di prendere le distanze di un’organizzazione ormai inaffidabile, colta con le mani nella marmellata per la sceneggiata di Douma, pretesto per il bombardamento dimostrativo e criminale di tre settimane fa, ma sulla quale si addensano sempre più nubi anche da altre parti, come per esempio i reportage da Aleppo dove pare che gli Elmetti bianchi funzionassero solo come struttura paramedica di supporto ai ribelli jihadisti e non abbiamo mai fatto nulla per la popolazione civile. O il fatto che il video sul presunto attacco con i gas del 7 aprile, sia stato diffuso prima che l’aviazione siriana colpisse le postazioni dei terroristi ovviamente moderati.
Insomma una volta scoperto il trucco meglio rimescolare le carte e nascondere quelle segnate, chiudere la serie tanto più che i territori dove gli Elmetti bianchi girano il film sono sempre più ristrette e tenere in piedi il teatrino potrebbe diventare pericoloso, squadernare verità inconfessabili: al limite possono essere finanziati in nero. Del resto il caso dei White helmets non è che un capitolo di una guerra mediatica e informativa che si basa in gran parte sull’ Idlib Media center che non è esiste ed è solo un canale su you tube, quello preferito di Macron che lì vi ha trovato le prove dell’attacco con i gas. Oppure Ana Press agenzia fondata da citizen journalist vicina fino al 2016 a Erdogan,, che si vantava di distribuire ai media internazionali soltanto notizie verificate e neutre. Disgraziatamente questa agenzia è interamente finanziata dalla ong olandese Hivos che a sua volta si sostiene grazie ai fondi dei ministeri degli esteri olandese, britannico, statunitense, danese, tedesco e canadese oltre che con quelli della Ue e dell’Open Society Institute di Soros. dunque rappresenta in pieno il fronte anti Assad. Infine abbiamo il Syria Deeply con sede a New York che si autodefinisce “la piattaforma più importante del mondo riguardo al conflitto siriano e completamente indipendente dal punto di vista editoriale.” Un vero peccato che essa sia finanziata dalla medesima Hivos e dalla fondazione Asfari che come abbiamo visto è una colonna portante della The Syria Campaign. Insomma un verminaio.