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Il popolo tiranno di se stesso

tirannodiRoma_1Le vicende delle ultime settimane che vanno dall’attentato burletta all’ex spia russa a Salisbury, all’attacco  alla Siria sulla base di menzogne evidenti sia dal punto di vista logico che fattuale o magari anche ai dubbi di manipolazione post elettorale del programma dei Cinque stelle, per non parlare degli altri partiti dove i programmi sono sotto forma di rotoli a due veli, fanno seriamente dubitare che la democrazia sia una buona idea nel mondo contemporaneo. La nascita dei mezzi di comunicazione di massa successiva alla caduta delle tirannie feroci o illuminate che fossero, ha messo sempre più  in questione il problema della rappresentanza sui cui si regge la democrazia formale e la concentrazione della loro proprietà nelle mani di una ristrettissima oligarchia del denaro ha in un certo senso creato una nuova specie despota, ovvero il popolo stesso manovrabile a piacere e avverso ad ogni ragione. Un’evoluzione della comunicazione che tuttavia è stata colpevolmente trascurata dalla teoria e dalla politica che avrebbe invece imposto di costituzionalizzare in qualche modo i canali dell’informazione.

Abbiamo visto accatastarsi una sorta di concrezione emotiva a vicende del tutto incredibili, anzi insensate come quella di un Assad ormai vincitore che come un imbecille usa gas proibiti contro gli ultimi tagliagole al soldo dell’occidente mentre ci sono prove, certificate con atti ufficiali e con testimonianze supportate da video diffusi in tutto il mondo che dimostrano in modo inequivocabile come il presunto attacco coi gas non sia mai avvenuto. Tra l’altro non è ben chiaro perché sia lecito uccidere col napalm, con le bombe, con i proiettili, con i missili, con le bombe nucleari, con l’agente Orange e i suoi derivati, ma non con i gas nervini. Ad ogni modo nonostante il peso della realtù la forza dei media mainstream ha consentito di creare quel substrato emozionale che ha legittimato i bombardamenti e che ancora oggi non permette di mettere sotto accusa i criminali politici che hanno organizzato la commedia principalmente per risolvere problemi interni. Insomma la rappresentazione dei media si è imposta sulla realtà peraltro così scoperta che anche un bambino sarebbe stato in grado di coglierla e così l’attacco con i gas Goutha è ormai una verità di fede, nonostante sia accertato che si tratti di una balla stratosferica, peraltro tentata più volte, negli stessi modi e con le medesime comparse. Ovvio che se esistessero dei  giornalisti e dei giornali interessati a ciò che accade e non a creare lo scenario favorevole agli interessi dei loro padroni in cambio di uno stipendio e se ci fossero editori onesti tutto questo non sarebbe nemmeno lontanamente possibile.

Invece è la normalità quotidiana. Si pensava e forse qualcuno ancora lo pensa che le democrazie le quali dopotutto debbono vedersela con gli elettori fossero meglio attrezzate a combattere l’arroganza del potere, gli arcana imperi, la disumanizzazione della guerra e a essere fonte di equilibrio, invece è sempre più evidente che non è affatto così, che il consenso può essere facilmente precostituito per rendere legittima qualsiasi cosa dal momento che il popolo sovrano è continuamente alienato da se stesso ed si lascia trascinare da impulsi emozionali accuratamente predisposti e difficilmente disinnescabili a breve termine viste alcune caratteristiche della mente umana studiate già da mezzo secolo e sfruttate senza vergogna dagli spin doctor del potere. Così il popolo diventa tiranno di se stesso mentre le oligarchie di comando grazie all’uso degli stessi metodi fanno di tutto perché sia sempre più così, perché l’istruzione rassomigli sempre di più a un addestramento piuttosto che a un’ educazione del senso critico che non è soltanto un fatto intellettuale, ma anche morale.  Insomma i tiranni sono stati scacciati dai loro troni, ma i popoli sono divenuti tiranni di se stessi dando credito a qualsiasi cosa venga urlata che si tratti della guerra, del lavoro, del parrucchiere o dell’alimentazione: certe caratteristiche volute e selezionate permeano tutta la vita e l’immaginario. E anche quando si scopre l’inganno già a cose ampiamente fatte, passa un certo tempo prima che esso possa diventare condanna politica proprio a causa della complicità che di cui si sente colpevoli. La vicenda della armi di distruzione di massa che Saddam non possedeva è un esempio di scuola.

Paradossalmente proprio tutto questo permette alle elites di comando di sentirsi superiori e di disprezzare il giudizio popolare ritenuto così influenzabile, così ballerino, così preda dell’emotività da non poter affrontare il governo delle cose: una tesi, un sentimento che si auto dimostra, dunque senza alcun valore euristico, nella quale i fini coincidono il fine e viceversa. Qualcosa che meriterebbe un bel bombardamento.

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