La cosa o meglio il grande attacco è questo: spariamo un po’ di missili – di notte perché le scie fanno più effetto – su edifici vuoti che poi identificheremo come fabbriche chimiche, diamo a russi e iraniani le coordinate di lancio perché non rispondano e anche perché si allenino a tirare giù una buona parte dei missili, dando al tutto una qualche verosimiglianza. Così non perdiamo la faccia, non rischiamo di dover portare prove inesistenti dell’uso dei gas da parte di Assad, non dobbiamo spiegare perché il leader siriano fabbrichi ordigni al cloro di dubbia efficacia e non produca invece, con le stesse sostanze, fosgene decine di volte più potente e con costi di produzione tre volte inferiori. Questo caso mai a qualcuno venga in mente l’idea che sia pure in maniera grossolana un attacco al cloro, è molto più simulabile: per la gran massa delle persone le immagini dicono poco o niente, ma qualsiasi medico potrebbe constatare con una semplice occhiata di mezzo secondo che non si tratta comunque di fosgene o di gas nervino e dopo due minuti che si tratta di una sceneggiata.
Ora gli unici che non hanno partecipato a questa infame commedia messa in piedi con il rischio di scatenare una guerra nucleare al solo fine di salvare la faccia dalle troppe bugie, sono a loro modo i tedeschi che hanno detto nein e gli italiani che hanno detto ni mettendo a disposizioni solo le basi sulle quali peraltro non hanno alcun effettivo controllo. Ora mi chiedo per quanto tempo si potrà andare avanti così? Me lo chiedo io visto che i palloncini gonfiati dell’informazione occidentale, mediocri prigionieri delle loro balle e pomposi necrofori del declino intellettuale dell’occidente, amano mettersi l’elmetto e fare i Mario Appelius con quei loro Dio stramaledica la Russia, perché non sembrano ancora aver capito che il first strike, base fondamentale della geopolitica americana degli ultimi trent’anni è ormai un reperto del passato, non è più attuabile. (nota 1)
Ma andando avanti con questa guerra tiepida – messa in opera dalle oligarchie di comando un po’ per propria interna stupidità, mancanza di immaginazione e di umanità, un po’ come ansiolitico per i popoli esposti ai massacri della lotta di classe ribaltata, un po’ come possibile ultima spiaggia di fronte allo sgretolamento del loro mondo sotto la forza delle contraddizioni – la probabilità di un incidente che dia fuoco alla miccia crescono esponenzialmente. Dunque occorre fare qualcosa e questo qualcosa può effettivamente nascere nei Paesi dove la comune avversione alla guerra si salda con la mancanza di interessi diretti vero un neocolonialismo d’accatto che anzi per molti versi si rivela una iattura (Italia) o che recalcitrano di fronte alla guerra alla Russia vista invece come un retroterra assolutamente necessario per l’espansione economica globale (Germania). Bene sono convinto che forti e attive correnti di opinione, sopra e sotto i partiti e movimenti, tese all’uscita da alleanze aggressive e dedite ai massacri, come la Nato, possano alla fine smorzare i venti di guerra, facendo capire che la misura delle menzogne è colma. Forse basta solo informare la gente in maniera puntuale sul costo stratosferico ( 72 milioni di euro al giorno secondo un istituto specializzato di Stoccolma) dell’adesione a un patto che ci mette in pericolo senza peraltro offrire ritorni se non a un ceto politico che vive in simbiosi con la corruzione armata (nota 2), ma anche sul destino che la attende in caso di guerra visto che la dottrina americana del first strike tanto adorata dagli imbecilli, aveva come suo punto di forza quello di rendere l’Europa una sorta di puntaspilli destinata ad assorbire gran parte della reazione russa. E che col declino di questa strategia è aumentata se possibile la tendenza a fare del continente un cuscinetto da devastare a piacere, riempiendola di centinaia di testate atomiche come specchietto per i missili russi.
Forse la rottura attiva dell’unanimismo potrebbe innescare una generale fuga: chi vuole la guerra se la faccia in proprio, senza costringere altri ad armarsi e partire. Mi rendo conto che quarant’anni fa questa considerazione avrebbe attirato (il condizionale è un eufemismo) sanguinosi attentati e che vent’anni fa sarebbe apparsa ingenua e irrealizzabile, ma di fronte alle incertezze, ai giochi, alla mediocrità e alla cialtroneria della classe dirigente espressa globalmente dal neoliberismo, di fronte alla ripolarizzazione del mondo, le cose sono cambiate e anche solo la possibilità che una minima dislocazione turbi un equilibrio divenuto instabile, può incidere assai più di un tempo. E quale momento migliore per cominciare se non quello di un attacco portato senza il minimo straccio di prova, anzi realizzato prima che la narrazione finisse in nulla? L’uscita dalla Nato diventa a questa punto non una prospettiva, ma la prospettiva per un minimo di civiltà
Nota 1 Magistrale l’ipocrisia del Corriere della Sera che in una pagina esalta come inevitabili i bombardamenti, ma in un’altra far parlare un esperto che nega in maniera chiara e netta l’uso dei gas nervini.
Nota 2 A quella genia di minus habens incorruttibili dalla ragione i quali pensano che senza la Nato il Paese sarebbe indifeso rispetto alla migrazione o ai feroci saladini che nel loro mondo infantile vedono in ogni angolo, mi basta far notare la solitudine del Paese per quanto riguarda l’immigrazione, ma soprattutto il fatto che la Nato ha enormemente indebolito l’Italia sul piano militare, oltre a distruggere gran parte delle capacità dell’industria bellica: le nostre costosissime forze armate non sono assolutamente in grado di mettere in piedi qualsiasi tipo di difesa autonoma perché sono ormai nient’altro che un’appendice secondaria di quelle Usa e possono operare solo in relazione a quelle. Spediamo 72 milioni di euro al giorno per essere una retrovia dove sguazzano generaloni da operetta.
SEMPRE MEGLIO, SEMPRE PIÙ LUCIDA LA RABBIA DEL SIMPLICISSIMUS.
Aggiungo solo che già diversi Soloni scrivono che questa guerra sia una FAKE WAR.
Niente di più sbagliato. È solo l’inizio.
Forse questa pagliacciata doveva salvare la faccia di Trump, impestato di false accuse di essere un burattino di Putin e inseguito da puttane di alto bordo che dichiarano quanto lui sia un uomo infingardo e sporcaccione, anche se la faccia dei tre bastardi governi occidentali che hanno fatto i fuochi notturni PRIMA che l’OPCW ridicesse per l’ennesima volta che NO ASSAD NON HA ARMI CHIMICHE, dovrebbe essere smascherata per quello che è, una faccia imperialista, colonialista, criminale e ladra di risorse, soprattutto energetiche.
No. Temo sia l’inizio di una guerra fredda sempre più calda.
I russi hanno colpito 73 dei 101 missili scaricati sul suolo siriano.
I russi, se non fossero stati avvisati del “giochino” avrebbero affondato e colpito tutte le navi di guerra della triplice immondizia occidentale.
E sappiamo dalla Storia che gli USA vogliono solo vincerle le guerre. Durante la WWII attesero oltre due anni per intervenire sul suolo europeo, dopo la dichiarazione di guerra.
ATTESERO CHE I RUSSI BATTESSERO I NAZISTI. COSA CHE FECERO, NON A CASO UN MORTO SU DUE DELLA WWII È RUSSO.
Ma poi i russi si stavano avvicinando troppo al cuore dell’Europa, con le loro idee apparentemente anticapitaliste.
E quindi lo sbarco in Normandia. MA CHE BRAVI CI HANNO SALVATO per usarci da puntaspilli.
Perché la guerra fredda l’hanno vinta loro, hanno massacrato l’URSS obbligandoli a spese militari spaventose ma solo dopo avergli fornito prestiti e soldi vari perché costruissero un capitalismo di Stato, che fa gli stessi danni all’ambiente e alla società umana del capitalismo occidentale.
Ma non sapevano di Putin e della forza di volontà dei russi, supportati dalla potenza più grande del Pianeta, la Cina.
Perché gli USA dicono che Cina e Russia sono delle minacce?
Perché a breve toglieranno un bel pezzo di potere al dominio USA. A marzo sono stati firmati a Hong Kong i primi contratti energetici in PETROYUAN.
Esatto, non PETRODOLLARI.
QUINDI NON È FINITA. Non è per nulla una fake war. E se ancora i russi si richiameranno alle leggi internazionali e all’ONU (serva USA) mentre dall’altra parte abbiamo falchi come Bolton, sarà la terza guerra mondiale.
Se il Pianeta resisterà per essere abitato dalla schifosa specie umana, o i nuovi capi saranno i BRICS, Cina e Russia in primis, o la Russia sarà con la NATO.
Così capiremo tutti perché la NATO è rimasta a renderci schiavi anche dopo la caduta del muro di Berlino.
Il piano marschall è stato davvero una mancia, o addirittura forse peggio, gli usa dovevano convertire la produzione bellica iin produzioni di tipo civile, ma per questo ci volevano mercati di sbocco.
Gli usa, rifiutata la proposta di keynes rivolta a creare una valuta per gli scambi internazionali che fosse la risultante delle valute di nazioni diverse, imposero il dollaro come moneta degli scambi internazionali.
Da quì la possibilità di stampare dollari a volontà senza paura dell’inflazione, le banconote sarebbero state assorbite per le necessita degli scambi internazionali. Vale a dire, una banconota da un dollaro, stampata per un costo di circa circa tre centesimi, sarebbe stata acquistata da altre nazioni in cambio di un controvalore di un dollaro effettivo, in valute altre o direttamente in merci.
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Una rendita imperialistica innanzitutto, ma anche la possibilità di fornire prestiti in dollari ai paesi europei devastati dalla guerra (piano marschall), prestiti che agli usa non costavano nulla se non il mero costo di stampaggio delle banconote. Ma al contempo, prestiti che avrebbero consentito a questi paesi di comprare le produzioni statunitensi di tipo civile, in cui erano state convertite le precedenti produzioni belliche. come si vede la finanziarizzazione dell’economia ha una radice antica.
Il piano marschall consentì agli usa di ricattare i paesi europei, imponendo a questi una serie di condizioni nel senso del liberismo economico, non diversamente da come funzionano oggi i trattati europei. A milano il cardinale Schuster indicava gli aiuti americani come la “manna di dio”, simulando estasi mistiche all’arrivo dei primissimi aiuti americani, il piano marschall costituì un ricatto anche politico dal momento che gli americani precisarono che esso sarebbe stato bloccato in caso di vittoria delle sinistre.
Un progetto imperialistico in piena regola ed un beneficio economico per gli americani, anche considerando che l’importanza di tale piano per la ripresa economica europea è stata ampiamente sopravvalutata dalla propaganda filoamericana, in realtà inghilterra francia ed italia erano tornate ai livelli produttivi del 1937 cioè addirittuta prima dell’entrata in vigore del piano marschall stesso, ed anzi l’acquisto di macchinari industriali americani finì per frenare la crescita tecnologica dei paesi europei a vantaggio del “benefattore ” americano,
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@ Dani , condivido in pieno che gli americani procrastinassero lo sbarco in normandia per far prima scannare russi e tedeschi, per poi “liberare” l’europa con poco sforzo.
Addirittura furono a lungo indecisi se appoggiare la francia e l’inghilterra o la germania, poi scelsero francia ed inghilterra perchè queste nazioni erano le prime arrivando dall’ atlantico. Al contrario, appoggiare hitler avrebbe determinato che gli aiuti alla germania passassero per le forche caudine costituite da acque terre e cieli anglo-francesi, una scelta foriera di perdite di materiali e quindi di soldi.
La cosa è stata messa in evidenza, ormai da molti decenni, da studi e documenti pubblicati dalla monthly review, approfondimenti svolti in in particolare da leo huberman (per chi ha interesse consigliabile la sua storia sociale degli stati uniti).