oxfam-2-702x450Lo scandalo sessuale che sta travolgendo Oxfam e le Ong che ne fanno parte può colpire di sorpresa solo gli ingenui, i distratti degli aiuti umanitari o le vittime di un’informazione di potere intenta a costruire tabù: tanto che adesso non solo Medici senza frontiere, per mettere le mani avanti, ha denunciato 24 casi analoghi avvenuti al suo interno, ma l’ente britannico che controlla l’operato delle Ong ha dichiarato di ricevere ogni anno circa mille segnalazioni di abusi sessuali. Magari non è un caso che il vaso di Pandora si sia crepato proprio in corrispondenza di una delle associazioni umanitarie più lontana da interventismi geopolitici e forse più critica verso il sistema, ma l’abuso sessuale, certo, ma non solo è quasi inevitabile in organizzazioni che agiscono in un contesto nel quale l’occidente predatore sfrutta la fame o la necessità di cure mediche create in gran parte dall’opera di rapina, per acquisire maggio potere finanziario o geopolitico.

Abbiamo visto Ong come Save the children e altre organizzazioni “non governative” o no profit partecipare alla manovre militari della Nato, sappiamo di altre finanziate dal dipartimento di stato americano o da alcuni noti miliardari come Soros per operare sotto la copertura umanitaria o per armare i diritti umani. Non c’è alcun dubbio, al di là di ogni singola buona volontà che in questo contesto di predazione si inneschi anche la violenza sessuale che è appunto è la forma più primitiva e del rapporto sesso – potere, Si distribuiscono derrate alimentari e medicine per creare basi di appoggio, per sostenere governi amici che concedono risorse preziose a quattro soldi o per contrastare opposizioni fastidiose, per penetrare mondi e culture: non è una sorpresa che la metafora si possa concretizzare nei modi che sappiamo.

Però questa è solo una premessa: ciò che si rapina per poter mantenere in piedi la bulimia occidentale e dunque anche il sistema neoliberista che deve bruciare risorse così come Phileas Fogg doveva bruciare il battello per andare avanti, alla fine si paga. Magari in via indiretta e inavvertibile o non immediatamente collegabile: l’ossessione mercatista diventata mito e tormento per la quale bisogna essere sempre in piedi per produrre o per cui bisogna far crescere gli animali in fretta e senza malattie per poterli macellare quanto prima sta creando sotto i nostri occhi una tragedia sanitaria che ci colpisce direttamente. L’uso scellerato di antibiotici, compresi quelli di punta a causa della proprietà che hanno di stimolare la crescita, sta generando una resistenza batterica che già oggi è responsabile di 25 mila decessi all’anno nella sola Ue, mentre persino i rari farmaci a cui i batteri non sono ancora diventati immuni – vengono sprecati in maniera delittuosa: la maggior parte dei medici cerca di usarli in modo preciso e parsimonioso, ma molti allevamenti di bestiame li  aggiungono al mangime e all’acqua fornita a interi branchi di bovini, maiali o pollame: non per curare la malattia, ma per prevenirla. Una ricetta assolutamente perfetta per creare le resistenze batteriche e questo vale negli Usa per il 75% degli animali da allevamento cosa che stra trasformando il Paese in sorta di isola del dottor Moreau, ma anche in Europa non si ride: persino i polli vengono trattati con i fluorochinoloni, ossia una  delle ultime classi di antibiotici efficaci ed è recentissima la denuncia sul fatto che maiali e polli prodotti nel Regno Unito sono infettati da batteri super resistenti.

D’altra parte nessuno può tornare indietro: allevare normalmente, senza questi ausili, significherebbe essere fuori mercato visto che la quota di profitti della distribuzione e/o dell’ industria di trasformazione è ormai quella di gran lunga principale. Così fino ad ora  l’Ue ha vietato l’importazione di carne Usa prodotta con gli ormoni o per quanto riguarda i maiali con la ractopamina o i polli al cloro, ma non quella trattata con antibiotici, però è chiaro che se gli Stati Uniti dovessero avere successo nel piano di usare i trattati commerciali per abbattere la resistenza delle altre nazioni alle sue pratiche agricole anche qui sarebbe gioco forza replicare tutti gli eccessi d’oltre atlantico. Ma questo in un mondo retto dal profitto è comunque un esito praticamente certo: non dimentichiamo che il Ttip è stato sconfitto dalle popolazioni e non dagli oligarchi di Bruxelles che invece erano favorevoli.

Così oggi paradossalmente e quasi seguendo una legge del contrappasso, i farmaci che le Ong usano nel terzo mondo come merce di scambio sono più efficaci laggiù che non da noi dove i batteri hanno sviluppato resistenze sempre più alte. E dire che ci sono intere mandrie e greggi di mentecatti che attribuiscono all’immigrazione un oscuro ruolo di untori di malattie sconosciute e sinistre. Il che fa pensare che non tutti i batteri vengono per nuocere.