Barcos-rusos-envian-senal-a-EEUUIeri mi sono indignato per le odi alla guerra –  L’Economist consiglia l’Armageddon – fatte dal più tradizionale organo di stampa del capitalismo finanziario, che invita il centro dell’impero ad armarsi fino ai denti e a minacciare di distruzione tutti i possibili avversari. Ma oggi mi domando come le elites di comando siano arrivate a questo stato di disordine mentale e  di paranoia bellica, quando ancora qualche anno fa l’ipotesi di un conflitto globale era esorcizzato e si inneggiava anzi alla pace sia pure con una buona dose di ipocrisia. Cosa è cambiato, quali nuovi incubi assediano le elites oligarchiche?

Un parte della spiegazione viene fornita dallo stesso Economist che prevede entro due decenni  un mondo impoverito, messo alle corde dai cambiamenti climatici e dai conflitti sociali che non sarebbe più controllabile e metterebbe in forse le classi dominanti. Ma c’è anche un’ altra spiegazione più immediata e concreta che spinge alla follia dei riarmi, ovvero la scoperta che la potenza militare dei potenziali avversari è stata di gran lunga sottovalutata. Non è un caso che il passaggio tra l’auspicio teorico di pace e la scelta in favore della guerra possibile abbia come spartiacque la vicenda siriana nella quale la Russia ha messo in mostra capacità militari del tutto inaspettate per gli strateghi occidentali.  Così come sono giunte inattese le notizie dei nuovi armamenti missilistici cinesi che tanto angustiano la Us Navy. Per due decenni dopo la caduta del muro di Berlino si è pensato che Russia post sovietica disponesse di molta ferraglia vintage, inadeguata a un conflitto reale, così come si riteneva che la Cina sarebbe stata molto più lenta nell’evoluzione dei sistemi d’arma e non sarebbe stata in grado di produrre missili antinave così veloci da non essere intercettabili.

Dentro questa convinzione di fondo che dava il gatto per malato, in Usa, ma anche in altri Paesi occidentali hanno ballato i topi delle lobby dell’industria bellica, facendo soldi a palate non soltanto grazie alle guerre per la democrazia e contro il terrorismo, ma anche se non soprattutto con commesse e progettazioni inutili e condotte con superficialità in vista dei facili profitti piuttosto che alla luce delle esigenze reali. Tanto alla fine chi poteva dar fastidio agli Usa e al suo complesso bellico? Un esempio di scuola di tutto questo lo ritroviamo nell’F35, quello che doveva essere il caccia di quinta generazione e che le prende sonoramente dalle macchine di due generazioni precedenti. Un flop gigantesco, peraltro anche imposto agli alleati che dovranno pagare cifre strasferiche per ognuna di queste mediocri macchine in maniera da garantire alla Lockheed incassi astronomici non più coperti in patria vista la continua riduzione delle commesse. La vicenda sta diventando fonte di enorme imbarazzo per il Pentagono, ma di fatto è un esempio concreto di capitalismo all’ultimo stadio che ha prodotto effetti del tutto inattesi: la valanga di finanziamenti bellici, così esorbitanti rispetto a tutto il resto del mondo, è stato meno efficace di spese molto inferiori, ma oculate e strategicamente coerenti.

Tutto questo è divenuto palese con l’intervento russo in Siria dove si è scoperto che Mosca dispone dei migliori missili antiaerei in campo e di qulche sistema d’arma più sofisticati rispetto a Washington, capaci di bloccare le centrali di tiro elettroniche o di lanciare missili a medio raggio e di grande precisione da battelli grandi meno della metà degli analoghi americani. Insomma si è visto che pur con tutta la forza messa in campo, l’esito di un conflitto contro una vera potenza sarebbe molto più incerto di quanto si ritenesse in precedenza e che forse ha suggerito di procedere col golpe ucraino nella convinzione che la Russia si sarebbe così intimorita da non fare nulla.

E dunque l’invito dell’ Economist a un riarmo Usa, per quanto grogttesco possa parere,  deriva anche dalla riscoperta dell’avversario e anche da fatto che è ormai difficile ipotizzare superiorità tecnologiche di lungo periodo. Insomma è stato come quando la Russia sperimentò nel ’49 le prime atomiche, cosa ritenuta possibile solo nell’arco di altri dieci anni. Solo che tutto questo attivismo bellico non fa che mettere in guardia gli avversari e costringerli a loro volta a un riarmo. Insomma se il mondo e le stesse popolazioni non sono più affascinati dai magnifici e progressivi destini del neo liberismo, che guerra sia.