images (4)Ogni tanto vale la pena fermarsi un attimo, recuperare un po’ di consapevole ingenuità e chiederci in che cavolo di mondo viviamo. Di certo in uno dove qualche potente è in grado di esercitare senza veli un cinismo inammissibile nei confronti della vita umana e per giunta mentendo sulla morte che augura ai nemici. E’ successo con una delle mignatte planetarie che fanno parte dell’amministrazione Trump, quel Rex Tillerson che da manager della Exxon è diventato segretario di Stato, il quale si è compiaciuto del fatto che gli indici di fame e di morte in Corea del Nord sono un segno che la strategia di diplomazia degli Stati Uniti sta funzionando” e poi si perde a narrare la leggenda che cento pescherecci nord coreani sarebbero rimasti senza carburante nel mare che divide la Corea del Giappone provocando la morte per inedia degli equipaggi che non hanno avuto la presenza di spirito di mangiarsi qualche pesce. Dunque egli dice le sanzioni stanno funzionando, evviva, perché affamano la popolazione, tanto che il Paese è costretto a intensificare la pesca con questi risultati.

In realtà non c’è alcuna prova né dei pescherecci della morte e men che meno delle fantasiose difficoltà alimentari della Nord Corea che a cominciare da Clinton costituiscono un must della narrazione americana sul Paese asiatico, secondo i toni tradizionali della guerra fredda. Ora che la popolazione nord coreana non se la passi benissimo e che l’immenso sforzo militare di questi anni abbia ulteriormente  pesato sulla vita della gente non c’è alcun dubbio: che esso invece si trasformi in penuria alimentare tale da provocare il fenomeno dei pescatori kamikaze è una cavolata senza capo né coda. E lo sostengono non solo i dati del commercio mondiale, non solo la Fao, ma persino Voice of America che è tutto dire. In realtà con una popolazione che è poco più di un terzo di quella italiana, la Corea del Nord produce più riso di noi che siamo il maggior produttore europeo e il secondo nel mondo, escludendo ovviamente l’Asia, nel 2017 ha avuto un raccolto di oltre 2 milioni e mezzo di tonnellate di mais ed è notoriamente uno dei primi dieci produttori al mondo di frutta fresca. Contemporanemente anche il settore dell’allevamento, soprattutto suinicolo e della pesca sta crescendo. Insomma tutto si può ipotizzare tranne che una di crisi da fame.

Ma allora da dove nasce questa costante leggenda della penuria alimentare, rimasta in sonno per qualche anno, ma poi ripresa con grande spolvero anche grazie all’ausilio della infinita catena di scopiazzatori senza testa e di cretini volontari? Dalla spiacevolissima circostanza che il Pil coreano è in costante ascesa e si fa beffe dei numerini striminziti della crescita neoliberista con un +6% nel 2016: agricoltura, pesca e silvicoltura sono cresciute del 2,5%. le estrazioni di zinco, piombo e carbone hanno trainato il +8,4% dell’industria mineraria, mentre il +6,7% della chimica pesante ha permesso alla manifattura in generale di raggiungere un incremento anno su anno del 4,8%. Il recupero della produzione idroelettrica e termica ha permesso di aumentare del 22,3% i volumi dell’industria energetica nazionale. Questo nonostante l’embargo decretato dell’occidente su ordine americano.

Ora voi capite bene che un Paese comunista per giunta a conduzione dinastica non priva  di elementi ridicoli, che sfida il divieto americano di produrre armi che si possano opporre con successo alle proprie e per giunta cresce più degli stessi Usa mentre straccia i suoi ascari europeidi, è una sorta di sillogismo impossibile dentro il pensiero unico e comunque inammissibile nelle sue vulgate per l’uomo della strada: dunque bisogna trovare una qualche “damnatio” da accollare al regime. Perciò fame sia e pescatori votati alla morte per penuria di carburante. Tanto chissefrega, nessuno ne sa niente e soprattutto nessuno ne vuole sapere niente, dunque si può dire qualsiasi cosa senza timore di essere davvero smentiti anche se le statistiche internazionali sono facilmente disponibili. In questo caso però la narrazione mortifera invece di suscitare deprecazione, magari nei confronti del regime che la causa, viene salutata con giubilo incontenibile come un efficace prodotto delle proprie stesse azioni. E’ chiaro che esiste un’incompatibilità di fondo fra i Tillerson che sono al timone della contemporaneità (Tiller vuol dire appunto barra del timone, comando) e la civiltà stessa che in nessun caso può piegarsi a queste logiche che vengono esaltate e non assolte dalle bugie.