screenshoot grande prima versione (1)Bisogna dire che se l’intelligenza è del tutto superflua per un’informazione che comunque deve ubbidire al grande fratello e per giunta anche ai suoi fratellastri, non ci arrende mai alla completa mancanza di buon senso e alla capacità di menzogna assolutamente gratuita che viene fuori quotidianamente come magma. Per anni una delle fonti principali di notizie sulle vicende siriane è stato, oltre all’organizzazione ultrasionista di Rita Katz, il sedicente “Osservatorio siriano per i diritti umani” formato, come riferito diverse volte anche su questo blog, da un’unica persona che vive e lavora non molto lontano da Londra a Coventry. Lascio a voi immaginare chi passi il lauto stipendio a questo signore, che si fa chiamare Rami Abdel Rahman, ma il cui vero nome è Osama Suleiman, che da 17 anni non vive più in Siria e che si è sempre dichiarato un avversario del governo di Damasco quale dissidente, dunque parte interessata e tutt’altro che neutrale. In ogni caso però un solo personaggio che opera a migliaia di chilometri di distanza e praticamente sconosciuto se non a pochi sedicenti osservatori di cui non si sa proprio nulla non può essere in nessun caso spacciato per una fonte consistente e credibile di notizie nell’arco di quasi sette anni. Tuttavia questo sedicente Osservatorio è stato fatto passare come un vangelo della guerra, nonostante il suo creatore sia un personaggio quanto mai ambiguo, accusato di aver scippato ai suoi creatori il sito dell’Osservatorio dichiarandosene presidente. Come se non bastasse questa autorevole fonte è stata accusata dai suoi ex compagni di essere una spia di Assad e poi un agente del Pkk. Insomma una personcina da cui non comprereste un etto di formaggio di capra, un droghiere di bufale, ha fatto gran parte dell’informazione sulla guerra in medio oriente, nonostante fossero stati anche espressi molti dubbi sulla palusibilità del personaggio.

Quando però l’assalto alla Siria si è rivelato fallimentare da sotto il tappeto hanno cominciato pian piano ad uscire tutte le schifezze nascoste in questi anni con il pericolo di smascherare e travolgere la sedicente serietà dell’informazione ufficiale, mostrando chi è che fabbrica le fake news. Così l’altro giorno Repubblica, che dal 2012 è un assiduo cliente di questa strana fabbrica di notizie a distanza, se ne è uscita inopinatamente con un pezzo sulle “narrazioni fasulle dell’ Osservatorio siriano sui diritti che copre i crimini dei cosiddetti ribelli”. Insomma è un po’ come se il Papa si affacciasse alla finestra e dicesse che la Bibbia mente per la gola: francamente un po’ troppo per essere qualcosa di sincero e non una presa di posizione strumentale per cercare di allontanare l’amaro calice delle bufale che ci fanno bere dal 2011. Diciamo piuttosto un riposizionamento forse in vista di qualche rivelazione incipiente o semplicemente la ricerca di un capro espiatorio, di un agnello sacrificale per allontanare qualsiasi eventuale discredito.

Ma la dipendenza da bufale, l’assuefazione alla manipolazione è tale che è parso davvero troppo dire qualcosa di così chiaro, soprattutto se di mezzo ci sono i servizi segreti di sua maestà, quelli per inciso che hanno mandato al macello Regeni e così  qualcuno, qualche capra di comando che non ha bene afferrato come sulla Siria sia finito il tempo della carcerazione preventiva della verità, una tradizione in certe case, ha pensato bene di cassare il pezzo e di sostituirlo con un altro anodino in cui si promette di rivelare chi “C’è dietro l’osservatorio dei diritti umani”, ma poi si dimentica di farlo davvero e si ripercorre la strada delle vacue chiacchiere. Una pezza messa sopra le pubenda di un giornale che pare del tutto ignaro di come le cose in rete si conservino per sempre e che evidentemente ha ricevuto ordini così perentori da accettare di sputtanarsi. Ordini dall’altro, il che visto come si è caduti in basso non significa nient’altro che pietre sporgenti dal fango che è stato creato.