Lo so che siete impegnati nella preparazione del cenone della vigilia e/o del pranzo di Natale. E so anche che è una cosa sentita e sincera, molto lontana dalle furbizie e narrazioni degradanti che accompagnano la manovra preelettorale appena licenziata, ma anche dalle falsificazioni intellettuali del gusto e del buon gusto di cui si pascono a suon di milioni gli chef televisivi, ovvero i semplici cuochi di una volta a cui lo star system ha regalato un nuovo protagonismo, per far spettacolo, ma al tempo stesso abbassare l’asticella dei sogni, così che se fai il lavapiatti ti senti più gratificato e meno sfruttato e frustrato.
Ma so anche che non vi state chiedendo da dove arriva il cibo che verrà sacrificato alla festa. Non dico che non avete letto le etichette, che alcuni non si siano riforniti di prodotti cosiddetti biologici o definiti a chilometro zero: con quel da dove intendo letteralmente la madre terra, il complesso del pianeta sottoposto a un vero stress produttivo. Secondo i report dell’Onu avremo ancora 60 anni di raccolti, ma in realtà la perdita di suolo e il degrado delle stesso sta già facendo diminuire i raccolti di un 20 per cento (vedi qui ) nelle terre coltivate. Poi c’è da considerare il vincolo dell’acqua con le riserve che vanno esaurendosi rapidamente soprattutto in Cina del nord, Stati Uniti centrali, California e l’India nordoccidentale: in quest’ultimo caso l’acqua nella falda del Gange superiore, viene succhiata a 50 volte il suo tasso di ricarica il che fa immaginare una fine imminente, così come in molti luoghi dell’Asia del Sud, dell’America e persino dell’Europa. Da dove verrà presa nuova acqua, visto che nelle previsioni gli emungimenti aumenteranno dall’80 al 200 per cento?
Poi c’è il problema del riscaldamento globale: una serie di ricerche tra cui questa è la più recente e completa suggeriscono che per ogni grado di aumento della temperatura la resa globale di riso scende del 3%, quella del grano del 6% e quella del mais del 7%. E si tratta comunque di una previsione rosea perché altri studi indicano che con 4 gradi aumento della temperatura media la diminuzione potrebbe anche arrivare all’ 84 per cento, anche ammesso che ci sia ancora acqua dolce per irrigare. Il fenomeno sarebbe dovuto alla progressiva scomparsa degli impollinatori sterminati dall’uso inconsulto di pesticidi il cui primo responsabile è proprio la struttura di mercato che non consente agli agricoltori di campare se non producendo il massimo possibile. La stessa struttura che del resto tende a creare un nuovo latifondismo, meno produttivo rispetto ai piccoli appezzamenti, ma molto più favorevole per il profitto finale.
Infine c’è lo stato degli oceani saccheggiati da qualunque cosa salvo che dalla plastica: così nonostante il notevole aumento in numero e in grandezza dei pescherecci e la diffusione di nuove sofisticate tecnologie di ricerca, il livello complessivo del pescato diminuisce dell’ 1 per cento l’anno, mentre i profitti crescono del 3 per cento. La stessa cosa dicasi per gli allevamenti: bovini e ovini mangiano vegetali che non sono utilizzabili per l’alimentazione umana, ma anche in questo caso il mercato e le sue necessità di crescita rapida e super produzione di latte spingono ad utilizzare grano e mais per i bovini, in parecchi casi anche per gli ovini e per i suini che essendo onnivori potrebbero cavarsela egregiamente da soli se gli spazi fossero adeguati. Certo non peserebbero quintali in poco tempo e così sarebbero meno remunerativi, ovvero fuori mercato.
Capisco come tutto questo non aiuti la digestione, ma se chiudendo il frigorifero date uno sguardo agli adesivi magnetici che ci avete attaccato sappiate che se ne producono circa due miliardi l’anno, consumando risorse di energia e di acqua dolce comparabili più o meno a quelle necessarie per la coltivazione di 150 mila ettari. Su scala planetaria non è granché, ma a dire la verità sono anche cose di non abbiamo alcun bisogno e che costituiscono un’attività del tutto marginale di un complesso produttivo che da solo consuma circa il 60 per cento delle risorse del pianeta.
D’altronde come risparmiare risorse che sono ahimè finite? Il paradigma capitalista nella sua versione neo liberista non offre scampo e soluzioni se non quello di ridurre la maggior parte dell’umanità in povertà assoluta e la dimostrazione ulteriore viene dai conati europei verso la civiltà di facciata e la barbarie reale. Un documento apparso a fine ottobre sull’economia circolare, ovvero su quella che ricicla tutte le risorse consumate si arena ben presto sui limiti economici: riciclare va bene, ma solo a patto che questo sia in grado di generare profitti. in tutti i punti della filiera. Messa così è del tutto evidente che si può riciclare pochissimo e praticamente ci si limita agli inceneritori o alle bottiglie di acqua minerale perché riciclare costa quasi sempre di più che produrre ex novo e spesso richiede lavorazioni, sostanze e addittivi più pericolosi per l’ambiente. Naturalmente si esclude che il pubblico possa agire per supportare le tante situazioni in cui ci si trova in un vicolo cieco e questo fornisce ampia dimostrazione che saggezza, socialità e persino buon senso non possono coesistere con i paradigmi contemporanei.
Bene, quindi faccio un augurio ancora più caloroso per l’abbuffata natalizia, sperando che per i bambini di oggi la festa e l’abbondanza non costituiscano un domani soltanto un vago ricordo.
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si può guardare:
Il Pianeta è sovrappopolato, soprattutto se vogliamo tutti vivere come un ricco tedesco o uno del ceto medio abbiente californiano. Servono 6 Stati Uniti per mantenere lo status quo, e servono tre Italie.
Il Pianeta non è infinito, nè come atmosfera respirabile, nè come territorio terrestre e nè come oceani.
Il Pianeta è sottoposto alle due leggi della termodinamica e a limiti fisici insuperabili.
Il Pianeta non è abitato solo dalla specie umana, ma anche da altre specie, alcune qui presenti da milioni di anni prima di noi. Insieme costituiscono la BIODIVERSITÀ, necessaria soprattutto alla nostra sopravvivenza. Noi stessi siamo un esempio di biodiversità, infatti abbiamo occhi orecchie bocca mani piedi pelle organi interni capelli peli unghie. Essere solo un’unghia ci farebbe estinguere immediatamente.
Viviamo in una Era glaciale, perché i Poli e le Montagne hanno ghiacci eterni. Dentro l’era glaciale ci sono periodi più o meno caldi, adesso ne stiamo vivendo uno caldo, ma la cosa potrebbe cambiare, anche velocemente.
Nell’arco della vita del Pianeta, 4,5 miliardi di anni, paragonati a un giorno ovvero a 24 ore, i dinosauri sono circa mezz’ora, noi umani e umanoidi, circa 4 SECONDI (2 milioni di anni). Veramente possiamo credere che in 250 anni, pur con la rivoluzione industriale, pur con una popolazione decuplicata, pur con uno spreco di risorse insensato, noi umani abbiamo cambiato il clima?
Ci sono molti scienziati che possono spiegare che la cosa non ha senso, ma non sono amici dei politici. Dei politici ipocriti e falsamente sostenibili.
Noi stiamo influenzando pesantemente la zona antropica del Pianeta, inquinando e sprecando senza senso, tutti dietro al consumismo e al turbo liberismo che lo propugna. Stiamo sterminando specie di flora e fauna, terrestri e oceaniche, a un ritmo spaventoso, per mettere, per dirla alla Simplicissimus, piccoli magneti sul frigo. E altre stronzate superficiali di cui ignoriamo o preferiamo ignorare le conseguenze.
Il lavaggio del cervello da parte dei dominanti atlantici (ancora per poco, la prima legge della termodinamica sta già lavorando contro di loro e della loro folle prepotenza) prevede consumismo, egoismo individuale, superficialità, banalizzazione, ignoranza generalizzata e paure globali per tenerci sotto scacco.
Il terrorismo islamico è la paura più di moda, ma anche il cambiamento climatico di origine esclusivamente antropogenica non va male, soprattutto se chiede di ridurre l’uso di fonti fossili (sono in fase successiva al picco, il petrolio da pochi anni, il gas tra 20/30 anni) perché emettono gas serra. I gas serra che fanno scaldare la temperatura del Pianeta, come se fosse il nostro soggiorno.
Gas serra come il biossido di carbonio, CO2, che alle elementari chiamavano anidride carbonica e che nutrono piante sia terrestri e sia acquatiche per restituire ossigeno.
Piantare alberi, mangiare meno carne (e dolore e sofferenza) possibile e fare atti di gentilezza a caso, con tutti, con chiunque, con la ranocchietta imbambolata sulla strada, con la lumachina che rischia lo splatter, con la persona anziana pedante ci farà rinsavire?
Comprare solo qualcosa che serva davvero e lo scrivo da uno smartphone cinese pagato pochissimo ci aiuterà a capire cosa stiamo facendo all’unico Pianeta che abbiamo?
Buon Natale, o meglio laicamente Buon Solstizio.
Una tantum licet insanire; nella fattispecie dare consigli non richiesti. Dei quali, come diceva Oscar Wilde, la cosa migliore a farsi è passarli a qualcun’altro, perchè non sono mai utili al destinatario originale.
Comunque… non si sa mai. Diventate vegetariani, una delle migliori decisioni mai prese dall’anonimo sottoscritto.
Probabilmente, globalmente parlando, è gia’ troppo tardi, ma almeno abbiamo, (avrete) la coscienza di aver contribuito il meno possibile alla distruzione del pianeta. Per di piu’, anche dal punto di vista economico, il risparmio è enorme.
E’ possibile nutrirsi bene e saporitamente con 5$ al giorno e anche meno. Senza contare che, alla fine, la medicina è quello che mangiamo come illustrato simbolicamente dalla seguente immagine [ http://thehealingstop.com/wp-content/uploads/2013/04/farmacy.jpg ]
Inoltre…. qualche volta, al mattino, prima di mettermi a lavorare mi guardo il seguente breve video [ https://www.youtube.com/watch?v=HatrRYOK_vU ]. E se qualcuno ha la perversione di dire che non glie ne frega niente e ammazzerebbe queste creature per mangiarle, allora e’ proprio tempo di modificare il famoso detto di Francesco I dopo la battaglia di Marignano, “Tutto e’ perduto, compreso l’onore”
Auguri a tutti.
L’ha ribloggato su bondenocome ha commentato:
Infatti dal primo gennaio 2018 la UE ammette la commercializzazione di vermi, insetti e larve per uso alimentare umano
Infatti dal primo gennaio 2018 la UE ammette la commercializzazione di vermi, insetti e larve per uso alimentare.