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Non è tutto Grasso quello che cola

pietro-grassoQuando circa un mese e mezzo fa Pietro Grasso uscì dal Pd sulla questione elettorale supposi senza bisogno di leggere i fondi di caffè o fare i tarocchi, che fosse proprio lui l’uomo destinato a sostituire Renzi nella strategia delle oligarchie locali ed europee:  basta con i giovanotti tracotanti, cialtroni e cacciaballe, logoratisi anzitempo e meglio puntare, su un rassicurante ex magistrato, affidabile, telegenico, finora estraneo alle infinite diatribe parlamentari e ancor più ai bizantinismi di una sinistra spesso divisa anche all’interno di una sola persona. Insomma un personaggio mediaticamente spendibile e oltretutto  politicamente insondabile, che rappresenta in qualche modo la residua legalità e che può essere essenziale in un anno, il 2018  nel quale presumibilmente si consumerà la definitiva presa di potere della troika: se l’attuazione del fiscal compact sarà rinviato al 2019, la situazione di incertezza politica in Germania, e la fine ormai vicina del quantitative easing, non lasciano troppo spazio alla flessibilità.

Il fatto che Grasso si sia messo quasi di sorpresa alla guida della sinistra transfuga dal Pd e delle pattuglie disperse nel deserto potrebbe far pensare che non sia certo lui la prima scelta dell’oligarchia, ma guardando ai fatti più che alle etichette questa prima impressione si sfalda velocemente: il presidente del Senato da una parte è estraneo alla nomenklatura di centro sinistra ribelle oggi, ma servile ieri quando si trattava di impedire lo scasso sociale voluto dall’Europa, dunque è privo di peccati, dall’altra sembra portatore, assieme a molti dei compagni di scalata come D’Alema, di infausto blairismo e ricordiamo che fu proprio Blair in persona a certificare il nulla osta a Renzi e a imporlo al Pd come concorrente ai massimi livelli per la segreteria. Con un uomo delle istituzioni al timone, con tutto quello che ciò significa sotto molti punti di vista, Liberi e Uguali, la nuova formazione di cui è ufficialmente a capo, rischia di prendere anche il 10%,  determinando una situazione post elettorale ancora più confusa, sulla quale del resto sta puntando Bruxelles proprio perché nel magma sarà facilitata  la sua capacità di intervento diretto. A quel punto Grasso potrebbe tentare la sua Opa sul Pd grazie ai voti recuperati da chi mai voterebbe Renzi (il sottoscritto è tra quelli) per non fare però cose molto diverse, oppure, in caso di una probabilissima alleanza tra il prode Matteo e la destra berlusconiana destinata a sfasciarsi ben presto sotto l’incalzare degli eventi, potrebbe proporsi come arbitro ed esecutore fallimentare del renzismo o infine, nel caso di una vittoria dei Cinque Stelle un’ipotesi fine di mondo per l’oligarchia europea tanto da spingere la parte più retriva e opportunista del movimento a un avvicinamento rapido e inconsulto all’ Europa dei ricchi, potrebbe diventare il condottiero dell’orgoglio centrosinistrese ferito e scacciare il guappo di Rignano e la sua banda dal palazzo in nome di una “reconquista” di potere.

Si tratta ovviamente soltanto di ipotesi  fra tutte quelle possibili, compresa anche quella che si tratti di una commedia delle parti, in ognuna delle quali tuttavia Grasso rimane come garante affidabile dello status quo in ogni possibile torsione dell’asse politico, una sorta di frangiflutti sociale posto ad evitare ogni reale sorpresa e cambiamento delle logiche della governance globale, specie quando in un Paese che assiste alla sua svendita per chiusura di esercizio e dove ci sono ormai 11 milioni di poveri si cercherà di imporre una nuova stagione di massacri. Ad ogni modo la sua scelta come capitano dell’impresa elettorale ribadisce ancora una volta l’inesistenza di fatto della sinistra che al posto di programmi e proposte concreti e davvero alternativi, ovvero al dispiegamento della propria soggettività politica, quasi ne avesse paura ideologica o nutrisse sfiducia nella possibilità di afferare poltrone, si affida alla riproposizione di facce e alle logiche dell’uomo solo al potere che del resto è già stata la stella polare del renzusconismo oltre che del potere neo liberista nella sua riscoperta dell’autoritarismo caritatevole. Insomma attenti ai trigliceridi.

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