Anna Lombroso per il Simplicissimus
Ma li avete visti coi loro pomposi abiti di scena, tutti imbellettati come mascheroni, incoraggiati ad esibire diamanti e zibellini dalla messa in sicurezza del teatro convertito in fortezza blindata contro lo sciagurato antagonismo che osava minacciare la vice ministra entrata alla chetichella, ben contenti di ascoltare un’opera soporifera che aveva il merito ai loro occhi di mettere in luce i danni delle rivoluzioni che oscurano la ragione e pure la poesia?
Parevano usciti dall’album di famiglia della maggioranza silenziosa, spaventata ma arrogante, con le nuove Luisa Ferida, i commendatori e le loro sciure, qualche festosa creativa in cerca dei 5 minuti di notorietà, banchieri marginali, una Milano da bere retrocessa al vermuttino in galleria con in testa il sindaco molto indagato e ciononostante irriducibile nella narrazione di quella credenza talmente ben propagandata da essere entrata a buon diritto nell’album della nostra autobiografia nazionale: il mito cioè della capitale morale alla quale si dovrebbero affidare le redini del paese per restituirgli autorevolezza e credibilità internazionale, fama e prestigio nel mondo dell’economia, e perfino della cultura, dopo il conclamato fallimento politico e civile di Roma, segnata da una gestione occasionale e scalcinata, e che, ad onta di antiche nomee – Capitale corrotta, nazione infetta – viene diffusamente presentato come fenomeno patologico nuovo, originale e inguaribile.
Una leggenda difficile da smentire, altro che fake news, malgrado si sia saputo il perché dell’esito dell’estrazione a sorte dell’Ema, ospite d’onore presto sostituito nell’immaginario dell’establishment dalla Goldman Sachs, benché si sprechino notizie che raccontano come l’hinterland sia infiltrato capillarmente da varie tipologie mafiose, malgrado la questura abbia impresso un giro di vite per contrastare l’occupazione militare del racket nei bar e ritrovi del gran Milan.
Perché se è vero che, come disse una volta un capitano dei carabinieri, tutto quello che non è Calabria, Calabria è destinato a diventare, ci sono analisi dell’antimafia che confermano la profezia sull’esposizione di istituti di credito a ingressi di colletti bianchi della ‘ndrangheta, sulle acquisizioni da parte di clan mafiosi di aziende sofferenti da trasformare in comodi prestanome, sulla potenza del racket che impone la sue rete di gorilla e buttafuori, vigilantes anche nelle vesti di incendiari, che taglieggia negozi fino a che i proprietari e esercenti si arrendono e li cedono a qualche organizzazione malavitosa spesso al servizio di imprese multinazionali e firme insospettabili, e che rivelano perfino primati guadagnati nel mercato dei permessi falsi per immigrati. A conferma che si tratta di un territorio e di un tessuto sociale che non possiede i necessari eppur conclamati anticorpi, anzi…
Per quello colpisce la fiducia attribuita all’apparizione di Pisapia nella grotta dei madonnari in cerca di un leader di elevata statura morale, alla guida di una sinistra garbata ed educata ma capace di imprimere una svolta sia pure gentile e addomesticata.
Mentre le sue prestazioni dopo le promesse di rottura col passato all’atto della candidatura a sindaco, non avrebbero dovuto persuadere nessuno a cominciare dalle sue responsabilità nell’esecuzione minuziziosa dell’Expo in veste notarile, da addetto alla concretizzazione e conformità del grande evento con il dettato della grande sponsor Moratti, per non dire della definitiva trasformazioni di Milano nella capitale della deregulation urbanistica, grazie all’attenzione riservata alle pretese dei veri dominatori della città: finanzieri, corporazioni commerciali, imprenditori e impresari edili, tanto che a detta di urbanisti ed architetti non ancora arresi al dominio proprietario, se c’è oggi una città esemplare della licenza edificatoria come una volta Roma, è Milano.
Favorita anche dalla consegna megalomane dei luoghi alla progettualità di star straniere, estranee alla storia e ai contesti urbani, quelle che, senza un piano particolareggiato, hanno “integrato” i tre (uno è in ritardo) insensati grattacieli di una City Life (la prima «Nuova Milano») sull’area dell’ex-Fiera, attorniati da impressionanti cataste di falansteri che qualcuno ha paragonato alle mostruose navi da crociera che ogni giorno attraversano pericolosamente il corpo di Venezia, replicando così il paesaggio di Dubai, di Doha, del Quatar, perfettamente congruo peraltro, visto che è il fondo sovrano del Qatar il proprietario unico di quella parte di Milano.
Sono di quella risma i nuovi padroni di casa – così si sono auto definiti in occasione della fastosa inaugurazione. E non stupisce se si considera che gli abitanti se ne vanno dal centro, per gli stessi motivi per i quali vengono espulsi i veneziani, che lo sviluppo occupazionale riguarda è vero il comune centrale, ma che, dopo che l’industria manifatturiera ha abbandonato il capoluogo almeno a partire dagli anni ‘70, per motivi di ristrutturazione, di riconversione ma soprattutto di delocalizzazione, è sempre più rivolto ai servizi finanziari, di comunicazione e della moda e non essendo in grado di incrementare in modo significativo un terziario qualificato che non sia quello puramente commerciale.
Una Milano senza milanesi, una città senza cittadini, è così che la vogliono quelli che ieri sera erano asserragliati nella loro cittadella del privilegio, mezze figure che trovano il loro Andrea Chenier in Fabio Volo, il loro Stendhal in Severgnini, la loro Brera nelle vetrine delle grandi firme di Montenapoleone. Ma sotto sotto hanno una gran paura che prima o poi arrivi Robespierre.
Grande Anna, adoro la passione che metti in queste dolorose prese d’atto.
Calcherei molto la mano sugli aspetti urbanistici, vero silenzioso veleno sottile e a lungo termine che ha stravolto il paesaggio italiano dal dopoguerra in poi fino all’apice degli anni novanta, consumando suolo preziosissimo per il Futuro del Paese. A oggi, con l’agricoltura italiana, possiamo permetterci di nutrire solo un italiano su tre, quindi altre due Italie localizzate “altrove” sostengono il nostro orribile stile di vita.
Un esempio?
Vogliono spendere denaro per contare e abbattere i preziosissimi e rari lupi italiani, quando con costi minori potevano attuare politiche di contenimento e di sostegno alla preziosa pastorizia.
si può leggere:
https://comedonchisciotte.org/chi-cazzo-ha-preso-i-soldi-di-putin-senza-darci-un-euro/
anche qui:
https://it.sputniknews.com/mondo/201712095381375-trump-riufiuta-difesa-russia-paesi-nato-non-pagano/
I Fascismi sono serviti a impedire ai lavoratori di fare come la Russia. Dopo la prima guerra mondiale, i reduci reclamavano migliori condizioni sul lavoro e di vita, reclamavano l’assegnazione della terra tra i coltivatori diretti ecc. Allora le spedizioni punitive degli squadristi avevano questo sopo. Oggi nel terzo millennio, il movimento operaio e’ risultato sconfitto per il tradimento del sindacato e dei partiti. Che scopo hanno oggi le manifestazioni squadriste?
Impedire che, finalmente avvenga una vera ribellione contro il delirante status quo…deviare proteste per rivendicazioni socialiste, verso il solito fascismo del tutto deve cambiare perche nulla cambi, in una società turbo capitalista.
I fascisti del terzo millennio= la nuova rivoluzione arancione ( ma dissimulata con camicie brune o nere…) ?
Confondere fascismo imperialista, ma servo della potenza egemone e del capitalismo, con patriottismo, affinché mai ci sia vera sovranità popolar-democratica.
Costringere le proteste all’interno di un regime autoritario-fascista pseudo ribelle, ma al servizio del solito turbo capitalismo.
Il nuovo fascismo: tutto deve cambiare perche nulla cambi.
Il nuovo fascismo sollecitare la rivolta del popolo per poi incanalarla in un regime autoritario di non evidente derivazione ( dissimulata…) turbo capitalista.
“Che scopo hanno oggi le manifestazioni squadriste?”
La rivoluzione fascista di piazza Maidan, che scopo ha avuto ?
Forse quello di cercare un nemico esterno, per sviare dal nemico interno, magari a servizio del turbo capitalismo imperialista USA ?
Una volta che l’attuale autoritarismo turbo capitalista potrà associarsi ad un autoritarismo-armato/militaresco e guerrafondaio-imperialista ( ma succube USA…), il popolo non potrà nemmeno più accennare ad una ribellione che non sia sanguinaria e violenta.
Le forze deviate dello stato profondo italiano potrebbero uscire allo scoperto senza nessun freno giuridico… attualmente siamo un po’ nella condizione pre fascista del primo dopo guerra… le classi dominanti che hanno portato allo sfascio il paese, son tentate di smascherarsi dal loro subdolo autoritarismo attuale e rivelare la parte più violenta e sadica dei loro istinti: ed ecco all’uopo i neofascisti ( tra i quali parecchi figli di papà della classe dominate o di essa alleata?) sedicenti tutori della patria e della nazione…
la propaganda anche caotica dell’attuale regime autoritario, serve a confondere, ed eventualmente favorire una svolta ulteriormente autoritaria.
Stato è diverso da Nazione.
Lo Stato fascista alla fine dei conti ha danneggiato la Nazione con i suoi meschini squilibri autoritari ed imperialisti.
Per l’Italia o l’Europa, di questi anni, vale il motto: socialismo ( depurato da alcune devianze o eccessi storici) o barbarie.
Per l’Europa ci sarebbe i dovere di smarcarsi dal dominio USA e NATO, per recuperare sovranità politica.
“Che scopo hanno oggi le manifestazioni squadriste?”
È un operazione di divide et impera , per scongiurare la formazione di un democratico fronte “nazional-Socialista” tramite operazioni violente ed imperialiste al servizio fosse anche indiretto del potere egemone ( turbo capitalismo e USA…) ?
Infiltrare i movimenti genuinamente nazional-popolari e patriottici, con movimenti alla p.zza maidan?
“Che scopo hanno oggi le manifestazioni squadriste?”
Intorbidire le acque ?
si può leggere:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/i-fascisti-sono-fuori-legge-perche-poliziotti-e-magistrati-non-la-applicano/
si può leggere (!) :
http://www.studiolegalemarcomori.it/appello-ai-lavoratori-stracciate-le-tessere-sindacali-vi-hanno-tradito/
Questi articoli sarebbero ancora più piacevoli da leggere se correggeste il testo dei piccoli errori che purtroppo si ritrovano in ogni vostro lavoro.