sismaAnna Lombroso per il Simplicissimus

Chissà se l’essere stata pronunciata con tracotante veemenza dall’autorevole tribuna, risparmierà la più infame e proditoria di tutte dalla mannaia morale impugnata contro le fake news.  È  improbabile però che nel prossimo report quindicinale sulle bufale che rimbalzano sul web – frutto avvelenato di un complotto orchestrato per gettare discredito sul governo, sul partito trasversale che occupa parlamento, società e media tradizionali   e sulle sue incontestabili verità e rincitrullire il popolo bue, prossimamente redatto anche grazie all’algoritmo di uno dei petali più prestigiosi del  giglio  magico esperto di spy story tanto da essere eterno candidato al comando del nuovo corso della cyber intelligence –  venga denunciata la patacca che più di altre costituisce un affronto e un tradimento nei confronti dei cittadini più feriti e traditi dalle istituzioni.

Perché è proprio dal pulpito della Leopolda che la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Paola De Micheli, nei recenti  panni di commissaria per la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma  ha rassicurato la selezionata platea: la situazione è in ripresa, ha detto.  E per galvanizzare lo smorto parterre, ha  aggiunto: siamo stati noi a dare le necessarie certezze … ora il tessuto sociale si sta rinnovando  e lentamente sta riprendendo la vita normale.. ho conosciuto altre ricostruzioni, come  all’Aquila e in Emilia, ma mai prima un governo aveva proposto subito nei mesi successivi al sisma, un impianto normativo adeguato e un poderoso finanziamento.

Anticipando le improbabili  purghe renziane sono insorti i comitati di cittadini sorti nel cratere dei sisma che in questi mesi si erano astenuti dall’attribuire le responsabilità dei ritardi e nelle inadempienze a chi aveva ereditato una gestione malaccorta, incapace e poco coraggiosa, ma che ora accusano la commissaria di sciacallaggio elettorale sulla pelle di chi si trova ad affrontare il secondo inverno in una guerra a mani nude, con le macerie per strada, quando le strade di collegamento sono ancora impraticabili, quando si segnalano i primi casi di polmonite tra quelli che, a Castelluccio ad esempio,  dove (ne ho scritto qui: https://ilsimplicissimus2.com/2017/10/17/il-bel-salame/)  si è molto narrato delle magnifiche sorti e delle promesse di benessere per tutti della grande fiera dell’alimentazione e della ristorazione doc servita da masterchef e imprese esterne, hanno resistito a più di un anno in camper a 1200 metri, per tentare la semina del loro oro, appuntamento rinviato a chissà quando. E dove non solo si vive “in un contesto post bellico”, ma, malgrado le rivendicazioni, anche quelle in rete, della Commissaria,  che espone i meriti della sua lotta alla burocrazia e alle farraginose complicazioni procedurali, imprese, cittadini, emti pubblici sono ancora alle prese con “difficoltà interpretative”, a cominciare dall’accesso a facilitazioni,    incentivi e esoneri fiscali.

Infatti si sa che su 3702 richieste presentate da altrettanti nuclei familiari per ottenere una Sae, soluzione abitativa di emergenza – le famose casette di legno- le assegnazioni non superano le 1103 unità. Così a Visso dove non è stata consegnata nemmeno una delle 230 Sae richieste,  chi non si è rassegnato all’esodo in alberghi o all’ospitalità da amici e famigliari, si arrangia come può e una ventina di persone vive accampata in camper inviati da privati di buon cuore, in un insediamento precario intorno a quello che era lo stadio, servendosi dei bagni e degli spazi comuni della struttura.  Non va meglio a Ussita: 0 Sae su 87 previste, a  Castelsantangelo, 11 su 63,  a Pieve Torina 40 su 208, nelle Marche dove su 1521 sae ne sono state consegnate 250.

E intanto c’è una fake che viene smascherata, quella secondo la quale  i soldi dati generosamente dagli italiani sarebbero servit per dare una casa ai senzatetto. Proprio in questi giorni la stessa commissaria straordinaria  ha ufficializzato la lista dei progetti finanziabili con i quattrini raccolti con gli sms solidali, approvando le scelte sconcertanti effettuate da Regioni e enti locali in vena di antiche rivincite e impegnati a mantenere promesse fatte prima della tragica emergenza.

E a sentirsi oltraggiati non dovrebbero essere solo i comitati dei terremotati ma tutti quelli che hanno ancora una volta scelto di donare qualcosa per sentirsi partecipi e solidali, derisi   per i 3 milioni che la regione Marche la voluto destinare al recupero della Grotta sudatoria  di Acquasanta Terme, chiusa da vent’anni, o i 5 attribuiti a opere  sulla strada statale ex 238, un raddoppio già contestato prima del sisma in presenza della superstrada che le corre a fianco,   o per i 2 milioni finalizzati alla realizzazione di aree eliportuali.

Dispiace proprio aver previsto che cosa si nasconde dietro a certe inadempienze, a  certe incapacità, a certi ritardi, resi ancora più colpevoli perché come certe fake non celano cialtroneria o arroganza, propaganda un tanto al chilo o megalomania irresponsabile, ma un disegno ormai chiaro. Quello dell’espulsione dei residenti da là come da Firenze, Venezia, perfino da Milano, per trasformare un territorio e le sue città nel parco tematico della bella Italia e della sua gastronomia, data in pasto prima ancora che ai commensali a multinazionali  del turismo – a cominciare da quello religioso, dell’accoglienza, dell’alimentazione. Con la conversione dei cittadini in personale di servizio, ciceroni, affittacamere,  figurine del presepe vivente tutto l’anno. Come piace alla narrazione di chi dopo aver venduto partecipazione, politica, democrazia, palazzi, paesaggio, opere d’arte, sta vendendo anche noi e a prezzo stracciato.