Anna Lombroso per il Simplicissimus
Intenti a spolpare fino all’osso l’irriducibile mummia, approfittando del dibattito in corso su pappomi e stupratori, molestatori e ricattatori, cravattari sessuali e cultori del Viagra in cerca di accendere gli ultimi falò, in modo da condannare il puttaniere assolvendo invece golpisti dai costumi almeno apparentemente più castigati, un duo di Repubblica ci offre l’edificante percorso redentivo di alcune partecipanti alle cene eleganti del Cavaliere mai abbastanza disarcionato anche grazie all’aura di inoffensiva folcloristica e vitale trasgressività cui ha contribuito la medesima testata.
Maddalene affrancate dal peccato, chi tramite la maternità e chi attraverso una specchiata e integerrima carriera professionale? Macchè, invece, senza pentimenti e senza vergogna restano berlusconiane convinte, non rinnegano le frequentazioni di regge dotate di alcove profittevoli e passerelle per allegre performance in costume, alle quali le avevano introdotte “caporali” addetti allo scouting e all’assoldamento di particolare forza lavoro sotto forma di carne fresca e accondiscendente, sfoderano curricula prestigiosi maturati grazie a master a Londra, si premurano di dimostrare che malgrado i successi come manager facilitatrici di start up e le amicizie altolocate sono rimaste candide ragazze di provincia, messe in mezzo per via di innocenti e legittime ambizioni.
Sarebbe bene diffidare della carità pelosa di certa “informazione”.
Perché è vero che sfruttatori, puttanieri, stupratori, ricattatori, violentatori, frustrati che si rifanno della loro inadeguatezza con la sopraffazione, potenti impotenti che aggirano la loro inferiorità con la violenza e l’abuso sono tutti uguali, tutti da condannare tanto che chi, come me, non ha gran fiducia nella giustizia si farebbe tentare da quella sommaria, dalla gogna non solo mediatica sia pure senza nutrire simpatia per certi confessionali pubblici e collettivi e certa memorialistica dell’affronto subito. Mentre invece non è vero che siano uguali le vittime, malgrado si respiri una mefitica aria di pacificazione universale che dovrebbe riscattare i ragazzi di Salò, immolatisi per un “ideale”, peraltro criminale, mercenari che sparano a pescatori in barchetta, esportatori di civiltà superiori meritevoli di mausolei.
Sono vittime che meritano solidarietà totale le operaie, quelle che devono piegarsi a bramosie di datori di lavoro e pure di qualcuno appena più su nella gerarchia, come quelle che devono accettare un contratto capestro una lettera di licenziamento con la data in bianco, un salario ridotto ai colleghi maschi. Lo sono quelle segretarie costrette a straordinari straordinarissimi dopo l’orario d’ufficio, come le ricercatrici universitarie che devono subire le attenzioni di baroni e pure di essere espropriate di prodotti intellettuali. Lo sono perfino starlette di scarso talento ma di convinta vocazione che devono mettere in conto di effettuare certi provini. Più che mai lo sono ragazze che arrivano qui sperando di non patire più la fame e che finiscono per strada schiave degli appetiti ingordi e criminali di sfruttatori e clienti dalla vita morigerata ma dai vizi smodati.
E le donne si sa sono vittime due volte perché anche i padroni sono tutti uguali e combinano intimidazioni e ricatti “dedicati”, quelli sessuali, quelli di genere, con quelli che invece sono destinati in maniera indifferenziata a maschi e femmine, quelli dei contratti atipici, quelli delle minacce e lusinghe a bancari perchè spaccino i loro veleni, quelli del volontariato, quelli delle telecamere e dei controlli – e meglio se si indaga nei bagni delle ragazze, quelli dell’alternativa salute o occupazione, quelli della scelta tra sicurezza e qualche soldo in nero o delle garanzie a qualche fuori busta, meglio anche quello se comprende servizi extra.
Così è consigliabile sottrarsi ai riconoscimenti e alle ammissioni che vengono dalla fabbrica della menzogna, che per ci elargisce finte parità e finte uguaglianze per addomesticarci, uomini e donne, tramite scandalo, edificazione virtuosa, ambizioni premiate. Per far dimenticare che siano dotati, uomini e donne, di arbitrio, condizionato, ricattato, rimosso, frustrati, certo, ma che deve servire a distinguere vittime e carnefici, chi subisce da chi si approfitta di certe “opportunità”, aspirazioni legittime e diritti da ambizioni e sfruttamento del proprio corpo e della propria indipendenza di pensiero e opinione, la Anselmi o la Boschi, la Levi Montalcini o la Fornero. Per discernere tra donne e diversamente donne, e perché no? tra uomini e diversamente maschi in modo da non sbagliarci su chi sta dalla parte avversa.
Scrive la Spettabile Lombroso;
“Per discernere tra donne e diversamente donne, e perché no? tra uomini e diversamente maschi in modo da non sbagliarci su chi sta dalla parte avversa”
ma la parte avversa sarebbe quella degli uomini, o quella dei diversamente maschi ?
La cosa è importante al fine di capire se la parte amica è la prima o la seconda. Fosse la prima, perché le caratteristiche non avverse o amichevoli sono definite dal termine uomo ? Fosse la seconda ,perché le caratteristiche non avverse o amichevoli sono definite dalla espressione “diversamente maschio” ?
Ovviamente, intendere in senso positivo l’una o l’altra dizione implica un rimando semantico diverso, aggiuntivo al senso già esposto nel post, quindi un rimando semantico che Ella dovrebbe prima precisare rispetto alle due possibilità in campo, e poi precisare di per sé stesso
Siamo in attesa di un Suo chiarimento, sempre che Ella non perseveri nella tendenza autistica di fresco inaugurata
che dire poi di chi si fa seguace del generale pappalardo e ce lo propone….
non si può ! …. per fortuna ogni cosa porta una propria responsabilità, ed almeno ci consoliamo per questo… !!.
….Mors stupebit et natura
Cum resurget creatura,
ludicanti responsura ……..
come lei ha spesso osservato io appartengo a quelli che non amano l’umanità o i popoli ma alcune persone, con una certa preferenza per quelli cacciati di sotto, oppressi e oltraggiati coi in quali mi seto di camminare a fianco a differenza di tanti che si dicono disposti a morire per loro pur però di non frequentarli..
Altrettanto mi viene da dire per gli schieramenti di “genere”. Distinguendo tra sfruttati e sfruttatori tra oppressi e oppressori e fermo restando che in ogni caso ricatti e violenze intimidazioni e capestri colpiscono le donne in forma maggiore per via economica, sociale e sessuale.
Neanche volevo tirarLa dentro uno schieramento, in fondo il Suo approccio è secondo me condivisibile
ed anzi aggiungo che, meritoriamente, è l’opposto della tendenza a ragionare per generalità astratte, tendenza oggi fortemente implementata da quella piccola borghesia in via di immiserimento che deve per forza estrinsecare la propria rabbia contro un nemico costruito per generalizzazioni infondate arbitrarie ed anche un po’ vigliacche tutto pur di non guardare in faccia al nemico reale che è quello di classe
ecco Pappalardo che ragiona puntualmente, e pare proprio in modo giuridicamente fondato.
Ragionamenti puntuali e giuridicamente fondati, da parte dei sinistrati, Non pervenuti.
Legalisti o rivoluzionari, da chiacchiera o da tastiera con ragionamenti puntuali e giuridicamente fondati, Non pervenuti.
Individuati scioperi settoriali per paghetta settoriali o “particulari”.