giphy-downsized-large.gifPrima avevano promesso di fare una legge elettorale costituzionale e anzi il cerchio magico dell’asino d’oro Matteo Renzi si era riempito avidamente la bocca con il sistema tedesco per poi produrre un sistema che superficialmente gli rassomiglia, ma che nella sostanza ne è l’esatto opposto. In qualche modo avevano fatto intendere che il nuovo sistema sarebbe stato più proporzionale e invece le maggiori deformazioni sono rimaste intatte è sinergiche, comprendendo sia lo sbarramento, sia il premio di maggioranza che messi insieme permettono di fare del voto un pongo da manipolare come si vuole. Qualcuno si era illuso che i cittadini avrebbero contato di più, quanto meno nella scelta dei candidati e invece si sono trovati di fronte a un marchingegno senza alcuna possibilità di voto disgiunto (ovvero il cuore del complicato sistema elettorale tedesco) che ancora più di prima fa del Parlamento un’aula sorda e grigia di nominati e di pedine a progetto. Infine avevano promesso di non mettere la fiducia sul fascistellum o rosatellum che dir si voglia e invece l’hanno regolarmente fatto chiarendo molto bene quale sia il valore della loro parola: meno di quella di un bandito di strada. Di fatto si tratta di un altro referendum tradito, anzi del tutto ignorato da un Parlamento legale, ma illegittimo.

Che questa legge sia forse ancora più incostituzionale di quella precedente cassata per incostituzionalità non ci piove e lo hanno chiarito nei giorni scorsi alcuni tra i più eminenti costituzionalisti della repubblica a cominciare da Zagrebelsky per continuare con Pace, Carlassare, Calvano e Villone: quest’ultimo ha detto, ” il Rosatellum è della serie: piccole limature dell’Italicum e del Porcellum. Non è accettabile. Tutti i parlamentari o quasi tutti sarebbero nominati”. Ma chi se ne frega, intanto si va a votare con questa porcheria pasticciata, si occupano le poltrone, si salvano i culi flaccidi della casta e le loro rendite, si tengono in piedi i clan di potere, si rassicurano Parigi e Berlino che l’Italia rimarrà fedele nella sua strada al suicidio e che hanno già fatto conoscere il loro apprezzamento, soprattutto in vista dell’imminente trattato fiscale. Poi si vedrà come acconciarsi con i cittadini.  Tutto un coacervo di cose  che va sotto il nome di governabilità e che è sempre più distante dalla sostanza della democrazia. Del resto con questo giochino si potrebbe andare avanti all’infinito fino a che una rivolta non li fermerà.

Lo dico senza voler a tutti i costi esagerare perché ormai la strada verso una soluzione parlamentare di questa crisi terminale del Paese si fa molto stretta e impervia: è vero che c’è un’opposizione forte, quella dei cinque stelle, che cerca di fare le barricate contro l’approvazione militare della legge, ma lo fa perché si sente in qualche modo fregata nella sua  ascesa alla stanza dei bottoni, da Renzi, Berlusconi e altri ladri sparsi del centrismo: per il resto pare essere stata completamente risucchiata nel seno della governabilità padronale. Va bene l’Europa con i suoi trattati capestro che non consentono margini di manovra per le cose ventilate a singhiozzo in questi anni , va bene l’euro, va bene di conseguenza lo scippo di sovranità, va bene tutto tranne quel po’ di sindacati esangui rimasti a difendere blandamente se non episodicamente i diritti del lavoro come ha decretato Di Maio riprendendo una frase fatta del più ottuso bottegaismo di 40 anni fa del resto travasatosi nel berlusconismo.  Il signor Nessuno che vuol essere Qualcuno: davvero patetico se non fosse drammatico e badate che l’inconsistenza è la qualità meno compromettente che si possa trovare.  Ormai la vera opposizione al sistema oligarchico è assolutamente marginale, ridotta a nicchie sparse: tra le forze politiche che si spartiscono il condominio parlamentare  non si vedono più sostanziali differenze di progetto e di futuro, nonostante le liti strumentali. E’ la notte in cui tutte le vacche sono nere.

Non c’è dubbio che oggi, con la fiducia che terrorizza i deputati mercenari, il rosatellum verrà approvato, anzi c’è chi sospetta che la leggenda secondo la quale sarebbe stato arduo farlo passare, sia stata costruita proprio per poter ottenere il massimo silenzio possibile sulla vicenda. E del resto è anche abbastanza visibile che quel po’ di fogli e di siti che di solito fanno la conta dei peli puberali e si appassionano al complesso risiko parlamentare, tacciono o si occupano dell’argomento quasi di straforo e sempre con imbarazzo. Da domani si comincerà ad organizzare un nuovo referendum: ma intanto i colpevoli festeggiano.