BarOrmai è chiaro e visibile anche da chi non vuole vedere che in Spagna il franchismo delle classi dirigenti madrilene, sopito, ma non spento, ravvivato da Rajoy con la sua banda di clerico – fascisti  e l’europeismo eurista si sono alla fine saldati esplodendo nella questione della Catalogna, l’ultima a resistere sotto l’assalto di Franco, Hitler e Mussolini durante la guerra civile e oggi la prima a volersene andare dalla dittatura neo liberista. L’assalto del vero e proprio esercito di occupazione mandato dal governo centrale a impedire il referendum sull’indipendenza del primo ottobre ha prodotto ieri 14 arresti tra funzionari del governo catalano e amministratori di aziende che avevano stampato le schede elettorali, ma è solo l’ultimo e clamoroso atto di una repressione che va avanti da oltre un mese con arresti, perquisizioni, sequestri di volantini elettorali, assalto a libere manifestazioni: oggi ha solo e definitivamente calato sua maschera.

E indovinate chi è uno dei personaggi che ha chiesto nei giorni scorsi  il pugno di ferro contro gli indipendentisti e invitato il governo a fare della Catalogna terra bruciata. come portavoce occulto, ma nemmeno tanto delle forze armate? Quel colonnello  Tejero che nell’81 tentò un colpo di stato contro le neonate istituzioni spagnole, episodio oscuro, mai realmente chiarito, ma che sembra essere maturato alla corte di re Juan Carlos il quale alla fine, visto il fallimento dell’operazione e il rischio di guerra civile, buttò a mare il piano e i suoi complici per uscirne come difensore della democrazia. L’intervento di Tejero plurigolpista fallito e manovrato dalla corte ( tentò un golpe anche nel ’79) potrebbe sembrare un piccolo e ignobile particolare, ma visto che i suoi consigli sono stati seguiti, la sua voce illustra come meglio non si potrebbe tutta l’involuzione politica e sociale della Spagna che viene quasi risucchiata a forza dal suo passato.

Naturalmente l’Europa sta con Madrid e per non farsi mancare tutto il grottesco possibile questa ong dei massacri sociali lo fa proprio nel momento in cui la repressione di Madrid raggiunge il suo apice e svela la sua natura antidemocratica: magari a Bruxelles la fratturazione degli stati nazionali e la nascita di soggetti statuali più piccoli e con minor peso specifico potrebbe anche far comodo e farebbe ancor più comodo alla Germania e alla sua dama di compagnia francese, assunta a progetto, ma alla fine le doglie di questi parti sarebbero così dolorosi da mettere in pericolo l’intera costruzione oltre a costituire un problema e non da poco per le impalcature esterne della stessa, la prima delle quali è la Nato. Dunque adesso si dice a Bruxelles, “rispettiamo la Costituzione”, anche se le operazioni della polizia e dell’esercito, gli arresti e i sequestri  contro un  referendum puramente consultivo ne sono la negazione assoluta. Ma si sa in occidente ormai le costituzioni sono a la carte: immaginiamoci solo per un momento l’esecrazione se le stesse cose le avesse fatto Maduro in Venezuela.

Naturalmente i catalani, compresi quelli incerti sull’indipendenza non l’anno presa bene e la reazione non si è fatta attendere con manifestazioni di cinquanta mila cittadini davanti al palazzo dove sono stati fatti gli arresti, blocchi, scontri, disubbidienza civile, mobilitazione sindacale che si appresta a indire per il 3 ottobre uno sciopero generale, con il personale del porto che si rifiuta di scaricare alcunché dalle due navi crociera utilizzati da Madrid per far arrivare a Barcellona 16 mila uomini: insomma la mossa del governo centrale è stata poco intelligente se la si guarda sui tempi lunghi perché è destinata ad aumentare più che mai la voglia di indipendenza e a convincere anche gli incerti. Probabilmente il referendum salterà, ma il problema per gli oligarchi spagnoli ed europei diventerà certamente molto più grave, ma del resto non si può pretendere intelligenza da oligarchi la cui mente è già tutta occupata dall’avidità, dal non senso e dal terrore di perdere le proprie prerogative. E che come si è visto all’Onu, è preda di un delirio.

Di certo stiamo assistendo a un momento storico, quello in cui di fatto viene negata anche l’autonomia già concessa e in cui l’idea di indipendenza esce da un terreno caotico, disordinato e in qualche modo sospeso per diventare un chiaro obiettivo con un nemico preciso e ben individuato, mentre sarebbe stato facile risolvere i nodi senza esisti drammatici. Ma l’imbarazzante livello culturale dei dirigenti occidentali, dai cosiddetti think tank del neo liberismo dove l’idiozia si taglia col coltello, alle sue penose espressioni politiche che sembrano essere frutto di quell’infantilismo generale che esse stesse hanno voluto e preparato, dà ormai ogni giorno i suoi frutti.