Non tutto il male viene per nuocere e ci voleva la vicenda delle Ong mercanti di uomini per far emergere al di là della retorica umanitaria e delle concrete responsabilità nell’attività negriera del ventunesimo secolo le ambiguità senza fondo che devastano il cosiddetto Terzo settore. Organizzazioni non governative che dipendono dai governi e sono letteralmente immerse nel parastato o che attraverso un sistema di scatole cinesi simili a quella della finanza dei paradisi fiscali sono finanziate e dunque proprietà dei grandi ricchi interessati alla rapina di risorse o ancora un misto fra grandi privati e stati uniti in disegni geopolitici attraverso il ricatto umanitario e/o politico (vedi Soros il nome più eminente in questo campo) , assenza nella stragrande maggioranza di casi di bilanci certificati o di bilanci tout cort, soldi che non si sa che fine fanno. Del resto pochi sanno che la dizione adottata per questa società, ovvero senza fini lucro è un’ingannevole traduzione dall’inglese no profit che significa tutt’altro, ovvero non assenza di guadagno, ma assenza di distribuzione degli utili fra gli associati che è una cosa molto diversa.
Se alcune di queste organizzazioni svolgono un servizio di taxi per i migranti è solo un epifenomeno per un terzo settore che ormai si occupa principalmente di supportare in maniera invisibile alle opinioni pubbliche piani di interesse economico o strategico di governi o di qualche ras del neo liberismo. Noi italiani lo dovremmo sapere meglio di altri perché abbiamo avuto sotto gli occhi quello che si potrebbe definire un esempio di scuola di tutto questo, ossia la missione Arcobaleno la cui idea nasce nel marzo del ’99 solo pochi giorni dopo l’inizio delle operazioni militari nella ex Jugoslavia. Sono Minniti e Velardi, entrambi nello staff di D’Alema che hanno l’idea di controbilanciare con un’azione umanitaria i bombardamenti sulla Serbia: bassa cucina politica per non irritare troppo i pacifisti e per costruire comunque un rapporto con la Lega visto che lo scopo dell’operazione era di aiutare i profughi a casa loro o quasi, ovvero in Albania impedendo che si mettessero in testa di raggiungere le nostre coste.
Si dà inizio a una raccolta pubblica di fondi e le Ong dopo qualche mugugno presto superato si adeguano e anzi di addensano come api attorno al miele: presentano progetti e ottengono i fondi del governo, diventando di fatto Organizzazioni governative e perdendo quella inutile enne in mezzo all’acronimo. Se poi gli aiuti, peraltro assai parziali siano costano 40 0 50 volte più di quelli dellì alto commissariato per i rifugiati dell’Onu, tanto meglio. Ecco perché al di là delle singole iniziative e progetti la missione Arcobaleno è stata un modello delle possibili degenerazioni dell’azione umanitaria: la cooptazione subalterna del volontariato nella politica estera e militare di un Paese coinvolto in guerra, la dipendenza materiale dalle strutture militari, la pratica dell’intervento episodico all’insegna del mordi e fuggi e prendi i soldi, l’intreccio con la retorica falsificante dei media e del marketing umanitario, il lassismo morale e politico favorito da tutto questo.
Del resto basta fare alcuni conti della spesa per vedere di cosa si è trattato: 31 mila profughi assisti per una media di 45 giorni ciascuno e 7300 impiegate in quest’opera tra cui circa 4000 delle ong e il resto protezione civili o amministrativi distaccati dagli enti pubblici per una spesa complessiva ufficiale di 51 miliardi ( di allora) e ci sarebbero decine di divertenti aneddoti al proposito. Ma ciò che conta e che queste Ong governative si sono piegate anche alla strategia della Nato che voleva i campi dei profughi provenienti dal Kosovo appena al di là del confine con l’Albania in modo da farne un obiettivo per i Serbi cosa utilissima come pretesto di guerra e nello stesso tempo un luogo di reclutamento per l’Uck. non si potrebbe avere una conferma migliore di come l’umanitario possa servire in modo organico gli interessi politici e militari.
Non ci possiamo stupire che alcune Ong famose, vuoi finanziate da Soros, vuoi usate dal dipartimento di stato americano o dal ministero degli esteri francese, partecipino non si capisce a quale titolo alle manovre Nato, diano notizie false e tendenziose approfittando della loro credibilità, aiutino solo chi pare a loro tanto che Emergency fu accusata dal comando Usa in Afganistan di aiutare anche i talebani feriti, cosa inconcepibile per questi signori e di fatto costituiscano un alone di copertura per volontà del tutto estranee a quelle enunciate. Naturalmente tutto questo passa quasi interamente sulla testa dei volontari per non parlare dei donatori che vedono solo la parte presentabile delle cose, anche perché i media si guardano bene dal mostrare il retrobottega e solo in rare occasione come questa del traffico di migranti, accennano qualcosa, ma solo su commissione governativa.
In generale però il Terzo settore che nelle sua espressioni più piccole fornisce opera di supplenza localizzata, in quelle più grandi vive nel paradosso di voler mettere una pezza su guai provocati proprio dal complesso di governance nel quale sono immerse e non di rado prodotti grazie alle attività collaterali di intelligence e di propaganda che si nascondono al loro interno o dalle ideologie che perseguono, valga una per tutte la Jugend Rettet (più o meno “giovani salvatori”) , agli onori della cronaca in questi giorni, sostanzialmente finanziata dal complesso Soros e che fa parte di un vacuo cosmopolitismo capitalista utilizzato dalle elite per far cadere democrazia e cittadinanza: i giovani e benestanti berlinesi di questa Ong non hanno alcuno spirito di umanità reale, come si evince dai loro propositi e dalle loro dichiarazioni: essi cercano di portare più migranti possibili in Europa per far cadere ogni nazionalismo e creare una società globale. Non c’è dubbio che nell’impero i Soros hanno capito perfettamente come si possano ingannare le persone specie se nate e cresciute nella bambagia come quelle della Jugend e portarle confondere sovranità, stato e nazionalismo, scambiando questo pasticcio come fratellanza universale. La loro nave Iuventa si incrocia con nelle acque del mare di mezzo con quella di Generazione identitaria che rappresenta il disorientamento esattamente opposto. Ovvero le due facce della disuguaglianza contemporanea: quelli che incosapevolmente importano gli eserciti di riserva del capitale globale nell’ambito di un cosmopolitismo che vuole togliere diritti, democrazia e salari a tutti e quelli che non sanno rispondere in modo politico a questi folli ideogizzati del neo liberismo, ma si fermano alla volgare xenofobia. Questo è l’occidente e non durerà a lungo.
chi vuole, legga:
I CONFINI MESSI A SALVINI
su ComidadPuntoOrg
Comincia a fare capolino, anche se ancora molto timidamente, la nozione che la transumanza umana dall’Africa all’Europa e’ parte di un piano ben preciso, formulato dal fondatore dell’Unione Europea Coudeneuve Kalergi. Chi non ha paura si legga il programma [http://balder.org/judea/Richard-Coudenhove-Kalergi-Practical-Idealism-Vienna-1925.php ]. Dove tra l’altro si legge (trascritto dal libro) – e qui’ vale il donabbondiesco “nero-su-bianco” – che “gli europei diventeranno meticci negroidi” e che “… dagli Europei, gente-di-quantita’ che crede solo nei numeri, due razze (sic) di qualita’ emergono (emergeranno), l’artstocrazia del sangue e i giudei. (Von der europäischen Quantitätsmenschheit, die nur an die Zahl, die Masse glaubt, heben sich zwei Qualitätsrassen ab: Blutadel und Judentum.)
Perche’ la “razza-guida dei giudei” (sic) ha sofferto nel suo sviluppo” ma tramite i selezionati matrimoni di leaders giudei con donne nobili europee, i giudei acquisteranno la supremazia che stanno (allora) conseguendo negli US of A. (E che adesso hanno conseguito in pratica, dove controllano in modo capillare e totale politica, finanza, informazione, educazione e spettacolo. ndr)
Del resto, tra le maggiori ONG che finanziano la transumanza c’e’ anche (ma non solo) ISRAID, che finanzia e predica la transumanza dei “profughi” in Europa, ma non permette nemmeno a un singolo profugo di accedere a Israele.
“Civilta’ Cattolica,” organo del Vaticano nel 19-20 secolo pubblicò un interessantissimo studio sulla “questione ebraica.” (accessibile in rete). Dove si legge tra l’altro,
“I giudei non sono semplicemente una setta, ma un popolo….. Ramingano per il mondo per cercare un rifugio, ma non una patria. Dovunque vadano si stabiliscono come stranieri in terra straniera. Cio’ e’ dovuto alla natura delle istituzioni giudaiche. Come la conquista era l’obiettivo dei Romani, la cultura e l’arte dei Greci, il commercio dei Cartaginesi, per i giudei la religione e’ tutto (paradossalmente anche per i giudei atei, nds). Da cui ne deriva che dappertutto essi formano una nazione nella nazione. E sebbene essi vivano in Francia, Germania, Inghilterra, essi non diventano mai francesi, tedeschi o inglesi. Essi rimangono giudei e nient’altro che giudei.” (La questione giudaica, Prima Parte: The Causes – La Civiltà Cattolica, Serie XIV, Vol. VII, Fascicolo 961, 23 Ottobre 1890.)
Quale migliore testimonianza del successo giudaico, che solo a citare inoppugnabili documenti storici si passa da “anti-semita.” E siccome, almeno ancora non si sa per quanto, vale la libertà di pensiero e parola, un programma attivissimo in corso consiste nell’interpretare dichiarazioni o citazioni anti-sioniste come “hate crimes,” quindi punibili per legge, anche con lunghi anni di prigione. Nel frattempo, le reti di comunicazione gia’ boicottano e puniscono siti non conformi all’agiografia di Israele e del sionismo. L’Occidente non durera’ a lungo. Ironicamente il malato non solo si rifiuta di credere di essere malato, ma e’ impegnato ad ignorare le cause della sua malattia (terminale).
Durante la Presidenza Reagan, si è parlato di molti brutti scandali sulle sporche operazioni fatte dalla CIA in tutto il mondo.
Cile, Iran, Guatemala, il progetto segreto MK-Ultra, il movimento studentesco durante la guerra del Vietnam, solo per citarne alcuni.
Per abbassare le luci su questi scandali, il direttore della CIA Bill Casey propose a Reagan di creare una ONG “privata”, una specie di filtro che si sarebbe presentato come privato, ma che in realtà – come ha spiegato in seguito uno dei suoi fondatori, Allen Weinstein in una intervista al Washington Post – “che avrebbe fatto quello che doveva fare la CIA, ma in privato”.
Così fu creata nel 1983 la ONG chiamata National Endowment for Democracy. Poco dopo furono create altre ONG – sotto la guida di Washington – come la Freedom House e la Open Society di Soros o la United States Institute of Peace ecc.
I soldi spesso arrivavano per mezzo di USAID del Dipartimento di Stato per nascondere la loro provenienza.
Da allora tutti i grandi attacchi ai regimi fatti dal governo USA, incluso Solidarnosc in Polonia, il colpo di Stato russo fatto da Yeltsin e sostenuto dalla CIA, la rivoluzione arancione in Ucraina del 2004, i disordini in Tibet del 2008, le primavere arabe dal 2011 a oggi, sono stati fatti da questo gruppo scelto di ONG molto “democratiche”.
Non c’è da stupirsi se paesi come Russia, Cina o Ungheria si muovano per bloccarle considerandole come “ONG-non-desiderabili”.
https://comedonchisciotte.org/impero-usa-cia-e-le-ong/