008a27af25b694b2a9bd339774b92fefCon molta lentezza i più importanti commentatori al di fuori della comunicazione mainstream (chiamarla informazione sarebbe un falso ideologico) si stanno accorgendo che le nuove sanzioni contro la Russia decise a Washington, non hanno come obiettivo principale Mosca, ma l’Europa e la sua economia. Questo carattere delle nuove sanzioni, era evidente fin da subito poiché il loro scopo, chiaramente esplicitato, è quello di bloccare l’afflusso di gas dalla Russia all’Europa per sostituirlo con quello liquefatto americano che costa quasi il doppio e oltretutto richiede costosissime infrastrutture. Anche al netto della pretestuosità assoluta delle nuove “punizioni” americane che nascono dentro il folle teorema della manipolazione delle elezioni presidenziali da parte di Putin, non provato, anzi recentemente e autorevolmente contestato nei fatti, è indiscutibile che esse tolgono qualsiasi libertà di azione all’Europa, mostrano senza più belletti la sua funzione di pura e semplice appendice degli Usa che deve stare agli ordini e pongono le basi della guerra a cui evidentemente punta una parte dell’elites americana.

Una situazione del tutto inedita nella sua forma brutale, ma in realtà risalente nella sostanza alla caduta del muro che tolse ai Paesi europei il contraltare di potere e già pienamente operante pochi anni dopo quando fu permesso a Washington di mettere direttamente le mani nel continente per fare scempio della Jugoslavia. Per non parlare dell’appoggio concreto e della copertura data agli Usa in tutte le successive guerre bugiarde e criminali. I piccoli e insignificanti Bismark di Berlino così come gli Aiglon di Parigi adesso mugugnano, ma in realtà non sanno cosa fare visto che da decenni hanno accettato di fatto una legislazione americana che con il pretesto alla lotta alla corruzione o al terrorismo pretende di perseguire o di tutelare qualsiasi persona, ente, azienda, società quotata in Usa, utilizzatore di server in territorio statunitense, come se fosse americano. Così multe colossali sono state inflitte a banche e gruppi europei che agiscono esattamente come quelli Usa nell’ambito di una guerra economica basata sul ricatto e tendente di fatto ad eliminare qualsiasi sovranità. Non vedo come dopo questa resa si possa organizzare una resistenza.

Che infatti non ci sarà: se esistesse questa volontà e questa possibilità i Paesi europei e la Ue avrebbero buon gioco nel rifiutare le nuove sanzioni alla Russia fino a che non vengano portate prove concrete in appoggio alla tesi delle fantomatiche manipolazioni elettorali di Putin. Tutti sanno che esse non esistono e anzi proprio nel momento in cui le nuove sanzioni venivano approvate un folto gruppi di esperti provenienti dai servizi segreti americani con a capo un ex manager dell’Ibm ha escluso la possibilità materiale di quanto viene favoleggiato, proprio sulla base dei dati forniti: un ingerenza esterna nei server del partito democratico per sottrarre le mail della Clinton e dei suoi amici non è compatibile con il trasferimento della enorme massa di dati poi pubblicati da Wikileaks in soli 87 secondi: questa velocità è ipotizzabile solo nel caso di una copiatura in loco, ma non nel caso di un hackeraggio da un server remoto (qui il documento per intero).

Anche non volendo sposare una tesi che comunque dal punto di vista fattuale è difficilmente smentibile, si sarebbe sempre potuto diffondere sui media il documento e richiamarlo nelle note ufficiali, farne oggetto di discussione pubblica e rimettere al centro la ragione e non le infauste narrazioni del marcio potere liberista: invece attorno ad esso è stato alzato un muro di silenzio totale, segno che in realtà non esiste una vera volontà di uscire fuori dal drammatico meccanismo della subalternità. Non solo è troppo tardi per farlo dopo decenni di acquiescenza e di complicità, ma le elites di comando sia a Bruxelles che nei singoli Paesi non sono altro che espressione mediocre e ottusa di questo stato di cose per cui non riescono proprio ad uscire dalla parte degli utili idioti nella quale hanno peraltro ridotto buona parte della popolazione e ad affrontare il sabotaggio dell’economia continentale.

Così sono costretto a ripetermi: l’uscita dall’attuale situazione di preparazione del conflitto e di distruzione della democrazia non può più essere attuata dall’interno del mondo occidentale perché le forme di persuasione sono pervasive e anche quando non riescono nell’intento come accade sempre più spesso possono lasciare il posto alla pura e semplice repressione, alla coercizione della paura oppure al ricatto costante sul lavoro e sul risparmio come dimostra anche l’ultima trovata dell’Europa sul blocco dei depositi bancari. L’unica strada, percorribile ovviamente solo nell’Europa continentale è quella di inserire le proprie lotte nel contesto della ripolarizzazione mondiale. Via dalla pazza America per aprirsi a nuovi mondi.