050853132-8e906b91-f26a-4781-be0c-a5100882da5dI tiggì di qualunque rete ormai sono trasmissioni satiriche, cabaret, siparietti  nei quali tutto va bene, a Roma scarseggiano sia l’acqua che la mafia e persino l’Fmi promuove l’Italia. Peccato solo per qualche incendio e che un corpo di spedizione numeroso come quello mandato in Afganistan, non sia riuscito a catturare Igor, per giunta gravemente ferito tanto da indurre parenti, amici e sodali del tabaccaio ucciso ad annunciare dopo quattro mesi di bagttage bellico, una taglia di 50 mila euro su di lui vivo o morto. Tutto questo mentre si attribuisce al capro espiatorio fantasma qualsiasi nequizia vera o presunta della zona.

Ora la cosa staordinaria di tutto questo è che Igor non può essere trovato per il semplice fatto che in certo senso non esiste, è una creazione mediatica costruita su alcuni topoi dell’Italia contemporanea e dunque credibile a prescindere da qualsiasi prova: è straniero e dunque di per sé sospetto, lo si è voluto far passare per russo che ormai costituisce aggravante, per di più delinque e sebbene una volta sia stato preso a mazzate da un contadino settantenne, funziona benissimo da uomo nero, infine a casusa delle sue qualità etniche può prendere si di sè tutti i peccati della zona con soddisfazione di tutti. In realtà il riconoscimento di Igor il Russo è basato solo sulla testimonianza di una guardia giurata a cui era stata sottratta una pistola (poi passata a un complice) qualche tempo prima del delitto e che lo ha visto per un minuto, di notte a dieci metri di distanza. Pensa di averlo riconosciuto nel video del bar a causa della doppietta ( ma siamo in una zona fitta di cacciatori) e dalla mimetica che ormai quasi tutti i cacciatori portano. Di fatto l’identificazione ipotetica risale al fatto che sia la moglie del tabacciaio ucciso che la guardia giurata abbiano  fatto riferimento a un “accento dell’est”. Lo stesso video che è stato visto su decine di siti non so quante migliaia di volte, senza che questo abbia mai interrotto le giuste vacanze del neurone, mostra una persona del tutto irriconoscibile che viene disarmata dal titolare del bar, colpita col calcio del fucile e cacciata fuori della porta, poi più nulla. Ora è spiacevole dirlo, ma se una volta disarmato l’uomo che comunque aveva anche una pistola, ci si fosse limitati a tenerlo sotto tiro mntre si chiamava la polizia, senza farsi prendere dalla voglia di pestare, ci saremmo risparmiati una vita e una lunga ridicola commedia.

A quel punto grazie all’accento dell’est ci si è subito buttati sulla scelta più facile, su un balordo conosciuto dalla polizia nella zona del delta padano, un ladruncolo sfigato e facile alla fuga che “lavorava” persino con arco e frecce, catturato più cvolte facilmente dai carabieri, ma promosso seduta stante a Rambo della bassa interpretando un pensiero subliminare collettivo e un’ansia di attribuire tutto il male possibile allo straniero, cosa che appare evidente dai veleni che si sono riversati in rete e privi di qualsiasi residuo razionale. Ora nessuno può dire se questa identificazione sia esatta e se Igor fosse ancora nella vasta area del del delta o non se ne fosse andato via da tempo, magari da anni: di certo se davvero fosse stato lui a compiere il delitto, la prima cosa che avrebbe fatto è scapparsene il più lontano possibile tanto più che ha avuto tre giorni per farlo. Anche trascurando la natura assolutamente ipotetica della saga perché avrebbe dovuto rimanere e additittura dedicarsi ad altri omicidi? Su quale base si è pensato che Igor dovesse aggirarsi nelle campagne dove acqua e terra di confondono come una sorta fantasma?

Evidentemente nessuna: ciò che ha fatto aggio su tutto, anche sul ragionamento più elementare è stata la possibilità di trasformare un fattaccio in un’epopea e di depistare così i malumori per l’immigrazione che minacciavano il partito di Minniti, mettendo in piedi una caccia in grande stile allo straniero assassino, sotto forma di Igor. La vicinanza alle elezioni amministrative è stata il fattore coagulante di questi umori che tra l’altro hanno di fatto congelato ogni indagine alternativa e fatto buttare al vento inutilmente decine di milioni. Alla fine siamo arrivati alla taglia come in un qualunque spaghetti western o una riffa da bar. Questo è ciò che rimane della civile Emilia, figuriamoci il resto del Paese.