migranti-tursiL’improvvisa conversione del governo al salvinismo, dopo il disastro delle elezioni amministrative, ha qualcosa di patetico, di ipocrita e di perverso insieme: la letterina all’Europa, la minaccia di chiudere i porti alle navi delle cosiddette e soprattutto sedicenti ong che trasportano profughi, l’improvvisa scoperta da parte della stampa di regime che Fayez al-Serraj non è il governo libico e non controlla un bel nulla fanno parte di un ben misero repertorio che svela in ogni caso l’inconsistenza delle parti in commedia assegnate dal regista europeo alle forze politiche che sostengono la Ue e la sua oligarchia. Destra vera e sinistra di fantasia si spartiscono un menù del giorno che cambia a seconda della situazione.

Ma anche senza questo elemento di svuotamento della politica le cose non migliorano di molto e rimane la grande frattura nella realtà: da una parte l’immigrazione accettata o respinta a seconda dei casi, delle parti e delle occasioni cui fa riscontro dall’altra una totale accettazione dei disegni  geopolitici che la provocano. E’ del tutto evidente che nessuna reale soluzione è possibile o proponibile a partire da questa schizofrenia: non si può assentire prima alla dissoluzione della Libia, poi al caos medio orientale indotto, poi alla democratica nazificazione ucraina in funzione antirussa, alle perenni rapine in Africa sotto pretesto umanitario, non si può partecipare attivamente a questa narrazione e poi lamentarsi  che con l’immigrazione non se ne può più, andando a traino del demagogo più occasionale. Non vogliamo gli immigrati perché pensiamo che essi siano un peso per il Paese, perché riteniamo che tolgano agli italiani la soddisfazione di raccogliere i pomodori per 14 ore sotto il sole implacabile o perché temiamo che essi contaminino la nostra cultura o ci mettano piuttosto di fronte alla mancanza di essa? Bene allora si dovrebbe pretendere che il governo o chiunque tuoni contro la migrazione sia coerente e tagli o proponga di farlo ogni alleanza o complicità con chi di fatto costringe immense masse di persone a fuggire, che cambi radicalmente le proprie alleanze e prenda le distanze dal pensiero unico e dal liberismo selvaggio che sono la radice stessa dell’ “invasione”.

Sappiamo benissimo che questo non solo è impossibile nell’attuale condizione di cattività europea e americana, ma che le stesse forze che sfruttano l’immigrazione come piatto unico del loro discorso politico o veloce spuntino pre elettorale , sono poi le stesse che partecipano del pensiero unico liberista a cui si può attribuire il dramma contemporaneo, così come quelle che fanno sfoggio di buonismo umanitario sono quelle che ogni giorno approvano stragi, rivendicano farse democratiche e gli infingimenti con le quali sono sostenute, sono pappa e ciccia con i neocolonialisti, partecipano alle guerre per giunta diffondendo la paura e ricavandone un interesse. Nessuna soluzione è conseguibile dentro questa realtà spezzata: non si può forare il tubo del gas e poi chiudere le finestre.

Cercare di impedire in qualsiasi modo l’immigrazione significa andare contro la volontà i disegni e i clamorosi errori dei nostri tutori e ciò implica un cambiamento radicale di atteggiamento che nessuna, dico nessuna delle forze politiche residuali della seconda repubblica vuole o può nemmeno ipotizzare: dunque non c’è alcuna soluzione all’immigrazione. Le migliaia di vite che traversano il mediterraneo sono solo una carta da giocare per i politicanti di governo e di opposizione e tutto questo mentre sta saltando la politica di mediazione sul territorio costruita con la malta dell’ipocrisia e i mattoni degli affari opachi. Questo avviene quando si rimane all’interno di un sistema complessivo che opera contro i nostri interessi  e ben oltre lo specifico problema dell’immigrazione: ci siamo fatti massacrare dall’euro per poi partecipare attivamente alle politiche di caos messe in piedi da Washington al fine di tenere sotto controllo le fonti energetiche, ma soprattutto per impedire una fuga dal dollaro come moneta di riferimento. Il resto è solo gioco delle parti in commedia perché è del tutto evidente che non esiste una soluzione che faccia riferimento solo agli effetti e non alle cause.