Anna Lombroso per il Simplicissimus
Altro che negri da cortile, come Malcom X definiva gli afroamericani ansiosi di essere accettati e annessi allo stile di vita americano. A manifestare contro lo ius soli c’è addirittura uno che si definisce nero e fascista e che motiva la sua ferma opposizione con la convinzione che la cittadinanza italiana andrebbe meritata con studio, ubbidienza alle leggi, omologazione accertata e certificata da appositi organismi a usi, consuetudini e tradizioni italiche, prevedendo indirettamente un piano di espulsioni di massa di alcuni milioni di italiani che non rispondono ai requisiti richiesti.
E dire che zuffe in aula, proclami, sdegnosi agitano intorno a un provvedimento che, come nel caso delle unioni omosessuali, gioca al ribasso. E il ribasso si sa non significa ragionevole amministrazione del compromesso in società non ancora mature dove le leggi anticipano il costume. Macché, la dice luna invece su evidenti concessioni alla realpolitik che deve avere la meglio per garantire equilibri di bottega, patti e alleanze motivate dalla opportunità di consolidare posizioni e rendite, accogliendo valori prima trascurati e derisi, convertiti in vessillo da sbandierare in fasi prelettorali.
E infatti chiamare pomposamente questa misura che è poco più di una “sanatoria” ius soli, è – si direbbe a Roma – una sola, consumata in regime di politica dell’ipocrisia, che permette al Pd di rivendicare un primato etico e alla destra esplicita. Comprensiva del Moccia del marxismo, Fusaro – di esercitarsi sui temi cari del razzismo e della xenofobia, come vuole la loro ideologia del sospetto, del rancore e della paura. alternando la non nuova difesa della razza: li abbiamo sentiti inveire contro “la sostituzione etnica che va avanti da anni e mette in discussione la sicurezza e le legalità in Italia”, dolersi che “tra che tra 97 anni gli stranieri supereranno in numero gli italiani, grazie a un attentato irrimediabile all’integrità del popolo italiano”, mettere in guardia da una legge che rafforzerà irrimediabilmente il “partito islamico” in modo da farlo uscire vincente dalle urne.
E, come se non bastasse, denunciare come in poco tempo la rete dei servizi sociali al cittadino sia condannata a collassare, perché il Paese non ha i mezzi necessari per garantire la cittadinanza a tutti, in ossequio a quella bugia di successo ormai collaudata dai vari Fusaro, secondo la quale “concedere” diritti a nuovi pubblici, toglierebbe diritti ereditati o conquistati o pretesi ad altri, quando è invece certo che si tratta di beni e prerogative indivisibili, non sottoposti a gerarchie. Tanto che è invece vero l’inverso e che limitarli o ridurli a qualcuno comporta un abbassamento dei livelli di protezione e qualità per tutti, un principio cui dovremmo guardare quando siamo stranieri in patria, a scuola, in ospedale, a Taranto o a Amatrice dove il governo impone ai parenti delle vittime il pagamento delle imposte di successione per le abitazioni distrutte.
E nemmeno vale ricordare che anni di lotte e conquiste avevano, nel rispetto di quella carta che doveva ispirare attitudini e comportamenti civili e democratici, chi arriva qui gode già di cure e assistenza, anche grazie ai miliardi di contributi e tasse pagati dagli “stranieri” che a differenza di molti nativi non sono autorizzati a peccare del delitto di evasione.
C’è poco da cercare origini nobili per atteggiamenti e esternazioni che recano il marchio indelebile del razzismo, quello vecchio e quello nuovo che accomuna forestieri venuti da fuori e il terzo modo interno, che devono essere ugualmente ricattabili, ugualmente vulnerabili, ugualmente divisi e espropriati di tutto, ugualmente spaventati e minacciati da poteri che attuano una repressione variamente articolata, compresa quella burocratica e amministrativa, compresa quella delle file al pronto soccorso, compresa quella della precarietà e del caporalato anche di Stato e di governo. Ma con una differenza, che gli indigeni sono autorizzati per riconoscimento antropologico a odiare, respingere, emarginare e condannare va essere fantasmi che nessuno vuole quelli che arrivano qui, compresi quelli che incaricano di accudire vecchi e bambini, perfino quelli che riparano tubi e si inerpicano senza tutele sulle impalcature, perfino quelli che raccolgono i pomodori e le ciliegie, in modo da farli sentire superiori, loro e la loro civiltà sugli inferiori, coi loro usi e le loro fedi incompatibili con democrazia e libertà.
E dire che questo ius soli all’italiana è una specie di tardiva regolarizzazione. Nessuno che nasca sul nostro territorio è italiano, in una terra dove i due eventi decisivi della condizione umana, la nascita e la morte, si verificano nel contesto di una condizione destinata da quella stessa civiltà superiore a essere meno che umana, subumana o disumana, che ci si impedisca di lasciare la terra con dignità, che si muoia annegati nel Mediterraneo, che si nasca in un Cie sicché non c’è memoria né legame con le origini e nemmeno con il posto dove veniamo al mondo, quando le leggi di natura prendono il sopravvento su quelle della politica. E infatti verrebbe concessa l’appartenenza alla nostra comunità in forma “mite” per non dire minima: i figli di migranti potranno diventare cittadini italiani ad alcune condizioni. Dipende dal tempo trascorso sui banchi di scuola italiani o dagli anni di residenza dei genitori, il minore straniero nato in Italia oppure entrato qui prima dei 12 anni può aspirare alla cittadinanza se ha frequentato uno o più cicli scolastici sul territorio nazionale, per almeno cinque anni. E il genitore deve avere un regolare permesso di soggiorno per avanzare la richiesta per il figlio.
Abituati a vedere negli altri il peggio che risiede in loro i detrattore paventano speculazioni, immaginano negli altri la loro oscena indole a approfittare e speculare, suppongono che l’istinto a trasformare tutto e tutti in merce e prodotti grazie all’unica religione che professano, quella del profitto, darà luogo a un mercato delle nascite in modo da favorire la supremazia egemonica di neri e gialli, pericolosi, trasgressivi, inquietanti, infedeli, ingrati sui virtuosi connazionali.
Il “nero e fascista” ha proclamato che può meritare di essere cittadino dell’Italia solo chi la ama. Viene proprio da chiedersi come mai in tanti professino un amore non ricambiato e vogliano diventare nostri connazionali. E se fosse così, sai che ruspe servono..
Come dice la Lombrosa, poi non ci si lamenti del neo-liberismo che vince sempre, se si rimane indifferenti alle lotte , al destino di chi affonda col barcone e muore, allo ius solis negato che serve a creare un a colonia interna di forza lavoro di serie B da peggio sfruttare quale esercito di riserva
l’arroganza padronale la si è vista anche nelle recenti lotte della logistica, un padroncino ha investito con la propria mercedes un facchino egiziano animatore delle lotte che tra l’altro era laureato in medicina nel suo paese.
Rappresentanti dei facchini sono stati arrestati con la scusa di avere preso tangenti alla Levoni, ma l’accorrere di facchini presso le prefetture di molte città ha portato alla loro scarcerazione, poi sono stati prosciolti anche dalla magistrature
E’ evidente che trasporti, stoccaggio, magazzini, facchini, e pulizie, ovvero la logistica, è il settore con più capacità di lotta oggi in italia, si tratta in genere di settori ad alta presenza di immigrati e lavoratori super-precari. Settori fino ad oggi, e sempre più, esternalizzati dalle imprese “produttive”, ma in grado di bloccate la filiera di queste stesse molto più di chi ancora lavora internamente ad esse (operai, impiegati )
La cosa nuova è però che i blocchi effettivi di queste filiere, che gli scioperi nella logistica da qualche anno impongono, ovviamente bloccano pure le imprese “produttive” a capo di tali filiere. Imprese “produttive” entro le quali i lavoratori normali (operai, impiegati) in effetti molto poco riescono a costruire delle lotte, ma una volta che le imprese “produttive” entro cui lavorano vengono bloccate dall’esterno (logistica), allora anche tali operai ed impiegati trovano la capacità di riprendere le lotte (sta avvenendo sempre più spesso)
Ecco la preoccupazione del “partito della Nazione” e dei giornali di proprietà confindustriale, che suonano la grancassa di restringere il già ridottissimo diritto di sciopero, con la complicità di cgil-cisl uil
Da un punto di vista storico, la dinamica non è nuova. Sulla fine dei ’60 una nuova generazione di operai giovani provenienti dal sud, essendo di origine contadina e non integrata nelle istituzioni socialdemocratiche di controllo (partiti. sindacati), ostracizzata dagli autoctoni del nord, intraprese per disperazione una stagione di lotte che poi coinvolse pure la classe operaia tradizionale ed integrata del nord. Quelle che vennero di conseguenza furono le lotte degli anni 70 che costruirono lo stato sociale, i diritti, l’istruzione di massa (non fu il capitalismo produttivo, aspettavate Agnelli e Pirelli stavamo freschi)
Qualcosa di simile anche in Germania, le lotte coeve di giovani immigrati turchi, che fino ad allora avevano nelle fabbriche contratti “razziali” separati e peggiori, trascinarono nella lotta i lavoratori tedeschi socialdemocratici ed irretiti nelle istituzioni della socialdemocrazia repressiva. Anche in germania vi fu una stagione di lotte che produsse importanti miglioramenti e riforme
Ovviamente, i quozienti di oggi sono estremamente lontani da quelli degli esempi riportati, ma è interessante notare come certe dinamiche riprendano a fare capolino, contro chi crede che gli immigrati siano necessariamente nemici. il problema e quando si intende l’accoglienza come una cosa umanitaria e non rivolta ad una coscienza di lotta come ovvero come fa il papa. Non è lo stesso sistema di sfruttamento che costringe l’immigrato a fuggire dalle guerre o dalla miseria imposta da capitale, e che costringe alla precarietà l’italiano o l’europeo?
E’ anche interessante notare come la falsa scienza della economia voglia trovare le leggi di comportamento dei soggetti che operano nello spazio economico, e producono così intere biblioteche che santificano il mercato perchè sarebbe il portato naturale dei comportamenti studiati e ritenuti naturali. Mai che studino il comportamento nella filiera economica dell’immigrato espropriato di tutto ed in grado di coinvolgere nelle lotte l’abitante autoctono (e mille e mille casistiche del genere). Ed i media di regime men che meno parlano poi di queste cose, invece sempre vogliosi di scrivere del nero che violenta (?) e del rumeno che rapina (?)
… minacciati da poteri che attuano una repressione variamente articolata, compresa quella delle file al pronto soccorso; si inerpicano senza tutele sulle impalcature, quelli che raccolgono i pomodori e le ciliegie…
La Lombroso, con una poetica a metà tra Eugenio Montale e Pier Paolo Pasolini, ma invero tutta sua, porta ad associare o compone in associazione, il concettualmente inassociabile.
Tralasciamo il nero fascista e il Fusaro che è tutt’altra cosa e andiamo al mio pensiero in merito al Ius sola. Purtroppo , con la solita insipienza,leggerezza,,menefreghismo, e chi più ne ha ne metta; i nostri conduttori della cosa pubblica come sempre hanno combinato il pastrocchio. Hanno lasciato arrivare una marea ,prima di slavi ora di neri ,la cui occupazione è stata lasciata a se stessa. Una marea incontrollata ,perchè oggi,non potranno più continuare a dichiarare che sono poche persone.Non ci piglino più per i fondelli. Da sempre chi ha le responsabilità lascia che i problemi si risolvano da soli e pensa ad altro. Ma i problemi invece di risolversi autonomamente in genere, vanno a ricadere sulle persone,sui ceti più modesti,sui soliti noti. Quindi anche chi sarebbe favorevole a leggi di tal fatta ,in un bordello del genere, con persone a tutti gli angoli delle case,dei magazzini ,con il cappello in mano, si sente accerchiato,magari anche in pericolo del suo quieto vivere e …magari sbagliando oppure no, diventa reazionario alle nuove novità e genere di vita. Mi viene in mente gli antichi monasteri Serbi e la fine che hanno fatto.
http://ilpedante.org/post/migrazioni-terapeutiche-o-i-pericoli-delle-fiabe
MOLTO CORRETTA QUESTA FRASE DI ANNA LOMBROSO:
“Tanto che è invece vero l’inverso e che limitarli o ridurli a qualcuno comporta un abbassamento dei livelli di protezione e qualità per tutti, un principio cui dovremmo guardare quando siamo stranieri in patria, a scuola, in ospedale, a Taranto o a Amatrice dove il governo impone ai parenti delle vittime il pagamento delle imposte di successione per le abitazioni distrutte.”
Nulla di più corretto.
Vero anche, per esempio, che quando si scatenò la guerra, da Brunetta in poi, contro gli infingardi dipendenti pubblici, gioire per la riduzione dei diritti di questa classe di lavoratori per sindacati sempre più impotenti da parte dei dipendenti privati è stato molto ma molto stupido.
La guerra tra i poveri rende felici i ricchi.
Concordo che sia una sanatoria e questo dovrebbe essere detto a chiare lettere perché il PD non se ne faccia vanto alcuno.
Questo ultimo governicchio italico ha avuto come compito sanare situazioni (matrimoni gay, ius soli) controverse e non del tutto digeribili per il cittadino medio e con questo ha vantato una “modernità” solo apparente e ipocrita mentre nel frattempo ha proceduto a varare schiforme di stampo neoliberista.
Fingere di essere di sinistra con le sanatorie per coprire vergognose leggi contro il popolo a favore dei padroni.
Usare il tutto per nascondere e offuscare oe obnubilare anche scatenando comode guerre tra poveri.