navalny_kollag_1_La stupidità premia: l’ottusa costanza con cui l’informazione occidentale finge di ignorare ogni realtà e supporta i peggiori prodotti del potere globale, pur essendo una patetica e sciocca dimostrazione di cattività mentale, finisce per ficcarsi a forza di propaganda dentro l’opinione pubblica. Ed è così che ci si risiamo con Alexey Navalny il truffatore a 360 gradi che cerca di farsi passare come una vittima di Putin. La sua tattica per apparire un apostolo della libertà contro il tiranno è sempre uguale, seriale, banale come quelli per cui lavora: organizzare un raduno in un posto per poi spostarlo altrove all’ultimo momento al solo scopo di essere fermato, come avverrebbe dovunque e prima di tutto nel Paese dei suoi ufficiali pagatori, per manifestazione non autorizzata e per violazione delle regole di sicurezza.

Lo ha fatto a marzo e lo ha ripetuto il 12 giugno, festa nazionale russa, organizzando un raduno viale Sakarhov debitamente autorizzato, ma poi nella serata precedente ha ordinato ai suoi caporioni di trasferirsi nella strada che costituisce il clou delle celebrazioni, ossia via Tverskaya: come se in Italia qualcuno organizzasse una manifestazione apertamente provocatoria per la festa della Repubblica e lo facesse in via dei Fori imperiali, sul percorso della parata: per molto meno volerebbero i manganelli nel libero occidente, non fosse altro che per ragioni di sicurezza, le stesse per le quali ormai si è arrivati al divieto pratico di manifestare e persino di organizzare incontri. Ma Navalny è stato furbo, ha diffuso il suo contrordine per la manifestazione su tutti i social in maniera che anche le forze dell’ordine lo sapessero e così è stato arrestato non appena uscito di casa, mentre parecchi dei suoi fans sono stati fermati.

Sapeva benissimo che una piccola condanna a un mese che nemmeno sconterà davvero avrebbero dato modo all’informazione occidentale di fare l’ultima sparata contro Putin e tirar fuori le loro giaculatorie sulla libertà, quelle che i repubblichini di Scalfari e il resto del giornale unico italiano hanno ripreso con gran rilievo. Ma è solo grazie a queste pagliacciate e ai pagliacci che le autenticano, tra l’altro scambiando (come hanno fatto dolosamente e intenzionalmente dei corrispondenti dell’occidente anglosassone) barricate facenti parte di una rievocazione storica con “misure contro il popolo russo”,  che Navalny grazie a ingenti finanziamenti, riesce ad ottenere un consenso che viaggia attorno a un sontuoso 2 per cento di consensi per essendo spacciato per il “leader dell’opposizione russa”. Ma si sa che quando Saviano non copia dice cazzate. E del resto uno che vuol fare la battaglia contro la corruzione, essendo stato condannato due volte per il medesimo reato può darla a bere solo a ragazzini del liceo dove pesca i suoi fans. Se la Russia di Putin fosse quella che viene descritta starebbe marcendo in galera dal 2013 anno nel quale fu pizzicato per la prima volta per appropriazione indebita di mezzo milione di dollari.

Tutte cose che l’informazione si guarda bene dal dire perché la qualità di Navany quale fascista e agente occidentale è fuori discussione, non è un’ipotesi o una malignità è un evidenza: egli fa parte di quelle nidiate di  quinte colonne, formate e sovvenzionate in Usa proprio per mettere in difficoltà i Paesi che si contrappongono al proprio potere e/o a gli affari delle proprie multinazionali. Vediamo un po’ di trascorsi:

  1. Nato in Ucraina vicino Leopoli, epicentro del nazionalismo del Paese, come personaggio pubblico nasce dal nulla nel 2005,  quando Fonda il gruppo politico Democrazia alternativa, con i soldi della Ong americana Endowment for Democracy a sua  volta finanziata dal Congresso Usa, come viene ufficialmente dichiarato e proclamato nel suo sito (alla faccia del non governativo), presente in 90 Paesi e particolarmente attiva in Ucraina, insomma una succursale nemmeno così segreta dei servizi di Washington.
  2. Espulso dai liberali russi del Jabloko e implicato in parecchi pasticci azionari realizzati con soldi di misteriosa provenienza, viene ammesso  nel 2010 quale allievo del Greenberg World Fellows Program, un programma di Yale creato nel 2002 nel quale vengono selezionati ogni anno su scala mondiale 16 persone con caratteristiche tali da farne dei «leader globali» o in poche parole quinte colonne di Washington.

Come sempre accade questi personaggi sono lontanissimi da ogni reale idea politica o di libertà che probabilmente darebbe loro qualche scrupolo e che potrebbe essere molto pericolosa per una guida sicura di queste quinte colonne telecomandate, perciò  si tratta quasi sempre di opportunisti e al fondo dei fascisti mascherati. Anzi nel caso di Navalny si tratta di una cosa conclamata:

  1. Nel 2006 da perfetto democratico, diede il suo appoggio alla marcia degli ultra nazionalisti russi, alla quale partecipò in prima persona, nonostante il partito da lui fondato bollasse la manifestazione come “fascista e xenofoba”.
  2. La cosa non stupisce essendo egli un palese xenofobo, abituato a dare dei “roditori” a tutti gli abitanti del Caucaso  che accusa di togliere lavoro ai russi e proponendo nelle sue manifestazioni così care all’occidente, una sorta di passaporto interno o affermando come è avvenuto nel 2013 che “bisogna cacciare tutti gli immigrati dalla Russia” .

Insomma un misto di ultranazionalismo, xenofobia e demagogia spicciola della peggior specie che tuttavia a guardare  l’Ucraina sembrerebbe il mix ideale della vergognosa democrazia da esportazione e delle ong come Amnesty international, una delle più odiose maschere del potere Usa.  In questo caso la nullità del personaggio e il suo sciocco cinismo contano poco perché nessuno può davvero sperare che Navalny, peraltro espulso a suo tempo dagli stessi liberali, possa davvero insidiare Putin, nè proporsi come democratico, ma è un ottimo pretesto per tenere in piedi le sanzioni alla Russia che diversamente non avrebbero senso agli occhi delle opinioni pubbliche occidentali. Così abbiamo un presidente americano accusato di essere un agente di Putin che si mette d’accordo col congresso per nuovi embarghi verso Mosca in contemporanea con le gesta moscovite di Navalny. Un vero ignobile teatrino che per fortuna testimonia del declino grottesco cui stiamo andando incontro.