Alle volte ho la sensazione che quando si parla di oligarchia le persone prendano la parola come se fosse una metafora o comunque un’esagerazione retorica. Molti non riescono a convincersi che la perdita della democrazia sostanziale non stia davvero accadendo attorno a loro perché queste cose capitano sempre altrove, altri fanno di questa sensazione di incredulità un alibi per non dover agire o magari per tenersi stretto il loro spicciolo di privilegio che molto spesso è solo un lavoro nel settore pubblico o un galleggiamento dell’economia parassitaria. Eppure cosa significhi in concreto il governo dei pochi e spesso dei peggiori ( vedi nota) lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni e qualche volta in maniera clamorosa come è accaduto per la vicenda dei voucher che riduce il parlamento a un covo di piccoli truffatori e di golpisti costituzionali da camarilla.
Tuti sanno quello che è accaduto: l’utilizzo improprio dei buoni lavoro da strumento per il lavoro occasionale a vero e proprio status contrattuale dedicato per la sotto occupazione e il lavoro nero, aveva indotto persino la Cgil delle rese a proporre un referendum per abolirli. Sono state raccolte tre milioni di firme a riprova di come fosse sentita la questione ed era quasi scontato che la consultazione popolare li avrebbe spazzati via, questi voucher. Così il governo sostenuto da un parlamento illegittimo è ricorso a un trucco ignobile più volte tentato, tuttavia mai attuato in maniera così palesemente truffaldina: ha eliminato i buoni lavoro per far venir meno il referendum ( si sarebbe dovuto votare domenica scorsa) ma una volta ottenuto lo scopo li ha reintrodotti e per giunta con peggiorativi che li rendono ancora più adatti al lavoro schiavista come del resto suggerito dall’Europa. La sola cosa che è cambiata è il nome, ma qualsiasi cosa pur di evitare che i cittadini mettano becco nelle questioni che li riguardano direttamente e possano decidere qualcosa.
I tre grassatori di libertà Renzi, Berlusconi e Salvini, ovvero i rappresentanti della feccia italiana nelle sue varie articolazioni, non si sono nemmeno accorti di aver calpestato la Costituzione che è il loro vero babau: infatti se si cancella una legge per evitare un referendum la sua reintroduzione dovrebbe essere vietata per un congruo numero di anni e invece questi hanno fatto passare solo qualche settimana prima di ritirare fuori i buoni lavoro con una rapidità che sa di volgare scherno ai cittadini e adesso bisognerà probabilmente agire attraverso la Corte Costituzionale per cercare di eliminare questo strumento di truffa e di schiavismo. Ecco dunque cos’è nel concreto l’oligarchia, come lavora per annichilire ogni dialettica democratica e decidere tutto in favore di interessi privati che niente hanno a che vedere con quelli del Paese e della collettività. Anzi sono in netto contrasto con essi, favorendo la crescita di un’economia stenta, malsana e marginale, tutta fondata sullo sfruttamento dei più deboli.
In realtà non abbiamo più a che vedere con un ceto politico propriamente detto, ma con una sorta di loggia massonica che cura interessi altrui. E tali interessi rischiano di diventare letali nel momento in cui tutto sta cambiando a livello globale: gli Usa fra strazianti doglie stanno partorendo una dolorosa rinuncia al dominio globale assoluto e questa parziale devoluzione di responsabilità invece di far rinsavire il continente sta scatenando in Europa la battaglia per la primazia così che l’Italia sarà presumibilmente la prima vittima del mini sotto impero germanico o ben che vada (ma non credo) carolingio. Non c’è scampo fino che con trucchi e illusionismi il Paese sarà tenuto fermo e legato da un vecchio vizioso e ormai rimbambito, da un ex liceale con in testa solo la xenofobia da avanspettacolo e da un Calandrino di provincia. Ma l’oligarchia è così, finisce sempre per degenerare in xeirocrazia, ovvero nel governo dei peggiori. Come si vede siamo già arrivati a questa meta e la puzza è ormai insopportabile: mi chiedo come non facciano a sentirla quei milioni che ancora credono che le socialdemocrazie di oggi possano essere utili a battaglie di democrazia sociale e non si accorgano che sono divenute protagoniste di un gioco al massacro.
Nota Oligarchia deriva dal greco oligos che significa poco o pochi e da archia che sta per supremazia: dunque nulla a che vedere con il governo dei migliori come talvolta vorrebbero far credere gli oligarchi stessi. Etimologicamente parlando è ancora peggio perché oligos deriva da una radice sancrita che sta per diminuire o per mutilare, mentre arché si riferisce al potere e alla preminenza, ma anche all’antico. Quindi il significato del vocabolo potrebbe essere definito con esattezza come mutilazione della democrazia da parte di pochi rappresentanti dei poteri arcaici.
chi vuole, legga:
http://blog.gaetanostella.it/
il post:
LA MAFIA HA VINTO ?
@ dani
Sono molto d’accordo sui limiti della natura intesa come ecosistema rispetto ad un sistema economico che per statuto deve crescere infrangendo ogni limite
pertanto, non rispondo per esprimere una divergenza o un punto di vista diverso, ma per soffermarmi sui motivi profondi che spingono il capitalismo a travolgere i complessi equilibri di cui sopra
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Il vanto del capitalismo, fin dalle sue origini, è stato quello di avere abolito le rendite feudali, esso avrebbe stabilito uno scambio equo basato sul tempo di lavoro contenuto nelle merci, di cui il denaro è la misura contabile
proprio per questo scambio equo, gli economisti classici hanno sempre avuto difficoltà a determinare da dove uscisse fuori il profitto nelle dimensioni proprie del sistema capitalistico, esso non trova posto in un sistema che si vanta di effettuare degli scambi paritari. Al punto che Adamo Smith per esempio, riteneva che il capitalismo tendenzialmente avrebbe portato a tanti produttori di dimensioni non grandi, distribuiti sui territori, e ciascuno avrebbe pareggiato le spese per gli impianti ed i margini di sopravvivenza propri e degli operai. Ad opera della concorrenza, nessuno avrebbe potuto cumulare profitti su profitti (caduta del saggio di profitto di cui parlano gli economisti classici prima di Marx), una visione in qualche modo armoniosa ed anche rispettosa della natura (in effetti il liberismo, ed in maniera ipocrita l’odierno neoliberismo, non mirerebbero a nulla di antisociale)
E però un fatto che il capitalismo i profitti li produce, ed anche in una guisa enorme, avendo così la possibilità di usarli per trasformare e rivoluzionare continuamente l’ambiente ed i rapporti sociali, il pensiero economico successivo ha avuto un bel da fare a chiarire l’origine del profitto. Si è reso evidente che il profitto investito nella tecnica aumenta la produttività (ossia per produrre uno stesso stock di merci ci vuole meno tempo che prima, in una unità di prodotto c’è meno tempo di lavoro contenuto e quindi questa costa meno)
In conseguenza di ciò i beni indispensabili alla sussistenza costano meno, ed capitalismo può diminuire le ore di lavoro realmente pagate agli operai (se il tempo di lavoro nelle merci si riduce di un terzo, invece che otto ore giornaliere all’operaio ne vengono retribuite 5,2, appunto un terzo in meno rispetto alle otto). ma i consumi dell’operaio non diminuiscono perché tutto costa meno in proporzione, addirittura il capitalismo può concedere qualcosa migliorando il tenore di vita dei lavoratori.
Ecco svelato l’arcano, sono le ore di lavoro non pagate all’operaio che formano il profitto capitalistico, esso risulta crescente per la applicazione della tecnica alla produzione che limita sempre pi§ il tempo di lavoro nelle merci. Questo progressivo furto di plusvalore però, storicamente non solo non peggiorava la vita degli operai giacché tutto costava poi di meno in proporzione (ll ridotto tempo di lavoro nelle merci da cui la dinamica in oggetto) ), ma ha anzi fornito la possibilità di rivendicazioni salariali per acquisire piccole quote di tale plusvalore migliorando addirittura la condizione operaia
Fin quì il capitalismo storicamente progressivo, interpretato come lei dice da Adriano Olivetti, Keynes e tanti altri illustri personaggi ottimi per il loro tempo storico. La sorpresa però è che la tecnica porta la riduzione del tempo di lavoro nelle merci, e quindi oltre un certo limite storico fa diminuire la complessiva base degli operai necessari ( già negli anni 70 secondo l’ ILO si poteva raddoppiare la produzione diminuendo gli operai di un terzo) .
A questo punto per quanto i singoli operai possano dare un tempo di lavoro non pagato (profitto capitalistico) grande quanto mai nella storia, ma il ridotto numero degli operai visti come insieme, implica una diminuzione della massa totale di ore di lavoro non pagate che il sistema genera ovvero i profitti diminuiscono in maniera continua ed irreversibile
Questo limite storico del capitalismo è stato raggiunto alla metà degli anni 80 grazie alle tecnologie informatiche, da allora il capitalismo diventa decadente e la borghesia capitalistica pure (oligarchia ma nel senso inevitabile e strutturale che dice lei e non nel senso della scelta morale sbagliata che dice il Simplicissimus). Per queste ragioni, dalla metà degli anni 80 parte la globalizzazione e la finanziarizzazione, ovvero la messa in concorrenza di territori, uomini, a livello globale per abbassare gli standard e recuperare simulacri di profitto ma a danno delle condizioni della natura e delle condizioni di vita (ciò che non avveniva quando il capitalismo era in fase ascendente)
Da questo punto di vista, le ricette di Adriano olivetti (da me apprezzatissimo e per molte ragioni che non approfondisco), o di Keynes per dirne una, oggi non funzionano più perché si scontrano con la diminuzione del rapporto tra capitale tecnico investito e forza lavoro applicata (decrescente). Nei limiti temporali del ciclo le spese propedeutiche alla produzione non sono remunerabili (ed in certi casi nemmeno recuperabili) con le ore di lavoro non pagate alla base operaia, da un lato le ore di lavoro gratuite erogate sono sempre meno (fabbrica automatica), dall’altro le spese tecniche propedeutiche da remunerare aumentano esponenzialmente. Questa doppia dinamica rende impossibili i profitti, che non possono realizzarsi prima delle nuove spese per la sostituzione degli impianti
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PS, solo per capirci, io ritengo essere l’unione sovietica la patria del capitalismo di stato e non del socialismo, quella nazione doveva svolgere in pochi decenni una modernizzazione verso il capitalismo che l’occidente ha svolto più o meno per tutti i secoli della età moderna e contemporanea. Un compito meritorio e stratosferico ma che nulla aveva a che vedere col comunismo, mancavano i coefficienti tecno- scientifici, in Urss e perfino in occidente. Quando ad occidente si parla dei crimini dell sistema sovietico, l’occidente parla della propria storia (espropriazione originaria, colonialismo e varie alla base del capitalismo), qualcosa di riprodotto solo in misura minima e per pochi decenni nella Urss che anch’essa doveva realizzare il capitalismo a partire da una situazione per molti versi pre-capitalistica. Mi dò sicuramente il compito di approfondire le tematiche ed i link suggeriti, convergono verso una comprensione non superficiale della congerie sociale attuale
Grazie Jorge. Bellissima risposta, molto interessante e piena di spunti. Appena arrivo a un PC le vorrei rispondere. Con lo smart è la quarta volta che tento di ringraziarla.
chi vuole, legga:
https://nuovalira.blogspot.it/2017/05/carita-di-stato.html
@ — dani
concordo sul fatto che non esiste una destra usa, in effetti un pò dappertutto la divisione destra sinistra consiste di due facce della stessa medaglia, propinate alla massa per riassorbirne la possibile protesta nell’ambito del sistema (un pò come fa la cgil di cui si parlava). Posso essere d’accordo perchè in questo senso oligarchia esprime la sostanziale omogeneità delle false opzioni che il teatrino della politica ci riserva.
Il mio disaccordo, su questo punto, è soprattutto con Mister Simplicissimus, perchè egli è su tutto giustamente ipercritico su tutto ma mai sul capitale e sulla sua classe di riferimento in quanto tale, e ne parla sempre con locuzioni generiche che eliminano ogni incompatibilità, per quanto minima e circoscritta
Così si azzerano gli strumenti critici e se tutto è general-generico perchè poi lamentarsi se la gente crede all’imbonimento televisivo?
più certe cose non si dicono. più diventano tabù e si ha paura di dirle
Buongiorno Jorge. Io concordo con lei che sia il capitalismo di Stato e sia il capitalismo di mercato sono pessime strade. Innanzitutto perchè propinano un modello del Pianeta che non esiste in fisica e in chimica ovvero la crescita infinita. La crescita infinita è così dentro l’obiettivo del capitalismo di mercato che, come ha spiegato benissimo anche lei, si è passati dall’economia alla finanziarizzazione dell’economia, sballando tutto, e adesso siamo ai bitcoin, ma da quanto ho sbirciato in giro la prossima sarà il crollo delle borse.
Le leggi fondamentali del Pianeta sono quelle della termodinamica da applicarsi a un sistema chiuso quale è il Pianeta Terra. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma e la trasformazione è in una sola direzione, quindi da questo deriva l’entropia (e il conseguente spreco energetico per andare nella direzione opposta). Poi ci sono i tempi da considerare, la base del concetto di sostenibilità, ovvero noi umani abbiamo tempi di vita che non sono parametrabili con quelli geologici o con quelli delle piante. Nel giro di 50 anni il Pianeta ha RADDOPPIATO la popolazione, (da 3,5 miliardi nel 1960 a oltre 7 attualmente), consuma troppo velocemente, inquina e occupa tutti gli spazi terrestri e a breve anche marini, estinguendo a rotta di collo le altre creature terrestri e marine che esistono da prima di noi e che hanno sedimentato il Pianeta di biodiversità, unica arma contro l’estinzione.
Noi stessi siamo fatti di pelle, ossa, muscoli, diversi organi, non siamo un occhio o una mano o un piede o un fegato. Siamo l’immagine della biodiversità e siamo all’interno di una catena trofica che fa si che abbiamo un range di crescita, non possiamo espandere la nostra altezza o il nostro cuore.
Le dico questo perchè vorrei comunicarle quanto io disprezzi l’attuale modello della specie umana, e di conseguenza non posso amare il capitalismo.
Ma tornare indietro VELOCEMENTE è impossibile. E ci sono molti modelli di capitalismo, c’è anche quello della nostra Costituzione originale (manteneva un vago sentore di socialismo) che parlava di spese sociali che devono essere restituite alla collettività da parte di chi si arricchisce usando le risorse naturali. Io ho in mente Olivetti che aveva molto a cuore il concetto di beni comuni. Certo si può migliorare, ma intanto credo sia opportuno frenare e ripensare la nostra modalità di stanziamento sul Pianeta sennò la cosa diventerà molto, molto brutale.
La maggior parte delle guerre degli USA sono state fatte per le risorse energetiche. Stranamente se un Paese ha un feroce dittatore ma non possiede energie e non serve per le strategie geopoliche o per rinforzare lo scacchiere, non aveva necessità che gli USA esportassero la loro “democrazia”.
La cosa peggiorerà. Le migrazioni che l’Europa e l’Italia sta subendo (subire perchè poco in grado di gestire) sono il frutto malato sia del capitalismo/consumismo che spinge le popolazioni a andare dove c’è il presunto paradiso terrestre come se questo fosse infinito e a disposizione di tutti, c’è una manovra degli oligarchi che dagli anni settanta vogliono ridurre le “eccessive” condizioni di vita dei popoli occidentali e c’è la naturale propensione della specie umana al trasferimento quando le risorse non bastano e sono finite.
Grazie della lettura.
Posso consigliare questo piccolo post di Alberto Di Fazio, uno scienziato del CNR, membro storico di ASPO-Italia (Association for the Study of Peak Oil and Gas) e probabilmente il primo in Italia a interessarsi di picco del petrolio. L’unico Italiano che ha partecipato alla mitica conferenza ASPO di Uppsala, nel 2002, che dette inizio all’avventura di ASPO nel mondo.
E’ chiarificatore e molto divertente.
http://aspoitalia.blogspot.it/2008/06/non-si-pu-mangiare-la-torta-e-averla.html
Daniela
Il terzo fenomeno è anch’esso molto studiato. Si tratta dell’internazionalizzazione della produzione, con il connesso enorme potere delle grandi multinazionali e la connessa arma della localizzazione disponibile anche per le “piccole multinazionali”. Ci sono in questo campo evidenti responsabilità e ampi spazi di azione per i responsabili della politica economica, ma con riferimento al ruolo del sindacato appare del tutto sorprendente l’assenza di un coordinamento internazionale che arriva in taluni casi a risolversi addirittura in aperta competizione nell’offrire condizioni lavorative al ribasso per contendersi la localizzazione delle imprese
Per quanto il sito che propone l’articolo ha tra i collaboratori Tiziano Treu, figurarsi, comunque qui viene detta una cosa molto importante ma incompleta, Il sindacato con la concertazione viene legato all’ INTERESSE NAZIONALE, ovvero deve essere in concorrenza con i lavoratori di altre nazioni per attirare investimenti nella propria nazione (accettiamo peggioramenti se no la fiat va in serbia, e i serbi sopportano ancor di peggio per essere prescelti, ma con questa dinamica raggiungiamo tutti il fondo del barile)
Ora, a parte che al Capitale non gli frega proprio niente dell’ INTERESSE NAZIONALE perché non fa altro che delocalizzare all’estero e ricattare, ma e chiaro che se il sindacato stabilisse con i sindacati di altre nazioni standard minimi allora il ricatto della delocalizzazione non sarebbe più possibile e la riscossa dei lavoratori di tutto il mondo sarebbe invece possibile
Il vero INTERESSE NAZIONALE non è quello per cui i lavoratori di tutto il mondo debbano essere in concorrenza al ribasso per attirare fabbriche ed investimenti, ma che anzi collaborino per fare conquiste che migliorino la vita in tutte le nazioni
Con la concertazione la borghesia ha legato i lavoratori al proprio carro ed essi non finiscono più di arretrare, realmente si tratta di borghesia (oggi decadente) e non di oligarchia perchè il sistema economico sociale in cui viviamo è il capitalismo e non quello feudale o schiavistico, La parola oligarchia va bene sia per i feudatari, sia per i borghesi, sia per gli schiavisti, non volere chiamare le cose con il proprio nome è un atteggiamento gesuitico che nasconde l’esistenza di un 4- 5% della popolazione che ha il controllo diretto dei mezzi di produzione intesi come capitale industriale, capitale bancario, rendita fondiaria (che non è solo la proprietà della terra ma qualunque condizione di monopolio od oligopolio)
poi se non chiamiamo le cose con il proprio nome favoriamo la mistificazione degli avversari che indorano la pillola dello sfruttamento chiamando il lavoro schiavistico “stage all’expò di milano” e robe simili
ignobile poi i motivi per cui la finocchiaro ha difeso la reintroduzione del provvedimento,non si prendono piu i vaucher dal tabaccaio, sono esclusi i lavoro tipo edilizia etc
ma il punto è che mancano i contributi pensionistici, e date le caratteristiche generiche dei vaucher, i limiti individuati dalla finocchiaro sono eludibili già a priori
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la cgil poi, ha fatto appositamente dei quesiti che risultassero propositivi, chiedere l’abolizione del jobs act e basta sarebbe stata cosa vincente Figuriamoci come la pensano gli italiani, e se tipo grillo o salvini avrebbero potuto essere contrari (pur desiderandolo)
Se pure la corte non avesse ammesso la cosa, le innumeri firme superiori a quelle minime richieste per il referendum sarebbero state la base di un possibile movimento di massa e di protesta, che di questi tempi avrebbe avuto le piu rosee prospettive
ma e proprio questo che la cgil non voleva, il suo ruolo è di disarmare llo scontento degli italiani, oggi tutti sono delusi e per un bel pò non si metteranno in moto per protestare, alla prossima ci penseranno di nuovo la cgil e sindacati concertativi vari.
la cosa non nasce oggi, gia nella ultima macro-ondata di lotta (anni 70), i consigli di fabbrica (allora funzionava così) erano nati spontaneamente ed erano il motore delle lotte e delle conquiste di cui si parla spesso su questo blog, ma la cgil si diede da fare per istituzionalizzarli . Cominciarono quelle pratiche, oggi macroscopiche nelle rsu, per cui ci sono dei membri di diritto non eletti da nessuno ma imposti dalla burocrazia sindacale che alterano sistematicamente i risultati delle consultazioni, per altro reiterate fin quando non producono il risultato concordato tra sindacati concertativi e governo nelle apposite commissioni della concertazione (risultato quindi arbitrario e non deciso dalla base ma dall’alleanza burocrazia sindacato- governo che risponde solo al Capitale)
non molti lo sanno, ma poi ci sono dei meccanismi assurdi, quando dei lavoratori, più o meno autonomi o al seguito dei sindacati ufficiali, dopo contenziosi significativi si incontrano con i vertici aziendali, sono accolti a dei tavoli a cui siedono polizia, gente presentata come appartenente ai servizi e che gia si conoscono con i vertici aziendali. Pratiche apparentemente neutre o fatte per motivi di sicurezza (?) ma che invero servono ad intimidire e scoraggiare i lavoratori e piegarli agli accordi spinti dai sindacati collusi con i vertici aziendali
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Da questi punti di vista, resta comunque vero che siamo affogati in un consumismo che ci estranea rispetto a noi stessi, ai nostri interessi, ed ai nostri diritti Resta comunque vero il letame televisivo rimbecillente e la partita di calcio che sostituisce l’attenzione al sistema sfruttatore in cui viviamo
Ma sarebbe sbagliato vedere queste cose come la stupidità del popolo bue (faremmo moralismo inconcludente ed elitario) , tali cose sono solo l’aspetto che più lavora sulla psicologia e sui riflessi soggettivi, di un sistema di dominio organico ed articolato.
Esso prevede pratiche di anticipazione preventiva di possibili proteste autonome e di massa (ingestibili dal potere), come è avvenuto con il referendum cgil, il cui ruolo già a priori voleva essere il deludimento e la passivizzazione di tanti precari e lavoratori prossimi all’esasperazione da sfruttamento
Altrimenti, la cigl avrebbe fatto un referendum abrogativo e basta, ed anche più in generale il referendum (vinto o perso non importa), sarebbe stato un momento di una iniziativa di lotta prima di tutto sociale e concepita come un crescendo nel corso degli anni. Ovvero, con continui incontri pubblici ; collegamenti tra vertenze sparse effettuato sulla base di una piattaforma contro le riforme neoliberiste del lavoro ed il jobs act da riproporre ogni volta e chiamando gli astanti ad occasioni successive ; manifestazioni periodiche e finali costruite per mettere insieme spezzoni
anche diversi ed incomunicanti del mondo del lavoro fino a prefigurare un blocco sociale massivo. La verità e che un referendum, fatto a priori per essere accettato dalla corte costituzionale solo per una quota minima, non può che avere una funzione di scoraggiamento e passivizzazione di massa e ciò non poteva certamente sfuggire agli scaltri vertici del sindacato
Oltre il rimbecillimento consumistico, e le strutture socialdemocratiche di controllo e repressione, cui si può ascrivere il sindacato, la concertazione (ci sono pure quelle di destra a sfondo patriarcale e spesso inscritte nella legislazione che istituzionalizzano la segmentazione del lavoro, tipo prima gli italiani, un pò di gavetta per i giovani fa bene, i pensionati tolgono il futuro ai giovani )
Esistono infine le strutture di controllo e repressione vere e proprie, sono frequentì intimidazioni poliziesche ovunque esistano vertenze (certo non lo dicono i telegiornali), quanti sanno che le strutture antimafia o antiterrorismo islamico sono (è scritto nelle leggi) tipicamente “double face” ? La Dia italiana (antimafia), ha per legge anche compiti che una volta si sarebbero detti di “polizia politica” ( tipo ex ucigos o digos), lo stato di emergenza decretato da hollande ha consentito atti repressivi delle proteste contro la “loi du travail” (jobs act francese) prima inpensabili
per cui il Capitale ha costruito un articolato sistema di controllo, dell ‘immaginario, come delle prassi sociali (sindacali), ed anche repressivo in senso ‘poliziesco, ed alla luce di ciò non concordo tanto nel ridurre questa articolata cappa del controllo sociale alla stupidità soggettiva e consumistica degli italiani (faremmo moralismo inconcludente ed elitario). Bisogna denunziare gli organi socialdemocratici di controllo sociale come sindacati, concertazione, e le ideologie relative tra cui ha un ruolo importante quella che distingue il capitalismo produttivo buono da quello finanziarizzato cattivo, tale ideologia consente a trump dirsi a favore della produzione a ed attrarre i voti dei lavoratori nella ennesima trappola passivizzante del capitale ( in italia potrebbe fare una stessa cosa ad es Montezemolo)
Solo mettendo in chiaro queste cose queste cose si favorisce l’emergere della protesta e su basi di autonomia tali che non venga riassorbita dal Capitale attraverso sindacati, leghisti, montezemolisti ( o chi per lui) produttivi, altrimenti inutile lamentarsi del fatto che la gente sia ottusa, consumistica ed incapace di difendere i propri diritti,
Ad inizio anni 70 una generazione di giovani meridionali immigrati al nord, discriminati in fabbrica come nella società del nord in generale, risultò cosi priva di legami con la società esistente da far saltare il tappo della socialdemocrazia reazionaria ( sindacato, partiti di sinistra dai vertici ormai collusi),. nel vortice delle rivendicazioni fu trascinata la classe operaia legata a sindacati e socialdemocrazia repressiva. Qualcosa di simile può avvenire negli anni futuri data la deprivazione crescente di una massa giovanile sempre più precaria, sul piano della rappresentanza politica lo vediamo già adesso ma purtroppo le carte di riserva de Capitale (trump grillo etc) riportano ancora tutto nell’alveo precostituito, è indispensabile descrivere i meccanismi e le ideologie reali del comando capitalistico per vaccinare le future proteste rispetto ai riassorbimenti politici e sociali (sindacati concertativi ad es)
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“La verità e che un referendum, fatto a priori per essere accettato dalla corte costituzionale solo per una quota minima, non può che avere una funzione di scoraggiamento e passivizzazione di massa e ciò non poteva certamente sfuggire agli scaltri vertici del sindacato”
si può leggere a proposito:
http://www.fanpage.it/consulta-quesito-della-cgil-su-art-18-inammissbile-perche-aveva-carattere-propositivo/
e:
http://www.ildiariodellavoro.it/adon.pl?act=doc&doc=56899#.WS7o-x-pVpg
Grazie ancora per la sua lucida analisi, dottor Capece.
Come saprà benissimo, dopo la morte di JFK (qualche giorno fa era il suo centesimo compleanno), fu istituita la Commissione Warren.
La Commissione Warren fu una commissione d’inchiesta parlamentare costituita il 29 novembre 1963 dal Presidente Johnson per indagare sull’assassinio di J. F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas, Texas. Concluse che Lee Harvey Oswald fu il solo esecutore materiale dell’omicidio. Le conclusioni della commissione sono state frequentemente controverse e contestate.
Ma c’è una eredità sottile di quella commisisone che non molti ricordano e è il fatto che hanno creato ad hoc la parola “complottista”.
Per pararsi il didietro, il deep state o il DEEPEST STATE (quello che non compare mai ma che inficia continuamente tutte le democrazie elettive con quello che vuole lo strapotere dei POCHI sui molti e senza mai pagare per gli sbagli commessi) o gli oligarchi (i vari livelli di rappresentazione di questo GOVERNO OMBRA GLOBALE, arrivano fino a giornalisti e parlamentari utili per creare un determinato rumore di fondo necessario per il “caos” preventivo alla gestione) resero una definizione della parola “COMPLOTTISTA” tale per cui, chi chiedeva approfondimenti e non credeva alla semplificazione delle risposta ufficiale e proponeva altri percorsi indagativi fosse classificato come una persona non credibile, un buffone a cui non dare retta.
In mezzo a questo caos INFORMATIVO, in cui i Paesi occidentali sono immersi da oltre 50 anni, la luce dei suoi interventi è preziosa.
Persone colte, istruite e anche intelligenti ignorano del tutto chi fosse Zbigniew Brzezinski o il tuttora vivente e centenario Henry Kissinger. Non sanno come funzionino certi esperti che poi non sono altro che Gatekeeper (Noam Chomski per i leftists e Steve Pieczenik per i patriotics, cito questi due che sono di altissimo livello, ma ce ne sono di tanti livelli e ben distribuiti su diversi argomenti, compresa la scienza purtroppo) e di conseguenza ignorano come i media sono in realtà posseduti da poche, pochissime mani (negli USA sono pochissimi i proprietari di media e tutti filo globalisti). Udo Ulfkotte, ex giornalista di spicco del Frankfurter Allgemeine Zeitung, morto piuttosto giovane (56 anni) a gennaio di quest’anno ha spiegato bene chi le crea e come sono create le fake news, tutto da oltre oceano.
Ignorano l’esistenza del Bilderberg Group (qui c’è stato un periodo di flusso nei social, ma era pura moda e non capivano cosa fosse, serve studio e studiare fa fatica), della Trilaterale e del Council on Foreign Relations, tutti e tre fortemente legati e due dei quali con sede unica negli USA. Legati agli oligarchi di cui sopra.
Ignorano che la Pax americana che ci ha portato alla UE e alla moneta unica fu una idea di Goering, vice di Hitler ( i nazisti non bombardarono molte industrie francesi perchè le possedevano).
Kennedy fu ucciso perchè non mise in atto l’operazione Northwoods, invasione di Cuba e attacco preventivo contro l’URSS.
Nixon subì l’umiliazione dell’impeachment (ciò che vogliono fare al turbolento Trump che non è ancora riuscito a fare ciò che ha promesso in campagna elettorale, a parte twittare…) del Watergate perchè voleva la pace con la’URSS e la Cina.
Reagan fu l’ultimo presidente USA che ha potuto fare il presidente, dopo di lui, pupazzi e pupazzetti. Anche Reagan andava nella direzione della pace con la Russia.
Ma il complesso militare/industriale/di intelligence ha ora in mano la situazione, e lo fa senza che gli elettori possano mettere parola. La scelta del vicepresidente USA è sempre e solo loro.
La cosa sta dilagando in Europa (il governo Merkel è così e per questo dura, Hollande fu una creatura della CIA e Macron è il suo pupazzetto e erede, gli UK sono fidi alleati degli US anche se la Brexit non se l’aspettavano) e ovviamente anche in Italia. L’Italia che, dopo l’operazione Gladio e tutti gli atti di terrorismo “interno” dal 1969 al 1993 (siamo esperti noi italiani di terrorismo, purtroppo), è stata domata (eravamo assai pericolosi agli occhi degli USA con quel grande partito comunista che uscì dalla liberazione dei partigiani nel dopoguerra) rientra tra i soldatini, tra quelli che si comportano così, da piazzisti delle oligarchie.
Per quello che i tre, RENZI, BERLUSCONI e SALVINI han fatto rientrare velocemente dalla finestra ciò che era uscito dalla porta, ovvero lo schiavismo di Stato.
Purtroppo tocca fare queste analisi geopolitiche se sembrano lontane dalla nostra vita normale, ma invece la inficiano e noi non lo sappiamo, perchè non ci informano e perchè ci rimbambiscono di idolatrie del consumismo.
il Council on Foreign Relations e un organismo della destra usa, che vede la presenza di quelle multinazionali usa che usano accoedarsi con mafie di vario tipo (es le mafie sudamericane che espropriano i contadini locali (tipo united fruit). Tale organismoè fortemente in grado di condizionare il governo usa, ospite di questo organismo sul finire degli anni 70 fu più volte giorgio napolitano, che kissinger definiva “my fovourite communist”
Ivi napolitano doveva rassicurare il potere usa circa l’ingresso al governo italiano del pci , è e stabili quei rapporti col capitale transnazionale offrendosi come valida sponda a sostenere i rapporti di potere esistenti (accettazione della nato quando non accettarla non era automaticamente filo urss, cordiale entente con rappresentanti mafia napolitano salvo andreotti da autorizzazione a procedere 1988, poi recente caso Mancino)
Segue passaggio del testimone (non riuscito) a d’alema sul britannia per svendita economia pubblica italiana, l’allievo era solo parzialmente all’altezza del maestro cos’i bravo che impone da anni governi da nessuno eletti
Concordo. Vorrei solo sommessamente precisare che non esiste la destra USA se non come propaganda per allocchi (Noam Chomski per i leftists e Steve Pieczenik per i patriotics).
Esistono gli oligarchi e proprio nel senso etimologico di cui parla il Simplicissimus.
William Engdahl lo ha scritto molto ma molto bene nel suo ultimo libro THE LOST HEGEMON: WHOM THE GOD WOULD DESTROY dove parla di questi PATRIARCHI (alias gli oligarchi). Fu lui a trovare casualmente un libretto di appunti di una riunione del Bilderberg Group, quando ancora non faceva “moda” e dopo questo episodio di “incuria” le riunioni del Bilderberg Group divennero, come dire, un pochino più attenzionate.
Qui un link dove Engdahl presenta il libro in Germania (!!) a settembre 2017.
https://m.youtube.com/watch?v=KQHmq1ERybs
le motivazioni della bocciatura da parte della corte costituzionale del REFERNDUM ABROGATIVO DEL LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO INTRODOTTO DAL JOBS ACT O SIMILE, QUALI SONO ?????
http://www.repubblica.it/economia/2017/01/27/news/consulta_sentenza_articolo_18-157003829/
“I tre grassatori di libertà Renzi, Berlusconi e Salvini, ovvero i rappresentanti della feccia italiana nelle sue varie articolazioni, non si sono nemmeno accorti di aver calpestato la Costituzione che è il loro vero babau: infatti se si cancella una legge per evitare un referendum la sua reintroduzione dovrebbe essere vietata per un congruo numero di anni e invece questi hanno fatto passare solo qualche settimana prima di ritirare fuori i buoni lavoro con una rapidità che sa di volgare scherno ai cittadini e adesso bisognerà probabilmente agire attraverso la Corte Costituzionale per cercare di eliminare questo strumento di truffa e di schiavismo. Ecco dunque cos’è nel concreto l’oligarchia, come lavora per annichilire ogni dialettica democratica e decidere tutto in favore di interessi privati che niente hanno a che vedere con quelli del Paese e della collettività. Anzi sono in netto contrasto con essi, favorendo la crescita di un’economia stenta, malsana e marginale, tutta fondata sullo sfruttamento dei più deboli.
In realtà non abbiamo più a che vedere con un ceto politico propriamente detto, ma con una sorta di loggia massonica che cura interessi altrui. E tali interessi rischiano di diventare letali nel momento in cui tutto sta cambiando a livello globale: gli Usa fra strazianti doglie stanno partorendo una dolorosa rinuncia al dominio globale assoluto e questa parziale devoluzione di responsabilità invece di far rinsavire il continente sta scatenando in Europa la battaglia per la primazia così che l’Italia sarà presumibilmente la prima vittima del mini sotto impero germanico o ben che vada (ma non credo) carolingio. Non c’è scampo fino che con trucchi e illusionismi il Paese sarà tenuto fermo e legato da un vecchio vizioso e ormai rimbambito, da un ex liceale con in testa solo la xenofobia da avanspettacolo e da un Calandrino di provincia. Ma l’oligarchia è così, finisce sempre per degenerare in xeirocrazia, ovvero nel governo dei peggiori. Come si vede siamo già arrivati a questa meta e la puzza è ormai insopportabile: mi chiedo come non facciano a sentirla quei milioni che ancora credono che le socialdemocrazie di oggi possano essere utili a battaglie di democrazia sociale e non si accorgano che sono divenute protagoniste di un gioco al massacro.”
leggete:
https://comedonchisciotte.org/forum-cdc/#/discussion/97622/il-popolo-laristocrazia-e-la-brexit